Archivio mensile:dicembre 2009
La logica non è una opinione!
I PARTE – Il metodo del ragionamento
Su questo sito si discute, in Internet si discute, nel mondo, in generale, si discute. E per farlo usiamo tutti, indistintamente, gli stessi due strumenti: il linguaggio, e la Logica. Ma mentre il linguaggio è chiaramente acquisito, la Logica pare in qualche modo “esistere” a priori, risultando immutabile nel tempo ed invariata in ogni luogo. Che tu vada in Russia o nel Congo, che tu parli cinese o afrikaans, ciò che è logico rimane logico sempre e comunque, dappertutto e per tutti. (Di fronte a questo non può non venire in mente, anche a chi non sia cristiano, la frase inziale del Vangelo di Giovanni: “In principio era il Logos”).
Nonostante questa apparente universalità, però, gran parte delle discussioni fra gli esseri umani non porta a nulla di costruttivo, e anzi si finisce spesso per allontanarsi ancora di più uno dall’altro. Perchè? Se i dati sono riscontrati oggettivamente, e la Logica è uguale per tutti, …
…non si dovrebbe arrivare automaticamente alle stesse conclusioni?
Uno dei motivi perchè ciò non accade, ovviamente, è quello che possiano definire una “differenza di opinione”, dove il divario non stia nel modo di analizzare i dati disponibili, ma nel “valore” intrinseco che ciascuno di noi assegna a questi dati. E questa diversa scala di valori ha radici culturali, emotive e personali che sfuggono completamente al mondo ordinato e preciso della Logica. (Come dissero Eisntein ed Heisemberger, dopo aver passato tre giorni rinchiusi in uno chalet a confrontare le proprie idee sull’Universo, “we agree to disagree”, siamo d’accordo sul non esserlo. I due infatti partivano da presupposti scientifici diversi, e le loro teorie rimangono a tutt’oggi inconciliabili fra loro).
Il secondo motivo, altrettanto diffuso, è quello di una errata applicazione dello strumento logico. Ovvero, i due contendenti non discordano in realtà sulla tesi di fondo, ma non riescono a giungere ad un accordo per un’ errata applicazione delle “regole del gioco”, e questo genera fra i due una sensazione di discordia di fondo.
IL RAGIONAMENTO LOGICO
Un ragionamento logico è definito tale quando si componga di tre elementi essenziali, che sono: premessa, inferenza, e conclusione. Possiamo descrivere la premessa come una specie di “affermazione” generica, nota a tutti e fuori discussione, l’inferenza come un’affermazione particolare, che si applica solo nel caso specifico, e la conclusione come una nuova affermazione, che nasca dalla somma delle prime due. Oppure possiamo definire un ragionamento logico, in maniera molto più semplice, “due siccome e un quindi”. Facciamo un esempio:
PREMESSA (generica): (Siccome) I cani hanno quattro zampe, una coda e abbaiano.
INFERENZA (specifica): (E siccome) L’animale che ho davanti ha quattro zampe, una coda e abbaia.
CONCLUSIONE (nuova affermazione): (Quindi) L’animale che ho davanti è un cane.
Ogni nuova affermazione che si ottenga con un tale procedimento, cioè ogni conclusione, può a sua volta diventare la premessa per un nuovo pezzo di ragionamento, ovvero di una nuova “tripletta” fatta di due siccome e un quindi. (Da cui l’espressione “segui il filo del mio ragionamento”).
METODO DEDUTTIVO E METODO INDUTTIVO
Vi sono due tipi di ragionamento, quello deduttivo e quello induttivo, che sono anche detti “aristotelico” e “platonico”. Ambedue seguono lo schema premessa-inferenza-conclusione, ma si distinguono sia per il tipo di premessa che per la garanzia che danno sulla conclusione ottenuta.
Nel ragionamento deduttivo la premessa è sempre qualcosa di categorico, di astratto, di prestabilito – una specie di verità assodata da cui si parte (tutti i cani hanno quattro zampe, una coda e abbaiano). In quello induttivo invece la premessa è data dall’osservazione di dati singoli, che non erano mai stati raccolti prima, e che sono quindi in grado di portare a una nuova “verità assodata” di tipo generale. L’esempio più classico è quello del procedimento scientifico, dove un esperimento ripetuto a sufficienza permette di stabilire una nuova legge della Natura. Ad esempio, i ripetuti lanci di sfere di vario peso, effettuati da Galileo dalla Torre di Pisa, permisero di stabilire (anche se con approssimazione) le proprietà di accelerazione dei corpi nello spazio.
Oppure, per usare di nuovo l’esempio iniziale, l’equivalente induttivo sarebbe:
PREMESSA: Ho davanti un animale che ha quattro zampe e una coda, e abbaia.
INFERENZA: Avevo già incontrato numerosi animali che presentano tutti le stesse caratteristiche.
