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Amy Winehouse e il club dei 27

La prematura morte di Amy Winehouse è stata un triste evento che ha fatto provare a molti una sensazione di déjà-vu. E’ infatti una dei numerosi artisti morti all’età di 27 anni e una delle molte celebrità che hanno perso la vita in circostanze strane.

Famosa per la sua caratteristica voce e stile soul, famigerata per le sue polemiche di abuso di sostanze, Amy Winehouse incarna la dicotomia classica di una rock star: genialità artistica accoppiata ad una tendenza per l’auto-distruzione. La sua morte precoce, all’età di 27 anni, è stato l’ultimo ingrediente necessario per diventare una rockstar memorabile: l’eterna giovinezza. Andando oltre la sua musica, la Winehouse verrà ora ricordata tra il gruppo di coloro che “vissero intensamente e morirono giovani” e per sempre sarà avvolta da questa aurea magica/mistica che attornia le star che muoiono appena sbocciate. Non potremo mai vedere Amy Winehouse invecchiare e perdere il suo talento. Non sarà costretta ad apparire sulle pubblicità di serie C per pagare le bollette. Morendo all’età di 27 anni, Amy Winehouse sarà ricordata per sempre come fiera diva che ha ispirato, scioccato, attratto e respinto moltissime persone. Di grande importanza un altro fatto, morendo all’età di 27 anni, Amy Winehouse è diventata il membro più giovane del Club 27.

IL CLUB 27

I membri del club 27

IL CLUB 27 (o FOREVER 27) è il nome dato al gruppo di stelle dello spettacolo che è morto alla giovane età di 27 anni. Anche se ci sono decine di artisti nel Club 27, i più notevoli sono Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison e Kurt Cobain. La maggior parte dei membri di questo club conducevano una vita piuttosto travagliata e le cause dei loro decessi sono sempre circondate da un alone di mistero. Infatti, indagando sulle circostanze della morte di Jim Morrison, Jimi Hendrix e Kurt Cobain si viene condotti rapidamente verso domande senza risposta e a varie altre “anomalie”. Nessuna autopsia, nessuna causa del decesso oggettiva e rapporti di polizia vaghi sembrano essere la norma in questi casi ad alto profilo. In breve, possiamo trovare tutto il necessario, in questi morti premature, per generare “teorie alternative” per spiegare l’omicidio.

Amy Winehouse sembra essere una aggiunta perfetta per il club. Anche se si potrebbe sostenere che non fosse una artista ironica e rivoluzionaria come Hendrix e molti altri, si possono notare molte somiglianze con loro: Uno stile unico, un grande seguito, l’uso di droghe pesanti e alcool, una tendenza per la depressione e per altri problemi mentali, rapporti amorosi traviati e, infine (soprattutto), un mucchio di domande senza risposta che circondano la sua morte.

MEGA RITUALI

Il fenomeno delle stelle che muoiono in giovane età, in circostanze strane, va oltre il tanto pubblicizzato club 27. Mentre questo Club è “riservato” ai cantanti morti all’esatta età di 27 anni, molti altri tipi di artisti sono morti in circostanze misteriose attorno all’età di 30 anni. Di recente, la morte di Heath Ledger (vedi l’articolo su di lui intitolato “Illuminati: Parnassus l’uomo che voleva ingannare il diavolo”) e quella di Brittany Murphy hanno seguito lo schema delle morti sopra descritte. Stranamente, sembra esserci un accumulo mediatico attorno a queste figure prima della loro morte, che documenta i loro strani comportamenti o i loro problemi personali. Queste morti sono state premeditate e fanno parte di un rito malato organizzato dalle menti occulte delle elite al vertice del settore dell’intrattenimento? L’elite fa salire alla ribalta queste carismatiche stae per poi sacrificarle, in modo da creare un mega-rituale “globale”? Che l’ondata emotiva che circonda questi eventi venga imbrigliata in qualche modo dalle alte forze occulte? Questi concetti potrebbero sembrare del tutto ridicoli alla persona media, ma, per gli iniziati all’occultismo, la potenza magica di un sacrificio umano viene chiaramente riconosciuta ed è inoltre documentata dai rituali di molte antiche civiltà. Nel libro Secret Societies and Psychological Warfare, l’autore Michael A. Hoffman II scrive:

