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Terremoto: Secondo Wikileaks il Giappone era stato avvisato sulla tenuta della centrale nucleare
Il Giappone venne avvertito più di due anni fa dagli ispettori nucleari internazionali, che le sue centrali nucleari non erano in grado di sopportare forti terremoti, a quanto trapela da un cable di Wikileaks.
Un funzionario della Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA) ha affermato, nel dicembre 2008, che le norme di sicurezza erano ormai antiquate e che forti terremoti potrebbero rappresentare un “problema serio” per le centrali nucleari.
Il governo giapponese si impegnò a potenziare la sicurezza in tutte le sue centrali nucleari, il problema è capire se lo abbiano fatto seriamente o no, visto quello che è successo.
Anche se alcune misure cautelative sono state prese, nel reattore di Fukushima, venne costruito un centro di risposta per l’emergenza, ma fù progettato per sopportare al massimo un terremoto di magnitudo 7,0. Il devastante terremoto di Venerdì aveva magnitudo 9,0.
La notizia è tale da mettere ulteriore pressione sul Primo Ministro giapponese, Naoto Kan, che è stato criticato per aver “tentennato” per quanto riguarda la risposta del Paese alla crisi in corso presso la centrale nucleare di Fukushima.
Il panico si è già diffuso in tutto il Giappone, dopo la notizia che una terza (e una quarta) esplosione presso l’impianto avrebbero danneggiato l’involucro protettivo intorno al nocciolo del reattore, aumentando il rischio di fughe radioattive.
Il governo stava considerando di utilizzare degli elicotteri per spruzzare acqua sopra Fukushima per limitare la diffusione di particelle radioattive come parte dei suoi tentativi sempre più disperati per tenere la situazione sotto controllo. (Fallito)
Preoccupazioni e avvertenze sulle centrali nucleari in Giappone, uno dei paesi più sismograficamente attivi al mondo, sono state sollevate nel corso di una riunione del G8 dal Nuclear Safety and Security Group a Tokyo nel 2008.
Un cable dell’ambasciata Usa ottenuto dal sito Wikileaks e analizzato dal The Daily Telegraph cita un anonimo esperto che ha espresso la sua preoccupazione nei riguardi delle istruzioni su come proteggere le centrali nucleari dai terremoti che erano state aggiornate solamente 3 volte nel corso degli ultimi 35 anni.
Il documento afferma: “Egli [il funzionario dell’AIEA] ha spiegato che le guide di sicurezza sono state riviste solamente tre volte negli ultimi 35 anni e che l’AIEA le sta ora riesaminando.
“Inoltre, il presentatore ha notato come alcuni dei recenti terremoti in alcuni casi abbiano superato il limite di progettazione di alcune centrali nucleari e che questo grave problema è allo studio di nuovi sistemi di sicurezza anti terremoti.”
I cables rivelano anche come il governo giapponese fosse andato contro ad un ordine del tribunale di chiudere un impianto nucleare nella zona occidentale a causa delle preoccupazioni di non poter resistere ai forti terremoti.
Il tribunale ha stabilito che, essendo la zona popolata e quindi potenzialmente esposta alle radiazioni, fosse meglio chiudere l’impianto che venne costruito con delle specifiche molto antiquate e in grado di sostenere una magnitudo di soli 6.5 gradi. Venerdì scorso il terremoto, 81 miglia al largo della costa del Giappone, aveva magnitudo 9,0.
Tuttavia, un cable del marzo 2006 ha riferito che le preoccupazioni della Corte non sono state condivise dall’agenzia per la sicurezza nucleare del paese.
Afferma che: “La Nuclear and Industrial Safety Agency giapponese crede che il reattore sia sicuro e che tutte le analisi di sicurezza sono state adeguatamente condotte.”
Il governo ha annullato la sentenza con successo nel 2009.
Un altro cable inviato a Washington, riassume le preoccupazioni locali, riguardo al fatto che una nuova generazione di centrali giapponesi che riciclano il combustibile nucleare siano già compromesse per quanto riguarda la sicurezza.
Il cable rivela anche come Taro Kono, un membro di alto profilo della camera bassa del Giappone, ha detto ai diplomatici statunitensi nel mese di ottobre 2008 che il governo sta “coprendo” gli incidenti nucleari.
Affermò che il governo stava ignorando sistematicamente qualsiasi forma di energia alternativa, come l’energia eolica.
Il cable afferma: “Accusò il METI [il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria] di nascondere gli incidenti nucleari e di offuscare i veri costi e le problematiche associate all’industria nucleare”. Ha aggiunto che la sismicità del Giappone sollevò preoccupazioni sulla sicurezza riguardo lo stoccaggio del materiale nucleare.
Kan non era in carica al momento in cui vennero esplicitate le preoccupazioni sul nucleare. Divenne ministro della scienza e della tecnologia nel 2009 e primo ministro nel giugno 2010.
Wikileaks: Il complotto sugli Ogm raggiunge i più alti vertici del governo statunitense
I recenti cables di Wikileaks hanno trattato delle strategie politiche e di guerra degli Stati Uniti, fatto il quale ha portato alcune persone a concludere che le informazioni trapelate siano una possibile minaccia alla sicurezza nazionale.