CONCLUSIONE: A questo punto posso stabilire con relativa certezza che esista una categoria di animali con quelle precise caratteristiche, che io chiamerò “cani”.
In altre parole, il ragionamento deduttivo parte da un’affermazione generale, di tipo teorico, che si dà per scontata (tutti i cani hanno ecc. ecc.), e giunge ad una conclusione specifica, di tipo pratico, (questo animale è un cane). L’induttivo invece parte da un’affermazione specifica, di tipo pratico (ho davanti un animale con quattro zampe ecc…), e giunge ad una conclusione generale, di tipo teorico (esiste quindi una categoria che chiamerò “cani”). Dal generale al particolare, dal particolare al generale. Dall’astratto al concreto, dal concreto all’astratto.
Ciascuno dei due metodi offre precisi
VANTAGGI E SVANTAGGI
Il metodo deduttivo offre il vantaggio di garantire la validità della conclusione, purchè la premessa sia valida: se è vero che “tutti i cani hanno quattro zampe ecc…”, questo che ho davanti è SICURAMENTE un cane. Ha però lo svantaggio di produrre una conclusione “più piccola” della premessa stessa: si parte dalla categoria “cani”, si arriva a “questo” cane specifico. (In altre parole, la conclusione è garantita perchè è già contenuta dalla premessa).
Il ragionamento induttivo invece non può garantire la validità della conclusione (se un domani saltasse fuori un animale che ha quattro zampe e una coda e abbaia, ma si arrampica anche sugli alberi come una scimmia, la mia nuova categoria “cani” va a farsi benedire), ma mi permette di arrivare a conclusioni “più ampie” della premessa iniziale (sono partito osservando un singolo animale, ho concluso con una nuova categoria che prima non avevo).
DUE VOLTI DELLA STESSA MEDAGLIA?
In realtà, appare ovvio che qualunque affermazione categorica che noi usiamo come premessa per un ragionamento deduttivo, debba inizialmente essersi formulata come conclusione di un percorso induttivo. Ovvero, prima che l’uomo potesse stabilire che “i cani hanno quattro zampe, una coda, e abbaiano”, ha dovuto osservarne abbastanza da poterlo dire con relativa certezza.
Ma allora, cosa è nato prima? L’osservazione, o l’affermazione?
Ovvero, tutte le “Verità” che l’uomo oggi considera tali, sono nate da un’osservazione iniziale del mondo esteriore, tramite i cinque sensi, o vi è per caso anche una innata forma di conoscenza interiore – il famoso “sesto” senso – che non necessita di verifiche di nessun tipo per affermarsi come tale?
Sappiamo di scoprire, o scopriamo di sapere?
II PARTE – LE FALLACIE PIU COMUNI
Una fallacia logica equivale in tutto e per tutto a quello che è un fallo in una partita di calcio. Mente però in inglese fallacy è un termine usato comunemente, a noi la parola fallacia suona un pò strana. Il Garzanti comunque la riporta, con queste definizioni: Apparenza ingannevole, falsità, slealtà, malafede, sbaglio, errore, sofisma, vizio di ragionamento.
A noi interessa soprattutto l’ultima definizione. Vizio di ragionamento, aggiungiamo, strettamente tecnico, secondo quelle che sono le regole della cosiddetta Logica Formale. Un pò come dire “mani in area è rigore”. Sta all’arbitro, di volta in volta, giudicare se il giocatore abbia toccato il pallone con le mani, ma la regola è quella e non cambia per nessuno.
Il vantaggio di saper riconoscere le varie fallacie permette spesso di non farsi fuorviare dai ragionamenti altrui – anche se spesso in perfetta buona fede – e di evitare in genere inutili perdite di tempo ad ambedue i contendenti.
Le fallacie più comuni, molte delle quali portano ancora il nome latino, sono le seguenti:
Argomento ad hominem. Quando si attacca la persona e non l’idea di cui è portatore.
“L’ha detto Giulio? Ma quello è un cretino!” Sarà anche cretino, ma è la sua idea che va confutata, indipendentemente dalla persona.
Questo può valere anche per la “fonte” in senso lato: “Ho letto su un sito internet che l’11 Settembre non fu affatto portato a termine da 19 arabi…” “Ma và là, lascia perdere. In Internet girano tante di quelle stronzate!”
Ne girano a quintali, se è solo per quello, ma sono le idee specifiche che vanno confutate, non il luogo (comune) da cui provengono.
Argomento ad ignorantiam. Un cosa è vera (o falsa) sono perchè non è mai stato dimostrato il contrario.
Atlantide è esistita: dimostrami che non è vero.
Dio non esiste: dimostrami che c’è.
Falso dilemma. Un esempio classico è quello dell’interminabile dibattito fra creazionismo ed evoluzionismo, dove la fallacia viene curiosamente adottata da ambo le parti senza ormai più nessun ritegno.
