Un corso universitario si concentra su come risolvere il problema dei distributori di sapone “razzisti”

Il principio fondamentale è che i “pregiudizi razziali” sono incorporati nella tecnologia

Un corso dell’Università di Princeton incentrato sulla correzione della tecnologia “razzista” ha visto gli studenti concentrarsi su distributori di sapone che “non riescono a riconoscere le pelli piu’ scure” e fotocamere che non riescono a distinguere i volti neri, secondo un rapporto di Campus Reform.

Il corso è durato 15 settimane e ha visto gli studenti tentare di ribaltare quelli che sono stati descritti come “pregiudizi razziali costruiti nella tecnologia” e sviluppare invece “soluzioni attivamente antirazziste”.

Gli studenti sono stati incaricati di “costruire e testare sistemi che abbraccino l’antirazzismo come valore fondamentale”.

L’idea che i distributori di sapone difettosi siano un significante del razzismo istituzionale è stata spinta da Ruha Benjamin, professoressa di studi afroamericani a Princeton nel suo libro Race After Technology: Abolitionist Tools for the New Jim Code che postula che “le tecnologie emergenti possono rafforzare la supremazia bianca e aumentare le disuguaglianze sociali”.

Benjamin si ferma prima di affermare che la tecnologia è sviluppata per essere volutamente razzista, ma afferma che i prodotti “riflettono la società da cui provengono”.

Il rapporto Campus Reform rileva inoltre che gli studenti hanno “immaginato” uno strumento di realtà aumentata (AR) che consentirebbe alle persone di utilizzare i telefoni per “sostituire” automaticamente i nomi degli edifici che ritengono troppo razzisti.

Esempi di tali strutture erano gli edifici nel campus di Princeton che prendono il nome dal presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson e da Samuel Stanhope Smith, un ex presidente di Princeton.

Entrambi sono stati presi di mira perché gli uomini da cui prendevano il nome erano ritenuti avere “eredità razziste”.

I critici hanno notato che questo tipo di infiltrazione della giustizia sociale nell’istruzione è uno dei motivi per cui il pensiero woke sta diventando così prevalente nella società, con appelli a riscrivere letteralmente la storia, abbattere statue ed eliminare qualsiasi cosa ritenuta razzialmente insensibile, che a quanto pare ora include macchine rudimentali che depositano prodotti per la pulizia.

Fonte

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Pubblicato il 13 luglio 2021, in Uncategorized con tag , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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