“Il problema del controllo dell’umanità attraverso parole e simboli esoterici codificati all’interno di un opera, in uno spettacolo mediatico o in un rituale è uno dei più difficili che le persone possano comprendere. Questo è il motivo per cui molte persone vengono additate con disprezzo come “profani”, “gentili” o “goyim” da parte degli iniziati alle società segrete “

Per quanto riguarda i mega-rituali Hoffman scrive:

   “[Alcuni omicidi] sono da considerarsi rituali, coinvolgendo un culto protetto dal governo americano dai media corporativi e dalla polizia.

    Tali omicidi sono in realtà intricate coreografie cerimoniali; condotti la prima volta su scala molto intima e segreta, tra gli stessi iniziati in modo da programmarli, poi su larga scala, amplificandoli incalcolabilmente grazie ai media.

    Il risultato finale è un rituale altamente simbolico osservato da milioni di persone, è una inversione satanica, una messa nera, in cui i “banchi” vengono riempiti da spettatori di tutte le nazioni e attraverso il quale l’umanità viene svilita e brutalizzata, la fase ‘Nigredo’ del processo alchemico.

    – Michael A. Hoffman II, società segrete e guerra psicologica

Nel 1940, il poeta francese e regista teatrale Antonin Artaud predisse l’avvento dei mega rituali occulti nei media. Artaud era un adepto di diverse scuole di occultismo ed era ben consapevole del potere trasmutativo dei rituali teatrali: creò il famigerato “Teatro della Crudeltà”, che aveva l’intenzione di modificare profondamente il pubblico. Per quanto riguarda il trattamento della Mente di Gruppo, Artaud scrisse:

 “A parte l’insignificante stregoneria degli stregoni del paese, ci sono alcuni rituali in cui vi partecipano periodicamentetutte le coscienze allertate … Questo è il modo attraverso cui strane forze vengono sollevate e portate verso la volta astrale, fino alla cupola oscura che si compone soprattutto di … della velenosa aggressività contenuta nella maggior parte delle persone … la formidabile oppressione tentacolare di una specie di magia “civile” che presto comparirà alla luce del sole “.

A Hollywood, i soggetti di questi riti vengono spesso manipolati e controllati mentalmente e le loro morti vengono spesso “annunciate” in un modo o nell’altro attraverso opere simboliche. Nell’Immaginario del dottor Parnassus, l’ultimo film in cui appare Heath Ledger, il tema del sacrificio è estremamente importante. In una scena importante, vediamo le immagini di tre personaggi che sono morti giovani: Rodolfo Valentino, James Dean e la principessa Diana. Vedendo queste immagini, una donna dice a Johnny Depp – che fu uno dei sostituti di Ledger nel film – “Queste persone … sono tutte morte”. Depp rispose:

“Sì … ma sono comunque immortali. Non diventeranno vecchi o grassi. Non si ammaleranno o diventeranno deboli. Sono oltre la paura, perché sono … per sempre giovani. Sono degli dei … e tu potrai unirti a loro. ”

Ha poi aggiunto:

“Il tuo sacrificio deve essere puro.”

Queste linee di testo erano destinate ad Heath Ledger.

Una opera realizzata da Vincent Fantauzzo, amico di Ledger, rappresentante degli alter-ego che sussurrano ad Heath nell’orecchio. Il dipinto è stato completato poco prima della sua morte.

Brittany Murphy è apparsa in numerosi strani servizi fotografici prima della sua prematura scomparsa. Alcuni di loro alludono al controllo mentale Monarch e ai riti occulti.

Immagine relativa al controllo mentale di Brittany Murphy

Brittany Murphy circondata da individui mascherati in un contesto rituale occulto, foto scattata poco prima della sua morte.