Da una parte si dice: “L’evoluzionismo non dà conto del passaggio dalla scimmia all’uomo (anello mancante), quindi ha ragione il creazionismo”. Dall’altra si risponde: “Siccome il mondo non può avere seimila anni, come vorrebbe la Bibbia, è l’evoluzionismo la teoria giusta”.
Questa fallacia presuppone che non vi siano alternative alle due tesi concorrenti, quando in realtà non è possibile affermarlo. Ben diverso sarebbe sostenere che un uomo “è morto, poichè non è più vivo”, o viceversa, quando le alternative siano effettivamente solo due.
La fallacia del falso dilemma è molto più diffusa di quello che si creda, perchè si nasconde spesso in proposizioni che a prima vista suonano perfettamente coerenti. Consideriamo le risposte a queste due affermazioni:
A – Credo che il capitalismo abbia assunto nella nostra società una forma disumana”
R – “E allora cosa dovremmo dire dei morti fatti dal comunismo?”
A – “La democrazia moderna ha fallito il suo compito”
R – “Ma sì, torniamo pure alle dittature che torturano la povera gente”
Ambedue le risposte presuppongono che vi siano solo due alternative al problema, il che in ciascun caso non è assolutamente vero.
La domanda “pesante”. Si pone quando viene implicata una premessa che non è necessariamente vera.
Hèi, come stai? Hai smesso finalmente di picchiare tua moglie? (Dove sta scritto che io abbia mai iniziato, scusa?)
Petitio principi: quando si inserisce la conclusione nella premessa, in modo da poterla dimostrare con maggiore facilità. (Equivale al cosiddetto “giro vizioso”).
“La Bibbia è parola divina.” “Come fai a dirlo?” “Lo dice la Bibbia stessa!”
Ma vi sono anche forme molto più subdole, e meno facili da individuare: “Non è possibile che Kennedy sia stato ucciso da una cospirazione, poichè ci sono quintali di prove che dimostrano che Oswald agì da solo”.
Si dimentica in questo caso che tali prove sono state raccolte, gestite e fornite al pubblico dalle stesse autorità che, nel caso del complotto, avrebbero avuto tutto l’interesse a falsificarle.
Uomo di paglia. Avviene quando si attacca un’argomentazione che l’avversario ha fatto in separata sede, e che risulta particolarmente facile da confutare, nell’intento di sminuire la validita della sua argomentazione corrente.
Io e te siamo discutendo di coltivazione delle banane. Ad un certo punto tu mi dici: “Tu hai scritto l’anno scorso che i mandarini non crescono bene in Sicilia, mentre questo non è vero”, sottintendendo che la mia argomentazione sulle banane sia meno valida. (Si chiama “uomo di paglia” perchè è più facile da sconfiggere di un uomo in carne ed ossa).
Impone inoltre l’idea che se si sta davvero cercando di conoscere la verità conviene prendere in considerazione la tesi contraria più forte, e non la più debole.
Argomento ad autoritatem (diffusissimo di questi tempi): Chi sostiene una certa tesi è un luminare nel campo, quindi ha ragione.
Questo non è necessariamente vero, anche se per questo non dobbiamo rigettare per principio qualunque cosa esca dalla bocca di un esperto di settore. Un utile criterio discriminante può essere l’eventuale “interesse aggiuntivo” legato alla sua affermazione: se Einstein sostiene una certa caratteristica dell’Universo, non avendo apparentemente nulla di aggiuntivo da guadagnare (oltre al piacere di avere ragione), forse ci si può anche fidare. Ma se un noto architetto sostiene che le Torri Gemelle sono cadute per conto loro – essendo la cosa particolarmente controversa – non solo è igienico dubitarne, ma si può in certi casi addirittura sospettare che il luminare sia stato interpellato proprio per supportare una bugia (in cambio di una lauta ricompensa, ovviamente). Il caso dell’Universtità Purdue – per chi conosce bene la questione 11 Settembre – è particolarmente indicativo. E comunque in generale, il mondo è pieno di “esperti a gettone”, il cui numero sembra aumentare proprio con il calo di attenzione critica con cui assorbiamo quotidianamente le informazioni dai media ufficiali.
Fallacia del piano inclinato (o piano scivoloso), dove si prospettano conseguenze catastrofiche ad un certa tesi, nell’intento di invalidarla.
All’ipotetica proposta: “Se gli immigrati illegali avessero la patente potrebbero lavorare molto di più”, qualcuno potrebbe replicare: “Già bravo, cominciamo col dargli la patente e va a finire che fra qualche anno ce li ritroviamo al governo”.
A parte che non è affatto garantito che ciò accadrebbe, la tesi non può comunque restare invalidata da qualcosa che le è esterno. Ovvero, qualunque cosa possa succedere per aver dato la patente agli immigrati, non cambia il fatto che questi sarebbero più produttivi se l’avessero.