Ma in questo caso, i cables di Wikileaks fanno trapelare informazioni sulla politica alimentare globale e sui funzionari statunitensi coinvolti. Ciò che si evince è che vi è un complotto, creato dalla Monsanto, per forzare la vendita e l’uso a livello mondiale di alimenti e sementi geneticamente modificati.
Nel 2007, l’allora ambasciatore statunitense in Francia, Craig Stapleton organizzò una rappresaglia contro i paesi europei a causa delle loro politiche anti-ogm. I cables diplomatici degli Stati Uniti pubblicati da Wikileaks mostrano la battaglia portata avanti dall’amministrazione Bush per vendicarsi contro l’Europa ed il suo rifiuto di utilizzare sementi geneticamente modificate.
Nel cable trapelato, Stapleton scrive: “L’Europa sta compiendo passi indietro invece che in avanti su questo tema, con la Francia che sta giocando un ruolo da protagonista, insieme ad Austria, Italia e Commissione Europea …Una rappresaglia renderà chiaro che il percorso attuale ha dei reali costi per gli interessi europei e potrebbe contribuire a rafforzare la voce europea pro-biotech. ”
L’ Ambasciatore Stapleton aggiunge: “Si raccomanda di calibrare dei target specifici per la rappresaglia i quali provocheranno alcuni problemi in tutta l’UE, ma che si concentrerà soprattutto sugli stati più impegnati nell’ostacolare gli OGM. L’elenco dovrà essere ben calibrato e dovrà essere sotenibile sul lungo termine, dal momento che non dovremmo aspettarci un tempestivo cambiamento di rotta”.
In una intervista con Amy Goodman a Democracy Now, Jeffrey Smith, direttore esecutivo dellInstitute for Responsible Technology afferma che è da anni che il governo degli Stati Uniti è culo e camicia con la Monsanto, cercando di promuovere gli OGM e l’agenda della Monsanto in tutto il mondo.
“Questo mette a nudo”, osserva Smith, “i meccanismi di questo sforzo. Abbiamo Craig Stapleton, ex ambasciatore in Francia, che chiede in particolare al governo degli Stati Uniti di vendicarsi e di causare alcuni danni in tutta l’Unione europea. Poi, due anni dopo, nel 2009, abbiamo un cable dell’ambasciatore alla Spagna, dove gli Stati Uniti chiedono di intervenire, invocando l’aiuto del governo spagnolo per formulare una strategia biotech e sostenere gli elementi del governo spagnolo che supportano gli OGM. In questo passaggio, in modo specifico, viene indicata la collaborazione con il direttore della Monsanto per creare le politiche e le strategie per promuovere l’agenda OGM in Spagna “.
Anche se il mais geneticamente modificato è stata la prima semente approvata per la coltivazione diffusa nell’Unione europea – in particolare il mais (NK 603, MON 810, MON 863) – i singoli paesi si fecero avanti per vietare questi semi. Così, nel 2007, Smith affermò che la Monsanto e il settore boitech, con l’aiuto del governo degli Stati Uniti, formularono una strategia per costringere questi paesi ad accettare le prime sementi geneticamente modificate.
Da allora, ci furono altre prove – a dimostrazione che questo mais geneticamente modificato danneggia i topi e i ratti, può causare una riduzione della fertilità, una prole più debole fisicamente, e un sistema immunitario inefficente. Come osserva Smith, queste preoccupazioni sono state ignorate sia dalla European Food Safety Authority che dall’FDA statunitense.
GLI STUDI HANNO CONCLUSO CHE LE TRE VARIETA’ DI MAIS GENETICAMENTE MODIFICATO SONO DANNOSE PER I MAMMIFERI
Il comitato indipendente per gli studi e la ricerca sull’ingegneria genetica partecipò ad uno studio pubblicato sull’International Journal of Biological Sciences, che dimostra la tossicità nei mammiferi di tre varietà di mais geneticamente modificate della Monsanto.
I ricercatori hanno concluso che questi tre organismi geneticamente modificati (GM mais NK 603, MON 810 e MON 863) non sono abbastanza sicuri per essere distribuiti commercialmente perché i livelli di tossicità nei reni e nel fegato dei ratti studiati in laboratorio risultano alti quando esposti a queste tre tipologie di mais. Altri effetti sono stati anche notati nel cuore, nelle ghiandole surrenali, nella milza e nel sistema ematopoietico.
Smith aggiunge che nel mais MON 810, “è stato scoperto un gene che in condizioni normali è latente, ma che in queste sementi si “accende” creando un allergene. I ricercatori hanno scoperto anche che 43 geni diversi sono stati manipolati, il che significa che vi è stata una profonda modifica genetica in queste colture che non sono state sottoposte al vaglio della FDA americana o di altre autorità regolamentanti in tutto il mondo prima di essere messe in commercio “.
Il telegraph riporta che nei nuovi cables rilasciati, si può osservare come i diplomatici statunitensi in tutto il mondo abbiano promosso le colture OGM con mosse governative strategiche e con l’imperativo della loro commercializzazione.
L’AMBASCIATA USA FA PRESSIONI SUL PAPA AFFINCHE’ APPROVI LE COLTURE GENETICAMENTE MODIFICATE
John Vidal, ambientalista che lavora per il Telegraph scrive: “I cables dall’ambasciata Usa in Vaticano dimostrano come gli Stati Uniti siano convinti che il papa sia ampiamente favorevole alle colture Ogm dopo aver pressato gli alti consiglieri della Santa Sede … Il consigliere speciale del Dipartimento di Stato americano sulle biotecnologie assieme ai consulenti del governo sulle biotecnologie con sede in Kenya hanno fatto pressioni su personaggi di spicco all’interno del Vaticano per convincere il papa a dichiarare il suo appoggio.