IL CASO DI AMY WINEHOUSE

Al momento della stesura di questo articolo, l’esatta causa della morte di Winehouse è ancora da determinare (spesso viene citata la crisi di astinenza per alcool). Come per ogni strana morte di celebrità, al pubblico verrà probabilmente data una spiegazione vaga che coinvolge le droghe o l’alcol. Alcuni fatti strani emergono in superficie, contraddicendo la versione “ufficiale” della causa della morte, provocando la nascita di voci, speculazioni e versioni alternative.

Ci sono già testimoni che hanno descritto strani avvenimenti poco prima della sua morte. In questo articolo, i vicini di casa della Winehouse dichiarano di aver sentito urla e un qualche tipo di tamburo battere” provenire dalla sua casa la notte in cui morì.

La morte di Amy Winehouse: I vicini a Camden hanno sentito ‘grida e urla’

Uno dei suoi vicini di casa è convinto che sia morta nelle prime ore di Venerdì, perché la sentì urlare. “Penso che sia accaduto qualcosa quella notte. Sembrava uno strano gioco erotico. Stava gridando e urlando. “L’uomo, che ha chiesto l’anonimato, dice di essersi svegliato attorno alle 2 dopo aver sentito sbraitare ad alto volume. “Era molto strano e mio figlio dice di aver sentito anche battere un tamburo”.

Questo pomeriggio il ragazzo ha sentito uno degli amici della Winehouse piangere all’interno della casa della cantante, rendendosi conto che probabilmente era morta. Secondo il giovane un amico l’avrebbe riaccompagnata a casa dopo una serata fuori, tornando questo pomeriggio e trovando il suo corpo esanime. “Amy manteneva abbastanza un basso profilo e quando sentì queste urla pensai che non fosse da lei. “Dissi a mio figlio: “probabilmente la droga non sarà buona’.”

Ha detto di averla vista circa tre settimane mentre veniva aiutata in casa dai suoi “protettori”, perchè non era più in grado di camminare alle 10 del mattino. “Non riusciva a camminare, non sarebbe riuscita a mettere un piede davanti all’altro.”

Il proprietario di un ristorante della zona, Ze Silva, 56 anni, ha detto che la Winehouse avrebbe frequentato con regolarità il suo locale, 2 volte alla settimana. La vide per l’ultima volta Martedì mentre sosteneva di aver smesso di bere. “Non aveva niente da bere. Mi ha detto ‘Caro, non mi dare alcun alcolico, non bevo più’. “Era normale. Ne avrebbe parlato a tutti, avrebbe avuto la lucidità e la forza di fare delle foto con dei bambini, o di fare autografi. “Era una brava ragazza, mi sento molto triste”.

La Winehouse sarebbe andata al ristorante, A Baia, a giocare a snooker con le sue guardie del corpo e ne avrebbe mandato uno a prenderle la sua colazione da asporto. Fiori, orsacchiotti e candele vennero lasciati accanto al nastro della polizia che bloccava Camden Square. Una cartolina dice: “Non sarai dimenticata da Camden. Noi tutti ti amiamo e continueremo ad amarti. La tua leggenda vivrà per sempre. “

– London 24, Amy Winehouse death: Neighbour in Camden heard ‘screaming and howling’

Questo ci porta alla domanda più importante: la morte di Amy Winehouse è stata un omicidio o, forse, un sacrificio rituale? La sua morte è semplicemente il risultato di una denuncia di un settore degradato?

Dopo la morte della Winehouse la cantante Kelly Clarkson ha twittato un messaggio piuttosto toccante riguardo a questo argomento.