Fallacia di composizione: avviene quando si attribuisce al tutto la qualità di una parte.
Gli appartamenti di quell’edificio sono molto piccoli. Quell’edificio ha tanti appartamenti. Quell’edificio è piccolo.
Il suo opposto è la
Fallacia di sottrazione, che avviene quando invece si attribuisce alla parte una qualità del tutto.
Gli aborigeni si stanno estinguendo. Arrawang è un aborigeno. Arrawang si sta estinguendo.
Negazione dell’antecedente, quando si fa risalire un evento ad una causa non necessariamente correlata.
Mio cugino ha urlato. Subito dopo è crollato il Muro di Berlino. Mio cugino ha fatto crollare il Muro di Berlino.
Il suo contrario è la
Affermazione del conseguente. Fallacia che avviene quando si presume un effetto da una causa non necessariamente correlata.
Quando l’Inter vinse il campionato pioveva. Oggi piove. Oggi l’Inter vince il campionato.
Barack Obama: Albero genealogico
Chi nell’ arco della propria esistenza non ha cercato almeno una volta di approfittare del grado di parentela per raggiungere un risultato ambito, oppure trovare un posto di lavoro o farsi fare un prestito? Molti, sono sicuro! Ma non sempre avere rapporti di parentela con persone altolocate porta ai risultati sperati.
Negli USA invece chi è parente, anche alla lunga, di un Presidente ha buone possibilità di essere eletto a sua volta Presidente degli Stati Uniti. Sembra strano, eppure è capitato per quasi tutti i presidenti (eccetto forse un paio). Barack Obama non sfugge a questa regola.
Il Presidente nero in realtà aveva una madre bianca, morta di cancro nel 1955, Stanley Ann Dunham Seotoro, antenati della madre erano George Washington Overall e Mary Duvall. Ma questo è niente!
Adesso vi stupisco:
- Obama e Bush Jr sono cugini di 11° grado tramite Samuel Hinckley, e dunque è imparentato anche con Bush Senior
- Obama è imparentato con Harry Truman (33° presidente) tramite Mareen Duvall
- Obama è cugino di 8° grado con Jimmy Carter (39° presidente)
- Il marito di una lontana cugina di Obama è Woodrow Wilson (28° presidente)
- Obama stesso ha scritto che uno dei propri antenati sia Davis Jefferson
Il sangue reale scorre nelle vene di Obama essendo suoi antenati nientemeno che Guglielmo I° (il re Leone) ed Enrico II° d’ Inghilterra.
Dove voglio arrivare? vi chiederete, da nessuna parte. Anche se a dire il vero a pensare male spesso ci si azzecca, potrebbe sembrare un caso, e se invece non fosse un caso?
Anche il candidato Mc Cain ha i suoi parenti illustri e parlo di ex presidenti e persone di sangue reale, tanto per citare Roberto I° di Scozia, non uno qualunque ma un Merovingio di alto rango.
La mia conclusione è che la maggior parte dei presidenti USA hanno gradi di parentela con i reali inglesi e quindi sono propenso a pensare che ci sia una pianificazione tendente a controllare una parte delle popolazioni del mondo da parte di pochi eletti.
Browser Web
Windows Internet Explorer 8 è l’ottava versione del browser Internet Explorer. La prima versione beta del software è stata rilasciata il 5 marzo 2008, la versione Beta 2 è stata rilasciata il 28 agosto 2008. Il 30 gennaio 2009 è stata rilasciata la Release Candidate 1. La versione finale è stata rilasciata il 19 marzo 2009.
Dopo anni di presenza assidua sul web impari a prevedere gli eventi e le scoperte tecnologiche. Ogni notizia ha del già visto, ogni nuovo software forse lo avevi preannunciato. Ci sono eventi però che non ti aspetti. E sono questi che fanno la storia. Uno di questi eventi è stata la nascita di Mozilla Firefox. Devastante per Internet Explorer. Un altro, l’arrivo di Chrome, il browser di Google. E poi c’è la rinascita di Internet Explorer. Che chissà, potrebbe rivelarsi devastante per Firefox.
La prima rivoluzione riguarda la sicurezza: Internet Explorer 8 introduce una nuova possibilità con la navigazione InPrivate, che ti permette di non lasciare tracce nella cache né nella cronologia, navigando in maniera totalmente anonima. Grazie ad InPrivate Blocking, poi, puoi bloccare anche la registrazione dei cookie e di tutte le tue attività controllabili.