I CABLES DIMOSTRANO CHE I DIPLOMATICI USA LAVORANO PER LA MONSANTO
Nel cable di Wikileaks si legge: “In risposta alla recente urgente richiesta del (Ministero spagnolo degli Affari Rurali), il sottosegretario di Stato Josep Puxeu e la Monsanto, hanno richiesto un rinnovato sostegno del governo statunitense a supporto della biotecnologia agricola spagnola …”.
Come sottolinea Smith, i sopracitati – cioè i funzionari degli Stati Uniti, la Monsanto, e l’industria biotech – lavorano assieme per cambiare le politiche sulle biotecnologie in ogni singolo paese.
Spagna e Stati Uniti hanno lavorato a stretto contatto per convincere l’UE a non rendere più rigide le leggi sulla biotecnologia agricola. In un cable, l’ambasciata a Madrid scrive:
“La Spagna è stato il primo paese dell’UE a far crescere mais geneticamente modificato ed ora possiede quasi il 75 per cento dei raccolti MON810 dell’UE – quasi 200.000 ettari. Durante un incontro del 13 maggio con il direttore della Monsanto per le Biotecnologie di Spagna e del Portogallo, venne detto ai funzionari dell’ambasciata che la Spagna sta diventando ogni giorno di più un bersaglio per le forze anti-biotecnologie in Europa e che le coltivazioni spagnole di mais MON810 è gravemente minacciata. Il sentimento che fa da eco dall’altra parte e cioè dai sostenitori delle biotecnologie agricole per quanto riguarda il divieto di coltivare mais MON810 in Spagna, è che “Se la Spagna cade, il resto d’Europa seguirà.”
Come osserva il Telegraph, i cables dimostrano non solo che il governo spagnolo ha chieso a quello statunitense di mantenere la pressione su Bruxelles, ma che gli Stati Uniti sapevano in anticipo cosa avrebbe votato la Spagna, anche prima che la Commissione spagnola sulle biotecnologie avesse deliberato sull’argomento.
LE “BLACK OPS” DELLA BLACKWATER PER LA MONSANTO
In un articolo di Jeremy Scahill, scritto per il The Nation, Scahill afferma che la Blackwater, attraverso la Total Intelligence, ha cercato di diventare il “braccio dell’intelligence” della Monsanto, offrendo operatori che si infiltrassero tra i gruppi degli attivisti che sono sfavorelo agli OGM e alla Monsanto.
Scahill è un giornalista investigativo americano e autore di Blackwater: The Rise of the World’s Most Powerful Mercenary Army. Scahill afferma che il coordinatore delle attività segrete della Blackwater, è l’ex paramilitare della CIA Enrique “Ric” Prado, ha istituito una rete globale di operatori stranieri, che agiscono in tutto il mondo per supportare (molto spesso con la corruzione) i cibi geneticamente modificati.
Wikileaks: La famiglia Gheddafi una rete di avidità e nepotismo
I figli di Muammar Gheddafi negli ultimi mesi sono stati impegnati a coprire scandali che sembrano intessere la trama per una “soap opera libica”, tra cui pubblicità negativa derivante da un uso stravagante della ricchezza, come per il concerto privato da un milione di dollari della diva pop Beyonce, stando ad un nuovo lotto di “cables” segreti rilasciati mercoledì.
Le valutazioni dei diplomatici statunitensi sono state pubblicate dal sito web di WikiLeaks dopo che Gheddafi si era pronunciato sul fatto che avrebbe combattuto fino “all’ultima goccia di sangue” per sedare una rivolta contro i 42 anni del suo regime dittatoriale. Almeno 300 manifestanti (ora il numero si attesta attorno ai 10 000 morti e i 50000 feriti) si ritengono stati uccisi dalle forze filo-governative nell’ultima settimana di scontri.
La rabbia crescente sul comportamento grossolano della prole di Gheddafi, come ad esempio con il figlio Annibale che nel 2.008 venne arrestato per aver picchiato i dipendenti di un hotel in Svizzera, può aver contribuito ad accendere la scintilla che ha fatto infiammare la rivolta. “La famiglia è stata una spina nel fianco di recente,” valuta un “cable” di un anno fa.
I diplomatici presso l’ambasciata Usa nella capitale libica di Tripoli descrivono come i figli di Gheddafi si sono impossessati di molto potere e di influenza, apparentemente trattando il paese come loro feudo personale.
Muhammad, il figlio maggiore, magnate della telecomunicazioni, l’altro figlio, Muatassim, è stato Consigliere della Sicurezza Nazionale, Annibale era influente nella navigazione marittima, Khamis comandava una unità militare d’elite, mentre la figlia Aisha gestiva una organizzazione semi-governativa. Ad un altro figlio, Saadi, è stato dato il compito di istituire una Export Free Trade Zone in Libia occidentale.
Seif al-Islam Gheddafi ha coltivato un’immagine rispettabile, come volto della Libia verso l’Occidente, c’è gente del posto che mira a succederli, si legge in un “cable” del 2010. Tuttavia, tale immagine è stata distrutta in un solo istante all’inizio di questa settimana quando è apparso in tv per minacciare i manifestanti anti-governativi, se fosse persistita la rivolta.