“Ho sentito le notizie su Amy Winehouse. Sono incredibilmente triste. Io non la conoscevo ma l’ho incontrata un paio di volte e ho avuto modo di sentirla cantare prima che si devastasse. Era una ragazza bella e di talento. Sono arrabbiata. E’ uno spreco di talento. Una povera ragazza che non vedeva nessuna speranza e che ha continuato a vivere dove aveva le radici. Mi sono sentita uno straccio emotivamente e mentalmente, tutto questo è terribile. Continuo a chiedermi perché alcuni di noi vengono risparmiati e gli altri fanno da esempio. Sono molto arrabbiata e triste. Non so perché mi disturbi tanto. A volte penso che questo lavoro rappresenti la morte di ognuno di noi, o almeno la morte della nostra parte emotiva. Forse è per questo che da ragazzina imparai che Dio non voleva falsi dèi o idoli. Da piccola pensavo che come dio fosse terribilmente egoista, ora però non sono della stessa opinione. Non voleva che seguissimo persone o cose imperfette e non tanto per i seguaci, ma per gli dei e / o gli idoli, che non saranno mai quello che uno vuole o di cui ha bisogno perchè siamo stati creati imperfetti. Sapeva che non saremmo stati in grado di gestire la pressione, la vergogna, la gloria, o la potenza che i riflettori portano con se. Io sono sconvolta. Sono anche molto grata e riconoscente alle persone che mi amano e mi sostengono. Senza amici e senza una stupefacente famiglia chissà dove sarei. I miei pensieri e preghiere sono con i suoi amici e familiari. Mi dispiace tanto per la tua dipartita. Prego per la pace nei vostri cuori. “

GETTATA FUORI DAL TRENO DELLA LIBERTA’?

Amy da bimba

Una profetica scultura del 2008 di Amy Winehouse intitolata “L’unica buona rockstar è una rockstar morta”. Rappresenta Amy Winehouse distesa a terra priva di vita con un foro di proiettile in testa. Accanto a lei, un’inquietante maschera di Minnie, che, come affermato in diversi altri articoli, può rappresentare il controllo mentale degli Illuminati

Nell’opera di Fritz Springmeier The Illuminati Formula to Create a Mind Control Slave, sugli schiavi controllati mentalmente si afferma che:

    “I programmatori  instillano nelle loro menti l’idea che verranno “gettati dal treno della libertà” verso i 30 anni. (Treno della libertà è una parola in codice nella programmazione Monarch basata sul trauma, essere gettato dal treno della Libertà significa essere uccisi.) “

Le vittime del controllo mentale spesso muoiono in giovane età a causa di diverse ragioni. In primo luogo, secondo gli esperti del controllo mentale basato sul trauma, il tormento, la tortura e il controllo esercitato sulle vittime non può essere sostenuto indefinitamente durante l’età adulta. Ad un certo punto, spesso intorno ai 30 anni, la programmazione svanisce, facendo lentamente tornare la lucidità a queste persone. Questo contatto con la realtà spesso traumatico, fa andare le persone in un forte stato depressivo, mostrando i sintomi di disturbi mentali come l’MPD (disturbo da personalità multipla) e del consumo di droghe e di superalcolici. Quando gli schiavi (specialmente quelli che sono influenti) smettono di rispondere alla programmazione e iniziano a mostrare comportamenti irregolari ed imprevedibili, vengono spesso “gettati dal treno della libertà”.

Alcune vittime con volontà e carattere eccezionalmente forte riescono a liberarsi dai vincoli del controllo mentale (in una certa misura). Per impedire loro di “parlare”, vengono stanati e anche loro “buttati fuori dal treno della libertà”.

“Se uno schiavo non si conforma o lo si deve gettare dal treno della libertà tutto ciò ci fornisce una statistica utilizzabile. Semplicemente attivalo per l’omicidio e poi guarda la polizia freddarlo. Il NWO si guadagna una statistica in più ed è un altro caso che serve per spaventare la gente e farle accettare il controllo delle armi.”

La Winehouse era una schiava del controllo mentale e venne gettata dal treno della libertà? Difficile da dire. Ha chiaramente visibili i tipici sintomi di una “vittima del settore” e alcune sue frequentazioni personali (in particolare Blake Fielder-Civil) sembrano averla manipolata profondamente, svolgendo un ruolo quindi di “Handler” (simile al rapporto tra Mariah Carey e Tommy Mottola e della compianta Anna-Nicole Smith con Howard K. Stern). Ci sono diversi livelli di controllo mentale e la Winehouse non avrebbe potuto reggere l’intero processo di programmazione Monarch. Tuttavia, semplicemente mettendo una persona già vulnerabile nell’ambiente tossico dell’industria musicale e mettendo in movimento la macchina sforna celebrità, con costanti vessazioni mediatiche, è sufficiente per indurre un trauma che porterà instabilità, spianando a sua volta la strada per il controllo mentale.