L’interfaccia sembra la stessa, a prima vista, ma ci sono importanti miglioramenti che riguardano l’usabilità: ad esempio, potrai contrassegnare con colori diversi le schede aperte, per localizzarle più facilmente. Permangono le due nuove funzionalità introdotte dalla prima beta: Attività (che ora si chiama Acceleratori) e WebSlices. Gli acceleratori sono dei plugin che ti permettono di accedere rapidamente a diversi servizi sul web attraverso una sorta di menu contestuale. Potrai così inviare un testo via e-mail con Gmail, subito dopo averlo evidenziato, cercare subito un indirizzo su Google Maps, o una definizione su Wikipedia. VOTO: 8/10 DOWNLOAD
Mozilla Firefox:
Mozilla Firefox 3.5 è l’ultima versione del browser stand alone “alternativo” ad Internet Explorer.
Il browser opensource porta con sé una barra degli indirizzi ridisegnata che rende più semplice, per l’utente, effettuare ricerche tra gli URL ed i titoli delle pagine web precedentemente visitate.
Il nuovo browser integra un meccanismo antimalware, basato su tecnologia Google, che ha come obiettivo quello di avvertire gli utenti prima che possano accedere ad un sito “maligno”.
Pesantemente migliorata anche la cronologia ed introdotto un nuovo sistema per la gestione dei siti preferiti (“bookmark”). La terza versione di Firefox porta infatti al debutto “Places”, una funzionalità precedentemente “stralciata” dalla seconda versione del browser di Mozilla. “Places” combina l’utilizzo dei bookmark con la cronologia della “navigazione”: il concetto è quello di effettuare ricerche rapide sui siti visitati. L’inedita funzionalità fa uso di un database in formato SQLite per la gestione delle informazioni, supporta l’impiego di tag od “etichette” predefinite da parte dell’utente. L’obiettivo è quello di meglio organizzare i segnalibri e facilitare le ricerche.
Gli elenchi dei segnalibri possono poi essere finalmente “backuppati” servendosi solo di Firefox e quindi senza adoperare estensioni sviluppate da terze parti.
Tra le migliorie più importanti che “battono sotto il cofano” ci sono quelle legate alle performance del browser. Tallone d’Achille di Firefox è da sempre stata infatti la gestione della memoria, ben lungi dall’essere ottimale. Firefox 3.5 è stato sviluppato tenendo ben presente l’importanza di risolvere le problematiche, a proposito della gestione della memoria RAM, che hanno caratterizzato le precedenti versioni. In Mozilla sono state impiegate numerose tecniche per ridurre l'”appetito” di RAM che caratterizza Firefox, incluse quelle tese a ridurre la frammentazione della RAM, a migliorare le operazioni di caching, a risolvere specifici “memory leaks”. Con l’espressione “memory leak” ci si riferisce ad un consumo non desiderato della memoria, generalmente dovuto al mancato rilascio della RAM non più utilizzata da parte dei processi in esecuzione sul sistema.
Da Mozilla si è voluto puntualizzare come l’ottimizzazione nella gestione della memoria sia da sempre stata una priorità: alcune modifiche avrebbero però richiesto anni di lavoro per poter essere implementate.
Anche il motore per la gestione del codice JavaScript (“TraceMonkey”) è stato completamente riscritto superando ampiamente Firefox 2.x e 3.0 per velocità di esecuzione degli script.
Confermate la navigazione a schede che rende più facile tener traccia di più pagine o siti alla volta, permettendone il raggruppamento in un’unica finestra del browser.
Le barre degli strumenti sono completamente personalizzabili e permettono di aggiungere e rimuovere oggetti (i bottoni, il campo di ricerca, i segnalibri, ecc.). È possibile anche creare nuove barre.
Firefox integra una funzionalità che permette la ricerca rapida di informazioni in Rete, così come se ci si trovasse dinanzi alla pagina principale di un motore di ricerca. VOTO: 10/10 DOWNLOAD<!– –>
Chrome è un browser basato su WebKit e sviluppato da Google. È stato annunciato il 1º settembre 2008 con un fumetto di Scott McCloud distribuito sotto licenza Creative Commons.Gli obiettivi principali erano i miglioramenti nella sicurezza, velocità e stabilità rispetto ai browser esistenti. Ci sono stati anche notevoli cambiamenti all’interfaccia utente rispetto agli standard precedenti.La virtual machine di Javascript è stata completamente riscritta. Le implementazioni esistenti erano state progettate per piccoli programmi dove le prestazioni e l’interattività non erano così importanti. Ma applicazioni come GMail usano i web browser al massimo, e la nuova virtual machine Javascript (denominata “V8”) è estremamente più veloce.
Chrome esegue ogni scheda o Plugin in processi separati; questo evita alle varie attività di interferire l’una con l’altra, migliorando sicurezza e stabilità complessiva.
Chrome contiene un Task Manager che permette di controllare quali siti stanno utilizzando più memoria, banda e cpu e consente di chiuderlie di controllare quali siti stanno utilizzando più memoria, banda e cpu e consente di chiuderli.