I confidenti descrivono i figli di Gheddafi come delinquenti, dicendo che “nessuno può mettersi in mezzo o rifiutare queste persone senza soffrirne le conseguenze, in particolare quando la questione ha a che fare con il denaro”, espone il “cable”.
Un altro dispaccio del 2008 descrive come il finanziamento pubblico sia stato utilizzato per capitalizzare la società di trasporto marittimo di Annibale. La “stretta integrazione di interessi privati e pubblici in molti degli elementi chiave dell’economia della Libia” sono diventanti evidenti quando la Libia ha rapidamente interroto le spedizioni di petrolio in risposta alla detenzione in Svizzera per aver picchiato gli inservienti dell’albergo.
Due anni più tardi, il “cable” citato riferisce che Annibale maltrattati fisicamente la moglie Aline.
Nel 2009, Aline minacciò di lasciare Annibale e fuggì a Londra, a quanto riporta il “cable”. “Hannibal a seguito Aline a Londra, e l’incontro terminò con un assalto”, dice il “cable”. La madre di Annibale, Safiya e la sorella Aisha, hanno poi convinto Aline a riferire alla polizia che si fosse ferita in un incidente non parlando dell’abuso, secondo i diplomatici.
Saadi venne descritto come persona dal passato travagliato, tra gli scontri con la polizia in Europa, l’abuso di droghe e alcool, e l’eccessiva festa, da quanto ci riferisce un “cable” del 2009. E ‘stato un obiettivo importante per il regime creare “un’apparenza di utilità” ai bambini di Gheddafi, ci dice il rapporto.
L’ostentazione di ricchezza stava iniziando a danneggiare l’immagine della famiglia, ci dicono i diplomatici. Questi ultimi ci dicono anche che Muatassim “ha trascorso la fine del 2010, nella stessa maniera in cui ha trascorso quello del 2009 – con un viaggio di Capodanno a St. Bart’s – assieme ad abbondanti quantità di alcool e con una spese milionaria un concerto personale di Beyonce, Usher e altri musicisti.”
“La famiglia ha fornito agli osservatori locali abbastanza lordura per mettere su una soap opera libica”, conclude il cable del 2010.
I diplomatici hanno anche osservato una “acuta discordia” tra i fratelli Gheddafi. La rivalità crescente – in assenza di un meccanismo di successione e tra le voci sui problemi di salute di Gheddafi – “questo potrebbe svolgere un importante, se non un determinante, ruolo nella maniera in cui la famiglia riuscirà a mantere il potere dopo che l’autore della rivoluzione sarà uscito dalla scene politiche “, da un dispaccio del 2009.
Cablegate: Berlusconi in declino come il paese
Le valutazioni della diplomazia statunitense contenute nei nuovi documenti segreti. “La reputazione in Europa è lesa”. “Il premier danneggia l’Italia ma ci è utile e non dobbiamo abbandonarlo, alla fine ne trarremo vantaggi”
Quattromila cables riservati filtrati dall’ambasciata Usa a Roma, oltre 30 mila pagine di documenti finora segreti che raccontano l’Italia e i suoi protagonisti dal punto di vista critico e sferzante del suo più importante alleato. E molti di questi con un denominatore comune: il declino del ruolo internazionale dell’Italia è strettamente legato all’immagine di Silvio Berlusconi, l’uomo che la guida e la condiziona dal 1994, l’anno della sua discesa in campo. Dal 2002 al 2010 parlano ambasciatori, segretari di Stato, diplomatici di alto livello, politici di primo piano. Tutte comunicazioni rigorosamente classificate. Tutte rigorosamente destinate a restare riservate. Tutte, adesso, contenute nei cables che WikiLeaks ha ottenuto e che l’Espresso, in collaborazione con Repubblica, comincia da oggi a pubblicare.
UN PREMIER CHE OFFENDE TUTTI
“Il premier Silvio Berlusconi con le sue frequenti gaffes e la scelta sbagliata delle parole” ha offeso nel corso del suo mandato “quasi ogni categoria di cittadino italiano e ogni leader politico europeo”, mentre “la sua volontà di mettere gli interessi personali al di sopra di quelli dello Stato ha leso la reputazione del Paese in Europa ed ha dato sfortunatamente un tono comico al prestigio dell’Italia in molte branche del governo degli Stati Uniti”.
E’ il febbraio del 2009 quando Ronald Spogli, ambasciatore americano in Italia nominato dal Presidente George W. Bush,
si congeda dal suo mandato e scrive al nuovo segretario di Stato Hillary Clinton un memoriale intitolato “What can we ask from a a strong allied” (Cosa possiamo chiedere ad un forte alleato), classificato come Confidential e che ha un sapore profetico. Non è ancora esploso lo scandalo di Noemi Letizia, non è apparsa all’orizzonte la escort Patrizia D’Addario, non c’è ancora traccia dei festini di Arcore, né delle accuse di sfruttamento della prostituzione minorile con la marocchina Ruby, né delle pressioni sulla questura di Milano per procurarsi il silenzio della vittima. Le leggi ad personam proposte per tutelare il primo ministro dalle conseguenze dei processi in corso non sono state ancora respinte e non ha raggiunto l’apice il violento conflitto con la magistratura. Ma ad inizio 2009 il premier, visto dagli Usa, è già un uomo debole, prigioniero dei suoi conflitti di interesse e dell’evidenza internazionale dei suoi abusi di potere. Quindi bisognoso dell’aiuto americano per legittimarsi sul piano interno e estero e come tale disponibile, quando richiesto, a comportarsi come “il migliore alleato”. Berlusconi insomma non è nelle condizioni di dire alcun “no” a chi lo sostiene. Una sorta di ostaggio, che accetta volentieri tutte le richieste in termini di impegno militare e politico negli scacchieri strategici che vanno dall’Afghanistan alla ricollocazione dei prigionieri di Guantanamo, dalle basi sul territorio italiano alle sanzioni all’Iran. Un prezzo che finora non si sapeva di aver pagato.