Nonostante il suo successo, la Winehouse non è stata mai una “pedina industria” come molta altra gente di cui si discute su questo sito. La sua mancanza di volontà (o incapacità) di “darsi un contegno” potrebbero essere una delle cause della sua scomparsa. La figlioccia della Winehouse Dionne Bromfield e protettore rispecchiano perfettamente questa incapacità.

L’ultimo video della Bromfield, pubblicato due mesi prima della morte della Winehouse.

CONCLUSIONE

Anche se è difficile conoscere l’esatta causa della morte di Amy Winehouse, il suo caso non è certo l’unico. Vi è, infatti, uno schema che sembra ripetersi quando si guarda la precoce morte delle giovani celebrità. Se si volesse confrontare la vita e le circostanze che hanno portato alla morte di queste stelle, si potrebbero notare somiglianze importanti per poi rendersi conto che importanti “pezzi del puzzle” spesso mancano dalle storie ufficiali. Di umili origini, queste stelle raggiungono un grande livello di popolarità. Tuttavia, ad un certo punto, qualcosa va storto e quasi inevitabilmente si verifica una gravosa caduta. La parte mancante del puzzle è per caso questa cosa andata storta? Se questi artisti non sono un risultato diretto del controllo mentale Monarch, esiste comunque, nel loro entourage, una figura di “gestore”, che le manipola e le influenza verso un comportamento autodistruttivo. I media spesso amplificano i problemi delle stelle, raffigurandole come delle tossicodipendenti malate. Quando viene annunciata la loro morte, il mondo è sconvolto, ma non così sorpreso. Droga e alcol sono, come sempre, il capro espiatorio perfetto. Come si dice … “caso chiuso”.

Perché è la nostra cultura popolare è ossessionata dal sesso e dalla morte, dove gli astri nascenti, che catturano l’amore di milioni di persone, vengono fatti fuori? In un settore permeato dal simbolismo occulto, gestito da persone e organizzazioni che credono nei poteri occulti, è possibile dunque che avvengono dei rituali? Lo shock collettivo causato dall’annuncio della morte di una celebrità, viene utilizzato come psicodramma rituale destinato a imprimersi nella coscienza collettiva? Una cosa resta comunque costante: Le morti sono sintomatiche dell’oscura realtà dello show-business, che è tossico a molti livelli. Essere parte di questo “regno” e volerne uscire, è, per citare una canzone Winehouse, una “Some Unholy War“.

Fonte

Banchiere svizzero smaschera i criminali del Bilderberg

Josef Ackermann, CEO della Deutsche Bank e membro del Bilderberg (sopra) da tempo fattorino dei Rothschild, esemplifica i peggiori eccessi dei Bilderbergers.

“Il caso Strauss-Kahn dimostra quanto queste persone siano corrotte, mentalmente instabili, sature di vizi, vizi che vengono tenuti nascosti dagli ordini a cui appartengono. Alcuni di loro come Strauss-Kahn stuprano le donne, altri praticano il sado maso, altri ancora si dedicano alla pedofilia, molti si appassionano al satanismo. Quando andate in alcune banche potete vedere chiaramente questi simboli satanisti, come nella Banca dei Rothschild a Zurigo “.

“Hanno un nuovo piano per censurare Internet, perché Internet è ancora libero. Vogliono controllare e usare il terrorismo per creare il motivo. Potrebbero anche inventarsi qualcosa di orribile per avere una scusa”.

L’intervista ha avuto luogo il 30 maggio tramite il settimanale russo “NoviDen”

D: Può dirci qualcosa riguardo il suo coinvolgimento nel settore bancario svizzero?