L’interfaccia principale include le icone indietro, avanti, ricarica, preferito e vai. Chrome include Google Gears che aggiunge il supporto offline a molte applicazioni web.Quando si crea una nuova scheda viene aperta la Pagina Nuova Scheda. Mostra le miniature dei nove siti più visitati e più cercati, le pagine inserite nei preferiti di recente e le schede chiuse di recente.L’Omnibox è la barra degli indirizzi presente sotto l’elenco delle schede; include la funzionalità di autocompletamento ma soltanto di quegli indirizzi che sono stati scritti a mano e non di tutti i link presenti, include inoltre suggerimenti di ricerca, le pagine più visitate, le più popolari (non visitate) e una ricerca nella cronologia.Le finestre Popup sono confinate nella scheda da dove provengono e non appariranno mai al di fuori a meno che l’utente non li trascini fuori intenzionalmente.Le schede sono il componente primario dell’interfaccia utente di Chrome e sono state spostate sopra i comandi invece che sotto come negli altri browser. Le schede possono essere trasferite facilmente in una finestra di Chrome separata semplicemente trascinandole fuori.Le applicazioni web possono essere lanciate nella loro finestra indipendente senza la barra degli indirizzi e ricerche Omnibox e, volendo, partendo da un’icona sul desktop portando la pagina ad assomigliare ad un vero e proprio programma ma non più installato sul proprio PC bensì scaricato dalla rete.Non c’è nessuna barra di stato visualizzata in fondo allo schermo; comunque, quando il mouse passa sopra ad un link, l’indirizzo viene visualizzato in una piccola finestra in basso a sinistra.VOTO: 9/10 DOWNLOAD
Bufala:Crollo delle torri gemelle 11/09/01
E come poterselo dimenticare? Un evento tanto inaspettato quanto terribile. Moltissimi morti e feriti. Subito il panico generale con conseguente riduzione delle libertà personali per minaccia terroristica. Si il terrorismo è, secondo la versione ufficiale, il grande nemico degli Stati Uniti. Osama Bin Laden è il capo del “male” che vuole distruggere gli infedeli.
NON E’ COSI’
E’ tutta una montatura per nascondere il fatto che gli edifici erano pieni di esplosivo, e sono stati fatti venire giù come in una normale demolizione.
NEVER FORGET-MAI DIMENTICARE CHE CI STANNO PRENDENDO IN GIRO E GIOCANDO CON LE VITE DI MILIARDI DI ESSERI UMANI.
Posto uno dei tanti video riguardanti la questione sull 11 settembre 2001
Natale: Delucidazioni
LA NASCITA IL 25 DICEMBRE
Il 24 dicembre, la stella dell’est Sirio (la più luminosa del cielo) si allinea con le 3 stelle più brillanti della Cintura di Orione. Queste 3 stelle sono chiamante fin dai tempi più antichi i “Tre re” (ma guarda un po’.. magari anche Gaspare, Melchiorre e Baldassarre??). I Tre re assieme a Sirio, il 25 dicembre si allineano esattamente con il punto in cui sorge il sole: i “Tre re” seguono la “stella dell’est” per trovare la “nascita del sole” (l’alba). Anticamente il calendario cominciava nella costellazione della Vergine, per questo “il sole nasce da una vergine”. Una cosa curiosa è che il simbolo antico della Vergine è , una M modificata e guarda caso la vergine madre di Gesù si chiamava Maria e la vergine madre di Horus si chiamava Iside Meri, ma anche Mirra la vergine madre di Adone e Maya la vergine madre di Buddha… tutti nomi che iniziano per M! Ma c’è ancora qualcosa di più curioso. La costellazione Virgo è da sempre chiamata “Casa del Pane” (infatti la Vergine è rappresentata da una donna che porta un covone di grano). A sua volta Betlehm si traduce dall’ebraico letteralmente come “Casa del Pane”!! Infatti l’originario nome dell’attuale Betlehm era “Ephrata” (fertilità) e anche nella Bibbia spesso viene chiamata Betlehm-Ephrata. C’è un antico oracolo del profeta Michea che recita: “E tu, Bet-Lehm di Ephrata, così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele”. Questa profezia viene citata con grande soddisfazione dai credenti e dai teologi perché è stata scritta 700 anni prima della nascita di Gesù Cristo ed è abbastanza chiara come dichiarazione, lascia poco spazio a fraintendimenti. Ma una volta saputi questi retroscena antichissimi di carattere mitologico/astrologico sembra chiaro come questa straordinaria e azzeccata profezia non sia altro che l’ennesima riproduzione di una storia già raccontata in passato per altre divinità legate al culto del sole e quindi nate nella “Casa del Pane” (cioè la costellazione Virgo). Poi c’è un altro fenomeno molto interessante che si verifica nei giorni fra il solstizio d’inverno (21/22 dicembre) e il 25 dicembre…