L’IMMAGINE DI UN PAESE IN DECLINO
“Il lento ma costante declino economico dell’Italia – scrive l’ambasciatore Spogli – compromette la sua capacità di svolgere un ruolo nell’arena internazionale. La sua leadership spesso manca di una visione strategica. Le sue istituzioni non sono ancora sviluppate come dovrebbero essere in un moderno paese europeo. La riluttanza o l’incapacità dei leader italiani a contrastare molti dei problemi che affliggono la società, come un sistema economico non competitivo, l’obsolescenza delle infrastrutture, il debito pubblico crescente, la corruzione endemica, hanno dato tra i partner l’impressione di una governance inefficiente e irresponsabile. Il primo ministro Silvio Berlusconi è il simbolo di questa immagine”. Spiega Spogli: gaffes e preminenza per gli interessi personali, assieme “al frequente uso delle istituzioni pubbliche per conquistare vantaggi elettorali sui suoi avversari politici, la sua preferenza per soluzioni a breve termine hanno danneggiato la reputazione dell’Italia in Europa”. Un’immagine che Berlusconi tenta di rivitalizzare con iniziative che lasciano perplessi gli Usa. L’Italia – annota Spogli – “fa molti sforzi, alcuni seri altri meno, per mantenere una posizione di rilevanza e influenza”. Come quando “si propone nel ruolo di grande mediatore delle crisi mondiali, un ruolo autoconferitosi che alcuni politici, specialmente il premier Silvio Berlusconi, pensano possa conferire grande visibilità senza praticamente spendere alcunché”. O come quando, senza alcun coordinamento, ritiene di avere i titoli per “mediare tra la Russia e l’Occidente, impegnarsi con Hamas e Hezbollah, stabilire nuovi canali di negoziato con l’Iran, espandere l’agenda del G8 con mandati al di là di ogni riconoscimento”.
Insomma, una politica assolutamente velleitaria. Con costernazione Spogli prende atto che in una puntata di “Porta Porta” Berlusconi annuncia il ritiro dall’Iraq: svegliati in piena notte i generali Usa a Baghdad e mandata la trascrizione della puntata tv al Pentagono. Esterrefatto l’ambasciatore registra che mentre Israele bombarda Gaza il Cavaliere rilancia l’idea del tutto estemporanea di costruirvi alberghi e resort, annunciando che potrebbe “trovare investitori”. Allibito informa Washington che il premier ha una sua strategia per la Siria, visto che l’allora moglie Veronica “ha conosciuto la consorte di Assad a Damasco”, e dice: “Dovremmo coinvolgerla…”
Ma a Washington sono pragmatici. Si deve abbandonare un alleato pasticcione, in declino economico e inviso alle cancellerie europee per idiosincrasia politica?. “No – scrive Spogli alla Clinton – non dobbiamo. Dobbiamo anzi riconoscere che un impegno di lungo termine con l’Italia e i suoi leader politici ci darà importanti dividendi strategici adesso e in futuro”
IL DIVIDENDO DI WASHINGTON
Cosa può incassare l’America da questo governo? Spogli è esplicito. “L’Italia ci permetterà di consolidare i progressi fatti faticosamente nei Balcani negli ultimi vent’anni, le loro forze armate continueranno a giocare un ruolo importante nelle operazioni di peacekeeping in Libano e in Afghanistan, e, infine, il territorio italiano sarà strategico per l’Africom (United States African Command)”, l’organismo costituito nel 2008 dalla Difesa Usa per coordinare gli interventi militari in Africa: comando a Stoccarda, ma bombardieri di stanza a Vicenza, nella base Dal Molin, e portaerei della VI flotta a Napoli. ” Se useremo una forte pressione – sostiene inoltre Spogli – l’Italia eserciterà la sua influenza economica in Iran per mandare a Teheran un chiaro segnale che potrebbe influire sulla loro politica di sviluppo nucleare”. E anche sul fronte del terrorismo Washington sa che Roma spalancherà le sue porte. Già nel febbraio 2009 Spogli avverte infatti che l’Italia si sta diligentemente preparando ad esaudire “quelle che ritengono saranno tra le nostre prime richieste, il farsi carico della custodia di alcuni detenuti nella prigione di Guantanamo (il ministro Frattini ufficializzerà la decisione 4 mesi dopo, ndr.) e un maggiore sforzo militare in Afghanistan (l’Italia sorprenderà gli Usa aggiungendo altri 1200 soldati ad Herat, portando il contingente schierato ad un totale di 4200 uomini).