A: Ho lavorato per le banche svizzere per molti anni. Fui designato come uno dei direttori di una delle più grandi banche svizzere. Durante il mio lavoro venni coinvolto nel pagamento, nel pagamento diretto in contanti di una persona che uccise il presidente di un paese straniero. Ero presente alla riunione in cui venne deciso di dare questi soldi in contanti all’assassino. Tale decisione mi ha riempito di rimorsi. Non fu l’unico caso grave, ma fù sicuramente il peggiore. Vennero inviate istruzioni di pagamento su ordine di un servizio segreto straniero, scritte a mano, con le disposizioni di pagare una certa somma ad una persona che aveva ucciso un leader di un paese straniero. E non fù l’unico caso. Abbiamo ricevuto numerose lettere scritte a mano, provenienti da servizi segreti stranieri, che davano l’ordine di pagamenti in contanti, da conti segreti, per finanziare rivoluzioni o per l’uccisione di persone. Posso confermare quello che John Perkins ha scritto nel suo libro “Confessioni di un Sicario Economico”. Esiste veramente un solo Sistema e le banche svizzere hanno le mani in pasta in esso.

D: Il libro di Perkins è stato tradotto ed è disponibile in russo. Ci può dire di quale banca si tratta e chi è il responsabile?

A: Era una delle prime 3 banche svizzere a quell’epoca il responsabile fù il presidente di un paese del terzo mondo. Non voglio però entrare nei dettagli, mi troverebbero facilmente se dicessi il nome del presidente e il nome della banca. Rischio la mia vita.

D: Non è possibile fare il nome di una persona di quella banca?

R: No non posso, ma vi posso assicurare che tutto ciò è accaduto. Eravamo in molti nella sala riunioni. Il responsabile del pagamento fisico del denaro è venuto da noi (dirigenti) e ci ha chiesto se gli fosse consentito il pagamento di una così grande somma di denaro in contanti. Uno dei direttori spiegò lui il caso e tutti gli altri acconsentirono a procedere.

D: Accaddero spesso cose del genere? I soldi erano una specie di fondi neri?

R: Sì. Questo era un fondo speciale gestito in un posto speciale nella banca dove arrivavano tutte le lettere in codice dall’estero. Le lettere più importanti venivano scritte a mano. Una volta decifrate, contenevano l’ordine di pagare una certa somma di denaro da conti per l’assassinio di persone, il finanziamento di rivoluzioni, il finanziamento di attentati e per il finanziamento di ogni tipo di partito. So per certo che alcune persone all’interno del gruppo Bilderberg erano coinvolti in questo genere di operazioni. Hanno dato l’ordine di uccidere.

D: Puoi dirci in quale anno o decade tutto questo è accaduto?

R: Preferisco non darvi l’anno preciso ma è stato negli anni 80.

D: Hai mai avuto problemi con questo lavoro?

R: Sì, un problema molto grande. La notte non riuscivo a dormire e dopo un po’ lasciai la banca. Diversi servizi segreti provenienti dall’estero, soprattutto di lingua inglese, diedero l’ordine di finanziare azioni illegali, compresa l’uccisione di persone attraverso le banche svizzere. Dovevamo pagare, sotto ordine di potenze straniere, per l’uccisione di persone che non seguirono gli ordini del Bilderberg o del FMI o della Banca Mondiale, per esempio.

D: Quella che stai facendo è una rivelazione molto importante. Perché senti il bisogno di dirlo qui e adesso?

R: Perché il prossimo Bilderberg meeting si farà in Svizzera. Perchè la situazione mondiale peggiora sempre di più. Infine perché le maggiori banche Svizzere sono coinvolte in attività non etiche. La maggior parte di queste operazioni sono al di fuori del bilancio. Non sono sottoposte a verifica e non prevedono tasse. Si parla di cifre con molti zeri. Somme enormi.

D: Si parla di miliardi?