LA MORTE SULLA CROCE E LA RESURREZIONE DOPO 3 GIORNI
Dal solstizio d’estate al solstizio d’inverno, i giorni diventano più corti e freddi e il sole si muove (sempre apparentemente ovviamente) verso sud e diventa più piccolo e più debole. L’avvicinarsi al solstizio d’inverno per gli antichi voleva dire la fine dei raccolti e simboleggiava un processo di morte: la morte del Sole! E il giorno del solstizio d’inverno la morte del sole si realizza completamente. Infatti il sole, in quel giorno, raggiunge il punto più basso nel cielo. La cosa curiosa è che il sole per 3 giorni smette di muoversi verso sud (tengo sempre a precisare “apparentemente”). Durante questa pausa di 3 giorni, il sole rimane in prossimità della Croce del Sud: la costellazione “Crux”. Dopo questi 3 giorni, il 25 dicembre appunto, il sole torna a muoversi di 1° verso nord facendo presagire giorni più lunghi, calore e primavera. E questo fu detto: “Il Sole è morto sulla Croce, dopo 3 giorni è risorto di nuovo portando la salvezza!”. Gli antichi però celebravano la rinascita del sole solo all’equinozio di primavera (guarda caso nel periodo di Pasqua, ma guarda un po’ che caso!!). Questo perché a partire dall’equinozio di primavera, il sole ufficialmente superava la forza maligna dell’oscurità, infatti il giorno da quel momento diventa più lungo della notte e le condizioni rivitalizzanti della primavera emergono.
Ecco il vostro natale
Film:Zeitgeist
Zeitgeist è un film che personalmente mi ha cambiato la vita. Si possono fare mille discussioni e questioni sugli eventi narrati in questo film, ma la cosa più importante è che ci invita ad assumere uno spirito critico nei confronti nella vita, di non accettare tutto per partito preso. I soldi, la religione, la sete di potere sono argomenti che implicano una divisione, una differenza tra ricco e povero, una differenza tra cristiano e mussulmano, un inadeguato sfruttamento delle risorse che possediamo.
Massoneria:Il dollaro
Il dollaro statunitense, veicola molti simboli della massoneria. Analizziamoli:
1 – George Washington: Eletto presidente il il 30 aprile 1789,apparteneva già dall’età di 20-21 anni ai circoli massonici. La sua elezione fu fortemente voluta dal Gran Maestro di New York.
2 – A destra vi è il logo del dipartimento del tesoro e la data 1789. Data in cui è stato fondato il ministero del tesoro ma anche in cui è scoppiata la rivoluzione francese, molto collegata guarda caso alla massoneria. Ci sono dei simboli nel simbolo:
-La squadra con i 13 punti all’interno rappresenta la rigorosità morale e la perfezione, la squadra ha un angolo fisso che può essere usato come punto di riferimento costante.
-La chiave rappresenta la conoscenza esoterica
-La bilancia l’equilibrio delle forze in contrasto
3 – Se osserviamo con attenzione nell’angolo superiore destro della banconota, scopriamo che, appollaiato sull’angolo superiore sinistro del riquadro che ospita il numero, vi è un minuscolo gufo, simbolo del cosiddetto Bohemian Club (Club dei Boemi), una società segreta composta dai potenti della terra che si riuniscono nel Bosco Boemo (Bohemian Grove), nela contea Californiana di Sonoma. Il documentarista Alex Jones, riuscì ad infiltrarsi nel Bosco Boemoocculte di questa società i cui membri venerano il dio babilonese Moloch, rappresentato da un gigantesco gufo in pietra alto 15 metri che si troverebbe in quel bosco. I riti pagani dedicati al dio Moloch nell’antichità prevedevano sacrifici umani. Fra le personalità appartenenti a questo gruppo, figurano Richard Nixon, Gerald Ford, Ronald Reagan, Bill Clinton, George Bush Senior, George Bush Junior, Dick Cheney, Colin Powell, Donald Rumsfeld e molti altri (pare che il club conti più di 2000 membri). Questa associazione nacque nel 1872 a San Francisco. (nonostante fosse sorvegliato da guardie armate) e a realizzare un documentario circa le attività
4 – All’interno di un cerchio una piramide – o tronco di piramide – a base quadrata con un occhio al vertice.Si tratta infatti del «Delta Luminoso» «Piramide del Controllo» o anche «L’occhio che tutto vede».