L’unica vera preoccupazione è il rapporto tra Roma e Mosca, tra Berlusconi e Putin. Gli Usa vogliono controbilanciare la crescente influenza russa sul fronte dell’energia, e notano con disappunto che “l’Italia, sfortunatamente, invece la favorisce”. Sui rapporti tra Berlusconi e Putin il punto di vista americano è noto. L’ambasciata Usa anche dopo la sostituzione di Spogli con David Thorne è in allarme e agisce su più fronti. Stimola il ritorno al nucleare, interviene sul governo per spezzare l’asse con Mosca e suggerisce: “dobbiamo far capire a Berlusconi che ha una relazione personale con noi e dobbiamo assecondare la sua convinzione di essere uno statista esperto”. Ma l’operazione non è facile, il legame del cavaliere con “il suo amico Vladimir” è solida e ha radici misteriose. tanto misteriose da indurre Hillary Clinton nel gennaio 2010 a chiedere alle rappresentanze diplomatiche interessate di indagare sulle “possibili relazioni e investimenti personali che legano Putin e Berlusconi e che possono influenzare la politica energetica dei due paesi”, e di svelare ” i rapporti tra l’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni, i top manager dell’Eni e i membri del governo italiano, specialmente il premier e il ministro degli esteri Frattini”. Gli americani si troveranno davanti ad un muro: in un cable un diplomatico italiano spiega che “tutto avviene direttamente tra Berlusconi e Putin”.
UN PREZZO IRRISORIO DA PAGARE
Pasticciona e in difficoltà, l’Italia chiede aiuto agli Usa quando si accorge che l’organizzazione del G8 a L’Aquila comincia a fare acqua. Gli americani se ne sono già accorti, e una serie di cables descrivono la tensione nell’ambasciata di Roma: il flop può tramutarsi in una debacle per Berlusconi, già colpito dalle prime rivelazioni sugli scandali sessuali. Scatta il soccorso all’utile alleato: “Berlusconi – annotano – ha bisogno di mostrarsi un leader credibile a livello internazionale per ripulire la sua immagine, e ci sarà tremenda attenzione” al trattamento che riceverà dagli altri capi di stato e di governo. Obama acconsente e in Abruzzo il presidente “abbronzato” è gentile e comprensivo. Il vertice è un successo, il Cavaliere è salvo, l’opposizione politica è sconfitta
CONDANNATI ALL’INSTABILITA’
Gli americani capiscono dunque che con Berlusconi dovranno conviverci. A lungo. E sfruttarne le debolezze, che utilitaristicamente diventeranno per Washington preziose cambiali in bianco, da riscuotere all’occorrenza. Ne sono consci già prima delle elezioni del 2008, che – dopo la caduta della litigiosa coalizione guidata da Romano Prodi – riporteranno a Palazzo Chigi il Cavaliere, vittorioso su Walter Veltroni. “Se vince Veltroni la situazione sarà eccellente – scrivono da Roma a Washington – se ritorna Berlusconi sarà molto eccellente”. Ne sono ancora più convinti dopo il G8 de L’Aquila. Non apprezzano la magistratura, definita “una casta inefficiente e autoreferenziale”, priva di controllo e che condiziona la vita politica; non credono nei dissidenti della maggioranza; giudicano il Pd disorganizzato. E anche quando la Corte Costituzionale boccia il lodo Alfano non si preoccupano: Berlusconi resisterà. Temono invece gli effetti sul Paese dello scontro con il presidente Napolitano. Il Presidente è visto come una figura assolutamente cruciale per la stabilità del Paese, è stimato e seguito. Il Quirinale non si tocca, è un assoluto punto di riferimento. “Gli attacchi a una figura molto rispettata potrebbero essere presi male da molti italiani e determinare più ampie divisioni tra le due istituzioni”.
È uno scenario preoccupante, ma che porta anche dei vantaggi. Il premier infatti “per difendersi dai processi si dovrà distrarre dal lavorare per il popolo italiano”. Ma ci sono altri referenti pronti a lavorare per gli Usa. I ministri Frattini e La Russa, ad esempio, vengono definiti particolarmente ansiosi di collaborare. Mentre ad Arcore continuano i festini, il business può proseguire.
Cablegate: Il consenso segreto del Vaticano per gli OGM
Mentre si accende il dibattito sul fatto che gli OGM siano idonei o meno al consumo, la Chiesa cattolica ha preferito non sbilanciarsi pubblicamente su questo argomento.
Nonostante questo tentativo di rimanere pubblicamente neutrale, Wikileaks ha recentemente scoperto un “cable” da Christopher Sandrolini, un diplomatico degli Stati Uniti presso la Santa Sede, che dimostra l’approvazione clandestina del Vaticano delle colture geneticamente modificate.
“I recenti colloqui tra Santa Sede, i funzionari della USAID e i rappresentanti dell’EB in visita al vaticano hanno confermato la cauta accettazione del cibo Ogm da parte della Santa Sede. I funzionari del Vaticano hanno affermato che i cibi geneticamente modificati, non sarebbero un problema per la Santa Sede” si legge nella nota.
Deniza Gertsberg scrive che mentre nel 2000, la Pontificia Accademia delle Scienze ha dato una approvazione preliminare, più recentemente, alcuni dei suoi membri hanno verbalmente appoggiato gli OGM.
Nonostante le censure agli organi scientifici che studiano il fenomeno OGM per quanto riguarda l’impatto sulla salute e sull’ambiente, è stato riconosciuto che la loro adozione su larga scala sarebbe disastrosa per gli agricoltori, specialmente per quelli nei paesi in via di sviluppo.
“… Il problema principale per la Chiesa continuerà ad essere il punto di vista economico del cibo OGM. Molti nella Chiesa hanno il timore che queste tecnologie danneggino gli agricoltori dei paesi in via di sviluppo poichè aumentano l’interdipendenza dagli altri e perchè, semplicemente, servono ad arricchire le società multinazionali” prosegue la nota.
Cablegate: Società tedesca consiglia agli Usa di sabotare i siti nucleari iraniani
Il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, mentre ispeziona la centrale nucleare di Natanz, bersaglio del virus Stuxnet.
Un “cable” trapelato dall’ambasciata statunitense rivela che una influente società tedesca ha “consigliato” agli Stati Uniti di adottare una politica che miri a “sabotare” le strutture nucleari clandestine dell’Iran, si cita l’utilizzo del computer hacking e il provocare “inspiegabili esplosioni”.
Volker Perthes, direttore dell’istituto, finanziato dal governo tedesco, per la Sicurezza e gli Affari Internazionali, ha detto ai funzionari Usa a Berlino, che le operazioni sotto copertura sarebbero “più efficace di un attacco militare” nel limitare le ambizioni nucleari iraniane.
Un sofisticato virus, Stuxnet, si è infiltrato nell’impianto nucleare di Natanz lo scorso anno, ritardando il programma iraniano di alcuni mesi. Il New York Times questa settimana ha riportato che Stuxnet fù un’operazione congiunta USA-Israele.
Lunedi’, il capo negoziatore nucleare iraniano ha accusato gli Stati Uniti dell’attacco informatico. Saeed Jalili ha detto alla NBC News di un’indagine che ha portato a scoprire che gli Stati Uniti sono stati coinvolti in un attacco che apparentemente avrebbe chiuso un quinto delle centrifughe nucleari iraniane nel mese di novembre. “Ho visto alcuni documenti che dimostrano la partecipazione [USA],” ha dichiarato.
Un “cable” diplomatico inviato dall’ambasciatore degli Stati Uniti in Germania, Philip Murphy, nel gennaio 2010, riporta che Perthes disse che una politica di “sabotaggio segreto” (inspiegabili esplosioni, incidenti, pirateria informatica, ecc) sarebbe stato più efficace di un attacco militare, i cui effetti nella regione avrebbero potuto essere “devastanti”.
Perthes è uno dei maggiori esperti occidentali sull’Iran. Un precedente “cable” diplomatico, inviato da Murphy il 14 dicembre 2009 ha dimostrato che il suo consiglio venne ascoltato da politici e funzionari – tra cui Condoleezza Rice, l’ex segretario di stato americano.
Murphy riporta: “La maggior parte degli ospiti seduta al tavolo delle trattative non era d’accordo con le tematiche di Perthes riguardo la questione Iran.”E’ stato sorprendente un atteggiamento del genere, da un gruppo di personalità di alto livello che lavorano operativamente sulla questione Iran”.
In un’intervista con il Guardian, Perthes ha detto che l’ambasciatore riflette perfettamente la sua idea, “degli incidenti inspiegabili” o “dei problemi informatici” sono certamente meglio che degli attacchi militari. – Una escalation militare contro l’Iran – deve essere evitata.
“Rispetto alle azioni militari, questi atti hanno il vantaggio che la leadership del paese interessato non avrebbe necessità di rispondere – quando tutti sono d’accordo sul guasto tecnico, non c’è bisogno di sparare o bombardare. Tutti capirebbero il messaggio e cioè che certe innovazioni sono inaccettabili per il paese contrapposto (USA ISRAELE).
“Il mio intuito, fù all’inizio del 2010 – senza avere alcuna conoscenza specifica – Che alcuni paesi si stessero preparando a rallentare il programma nucleare iraniano attraverso atti di sabotaggio, o di pirateria informatica”
I funzionari americani e israeliani rifiutarono di commentare il loro coinvolgimento in Stuxnet riportato ieri. Tuttavia, i “cables” trapelati indicano quali tecniche utilizzare per creare danni al programma nucleare iraniano – compresi potenti cyber attacchi – una soluzione che ha cominciato a riscuotere pareri positivi all’interno dei circoli diplomatici degli Stati Uniti lo scorso anno.
Il presidente George Bush ha approvato un piano da $ 300m (£ 189m) su progetti segreti contro l’Iran, capendo di dover includere il progetto Stuxnet, prima di lasciare la poltrona di presidente nel 2009.
Le probabilità di un attacco militare contro l’Iran sono ormai scemate, in parte a causa del successo di Stuxnet, ma anche grazie all’assassinio di due scienziati nucleari iraniani lo scorso anno, il cui mandante fù Israele.
Stuxnet ha spazzato via circa un quinto delle centrifughe utilizzate per arricchire l’uranio a Natanz in Iran nell’agosto dello scorso anno. Gli esperti di sicurezza hanno detto al Guardian, quando uscì Stuxnet, che era “il malware più raffinato mai scoperto”, sollevando il sospetto che si trattasse di una operazione ben finanziata e, potenzialmente, sponsorizzata dallo stato. Secondo il New York Times, il worm Stuxnet è stato testato in un bunker segreto israeliano a Dimano, nei pressi del deserto del Negev.