Talmente importante è il suo «significato» che perfino Gustav Jung se n’è occupato: «il triangolo con dentro un occhio s’impone – sempre secondo il grande psichiatra svizzero – immediatamente ad ogni osservatore (a livello inconscio) indipendentemente dal livello di coscienza di chi lo sta guardando». Ciò significa che va a lavorare direttamente a livello inconscio bypassando la parte consapevole
.Sopra il vertice della piramide compare la scritta «Annuit Cœptis», anch’essa di «tredici» caratteri il cui significato è: «la provvidenza ha favorito il nostro impegno», «la divinità ha acconsentito» o anche «approva le cose iniziate». Sotto la base della piramide la scritta «contenente un evidente errore ortografico affinché la “divisa” «Novus Ordo Seclorum» risulti composta di 17 lettere invece di 18» Effettivamente la scritta corretta dovrebbe essere più o meno così: «Novus Ordo Secolorum». Perché allora inserire volutamente ad arte un errore? Cosa significherà mai il numero «diciassette»? Esso equivale alla «privazione della perfezione celeste altrimenti rappresentata dal numero 18» Il XVII Arcano è rappresentato da: «Le Stelle», ma indica anche la «perpetuazione» e «realizzazione» Come dire al mondo: «ecco a voi la realizzazione del Nuovo Ordine Mondiale».
Un altro simbolo curioso è invece la «farfalla» ai piedi della piramide. Per i greci la parola «psiche» significa anche «farfalla», oltreché naturalmente «anima». Quindi la piramide «sovrasta» e «sottomette» l’anima-psiche che sta alla base.
Ma quand’è che il «Delta luminoso» è stato utilizzato per la prima volta?
I primi ovviamente furono i membri dell’Ordine degli Illuminati, mentre nel dollaro la decisione di stamparlo fu presa solamente nel 1933 per volere del 31esimo presidente Franklin Delano Roosevelt. Un «presidente – tanto per cambiare – massone del 33esimo grado»
5 – Giriamo a questo punto il dollaro e passiamo al lato B. A destra, dentro un cerchio, l’animale per così dire ufficiale degli Stati Uniti d’America: l’aquila calva o aquila romana. Questa «ufficialità» l’ha sicuramente reso l’animale più diffuso in loghi e/o simboli governativi.
Senza nulla togliere agli altri animali, l’aquila per sua natura, è forse più «vicina» a Dio di qualsiasi altro animale. Il significato quindi è indubbiamente «divino». Essa infatti vola alta, sfiorando il cielo e osserva tutto e tutti. Nulla le sfugge dall’alto.
Nel dollaro, l’aquila tiene nel becco un nastro con la scritta latina «E Pluribus Unum» (Out of Many, One), composta da «tredici» caratteri, che significa: «Da Molti Uno». Il numero «tredici», come vedremo meglio più avanti, è presente numerose volte nella banconota:
– le frecce che l’aquila tiene negli artigli della zampa a destra;
– le foglie del ramo nella zampa sinistra;
– le strisce dello scudo centrale che coprono il corpo;
– le stelle sopra la testa dell’aquila (che unite formano una stella a sei punte, sic!)
– i gradini della piramide;
– le lettere della scritta «E Pluribus Unum»;
– le lettere scritta «Annuit Coeptis»;
Aldilà dell’ovvio riferimento ai tredici stati che formarono la prima confederazione americana (tuttora presenti come numero nelle tredici strisce bianche e rosse della bandiera statunitense), il significato del «tredici» in numerologia potrebbe riempire tranquillamente una intera enciclopedia. Nei 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi è raffigurato con la «Morte», intesa come trasformazione, cambiamento e rinascita. Nella tradizione cristiana, in cui Giuda il traditore è legato al tredici (Gesù più dodici apostoli), è considerato il numero della gerarchia infernale. Per alcuni studiosi dell’alfabeto ebraico il «tredici» è simbolo di distruzione e morte. Secondo invece Carmen Rettore, il tredici «oltre ad essere il numero cosmico del perdurare della presenza è anche il numero del “trasporto” e del “volo”». Cosa significa questo? «In pratica con questo numero – continua Carmen Rettore – viene data alla banconota la pulsazione di un movimento universale», della serie: un movimento di «circolazione» che «perdura, trascende e resiste per l’eternità». La conferma di quest’ultima affermazione, e cioè della «circolazione che perdura», sta nel fatto che il dollaro è sicuramente la banconota che circola maggiormente nel mondo e da tantissimo tempo.
Sanità:Film:Sicko di Michael Moore
Negli Stati Uniti, l’assistenza sanitaria non è garantita come qui in Italia, dallo stato ma da enti privati. Essendo appunto un ente privato a gestire buona parte dell’assistenza sanitaria, condizionato da niente se non dal guadagno, impone prezzi enormi. Moltissimi americani non possono sostenere le spese per questi medicinali e soprattutto per gli interventi.
Michael Moore recatosi in Inghilterra e in Francia rimarrà sbalordito da come funzionano le cose dalle nostre parti. Medicinali a pochi centesimi, visite gratuite, un mondo di cui neanche uno dei più grandi “oppositori” della politica statunitense pensava potesse esistere.