Cablegate: Confermata estensiva investigazione sovietica sugli Ufo
Il primo “cable” diplomatico statunitense che parla di UFO è stato appena rilasciato. Si basa su un commento di Yuriy Zhadobin, presidente del servizio di intelligence della ex Repubblica sovietica di Bielorussia. Nel
“cable” preparato dall’ambasciata americana a Minsk, Zhadobin viene ricordato per aver detto che durante il periodo dell’Unione Sovietica, ci sono stati fondi quasi illimitati per investigare sul fenomeno UFO. Egli lamenta che
dopo la rottura sovietica, la Bielorussia non ha più i fondi per indagare sugli UFO come faceva un tempo.
Questo è ciò che ha detto Zhadobin nel “cable” appena rilasciato dal giornale norvegese, Aftenposten:
A differenza del periodo Urss, il dipartimento non è impegnato nello studio dei fenomeni paranormali. [Allora,] avevamo avuto maggiori mezzi e opportunità che potevamo utilizzare per ogni esigenza. Oggi la situazione è
diversa. Ancora, quando la società era eccitata per qualcosa, l’argomento entrava nella nostra sfera di interesse. Ma adesso, quando si tratta di guaritori, di UFO e simili, non possiamo semplicemente occuparcene più.
Wikileaks ha finora pubblicato solo 2000 dei circa 250.000 “cables” diplomatici, meno dell’uno per cento. In un’intervista con il quotidiano The Guardian, nel dicembre del 2010, Julian Assange ha confermato che alcuni
dei “cables” inediti riguardavano gli UFO. Tali “cables” che devono ancora essere rilasciati potrebbero rivelare la misura in cui gli Stati Uniti e gli altri paesi hanno indagato, e pubblicamente coperto il fenomeno UFO e il suo
rapporto con la vita extraterrestre.
Cablegate: Saddam vuole essere amico degli Usa, messaggio a Bush
SOMMARIO:
Saddam disse all’ambasciatore, il 25 luglio, che Mubarak aveva organizzato un incontro tra le delegazioni kuwaitiane e irachene A RIYADH, e che il 28 luglio, 29 o 30, il principe ereditario del Kuwait arriverà a BAGHDAD per iniziare dei seri negoziati. Saddam promise a Mubarak che “nulla sarebbe capitato” prima di quei giorni.
– Saddam desiderava trasmettere un messaggio importante al presidente Bush: L’ Iraq vuole l’amicizia, ma gli Stati Uniti lo vogliono altrettanto? In Iraq le vittime innocenti della guerra sono state oltre 100.000, ed il paese è ora così povero che le pensioni per gli orfani di guerra verranno presto tagliate; Nonostante la situazione l’elite del Kuwait non accetta le norme dell’Opec. L’Iraq è distrutto dalla guerra, ma il Kuwait ha ignorato la diplomazia. Le manovre del governo americano condotte assieme agli Emirati Arabi Uniti incoraggeranno questi ultimi e il Kuwait ad ignorare la diplomazia convenzionale. Se l’Iraq verrà pubblicamente umiliato dal governo USA, risponderà, per quanto la scelta possa sembrare irrazionale.
Saddam era cordiale, ragionevole e perfino caldo durante il colloquio di due ore, ed espresse all’ambasciatore il desiderio di comunicare un messaggio a Bush.
Analizzando le sue parole con attenzione, Saddam disse che ci sono “alcuni ambienti” all’interno del governo americano, come la Cia e il Dipartimento di Stato, escludendo il presidente e il segretario, che non sono amichevoli nei confronti delle relazioni Usa-Iraq. Ha poi elencato una serie di motivazioni a sostegno della sua tesi: «alcuni circoli stanno raccogliendo informazioni sul possibile successore di Saddam, “hanno mantenuto i contatti nel golfo ma, allo stesso tempo, hanno evitato che gli aiuti raggiungessero l’Iraq.
L’Iraq, ha sottolineato il presidente, è in forti difficoltà finanziarie, con 40 miliardi di dollari di debito.
Riprendendo l’elenco di motivazioni per il quale Saddam accusava “Alcuni ambienti” nel governo americano di fare il gioco sporco, ha ricordato la “CAMPAGNA USIA” che venne condotta contro lui stesso, e il generale assalto dei media all’Iraq e al suo presidente.
Nonostante tutte queste frecciate, Saddam disse di avere ancora la speranza di sviluppare un buon rapporto con gli Usa. Coloro i quali vogliono con vigore abbassare il prezzo del petrolio si stanno impegnando in una guerra economica e l’Iraq non può accettare tale affronto.
Per vedere il cable originale clicca qui
Wikileaks: Vantaggi a Mediaset, censure al Web
Critiche alla legge Romani. Il cable della diplomazia Usa pubblicato da El Pais.
Il messaggio confidenziale diffuso da Wikileaks, è stato inviato a Washington dall’ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, david Thorne, il 3 febbraio 2010 e contiene giudizi molto pesanti sulla legge Romani, approvata a marzo scorso. La norma che prende il nome dal ministro dello Sviluppo economico, collaboratore di Berlusconi da una vita, stabilisce le regole per l’uso di internet e della tv a pagamento.