A: Molto ma molto di più, si parla di triliardi, illegali, non sottoposti a controllo fiscale. Fondamentalmente si tratta di una rapina per tutti. Voglio dire le persone normali pagano le tasse e rispettando le leggi. Quello che sta accadendo qui è completamente contro i nostri valori svizzeri, come la neutralità, l’onestà e la buona fede. Negli incontri dove fui coinvolto, le discussioni erano completamente contro i nostri principi democratici. Vedete, la maggior parte degli amministratori delle banche svizzere non sono più locali, sono stranieri, soprattutto anglosassoni, sia americani che britannici, non rispettano la nostra neutralità, non rispettano i nostri valori, sono contro la nostra democrazia diretta, basta loro usare le nostre banche come mezzi per fini illegali. Utilizzano enormi quantità di denaro creato dal nulla e distruggono la nostra società e distruggono le persone in tutto il mondo solo per avidità. Cercano il potere e distruggono interi paesi, come Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda. Una persona come Josef Ackermann, che è un cittadino svizzero, è l’uomo di punta di una banca tedesca e usa il suo potere per avidità e non rispetta la gente comune. Ha un bel paio di casi legali in Germania e ora anche negli Stati Uniti. E’ un Bilderberger e non si preoccupa della Svizzera o di qualsiasi altro paese.

D: Stai dicendo che, alcune di queste persone che citi parteciperanno alla imminente riunione del Bilderberg a St. Moritz?

R: Sì.

D: Quindi i partecipanti sono attualmente in una posizione di potere?

R: Sì. Hanno enormi quantità di denaro disponibile e lo utilizzano per distruggere interi paesi. Distruggono la nostra industria e la ricostruiscono in Cina. Dall’altra parte hanno aperto le porte a tutti i prodotti cinesi in Europa. La popolazione attiva europea guadagna sempre meno. Il vero obiettivo è quello di distruggere l’Europa.

D: Pensa che la riunione del Bilderberg a St. Moritz abbia un valore simbolico? Perché nel 2009 erano in Grecia, nel 2010 in Spagna e guardi cosa è successo loro. Può significare che la Svizzera dovrà subire qualcosa di brutto?

R: Sì. La Svizzera, per loro, è uno dei paesi più importanti, perché vi sono immensi capitali. Si riuniscono in Svizzera anche perchè vogliono distruggere ciò che questa terra rappresenta. Capisca che è un ostacolo per loro, non essendo nella UE o nell’euro, non del tutto controllata da Bruxelles e così via. Per quanto riguarda i “valori” non sto parlando delle grandi banche svizzere, perchè non hanno più niente di svizzero, la maggior parte di esse sono guidate da americani. Sto parlando, invece, del vero spirito svizzero a cui la gente comune tiene.
Certo che l’incontro ha e ha avuto un valore simbolico. Il loro scopo è quello di essere una specie di club elitario esclusivo che gestisce tutto il potere, mentre quelli sotto di loro, appassiscono.

D: Pensa che lo scopo del Bilderberg sia quello di creare una sorta di dittatura globale, controllata dalle grandi imprese globali, dove non esisteranno più gli stati sovrani?

R: Sì, la Svizzera è l’unico posto in cui vige ancora la democrazia diretta e lo stato si trova nel mirino di questi gruppi elitari (proprio perchè non è completamente asservito ad essi). Utilizzano il ricatto del “too big to fail”, come nel caso di UBS per far aumentare il debito del nostro paese, proprio come hanno fatto con molti altri paesi. Quello che si deduce è che forse si vuole fare con la Svizzera quello che è stato fatto con l’Islanda, in cui sia banche che paese erano in bancarotta.

D: Anche l’UE è sotto queste influenze negative?

R: Certo. L’Unione europea è sotto la morsa del Bilderberg.

D: Come pensa che si potrebbe fermare questo piano?

R: Beh, questa è la ragione per cui mi rivolgo a voi. La verità. La verità è l’unica strada. Fare luce sulla situazione, esporli ai riflettori. A loro non piace molto essere al centro dell’attenzione. Dobbiamo creare trasparenza nel settore bancario e in tutti i livelli della società.

D: Quello che sta dicendo ora, è che c’è un lato sano del business delle banche svizzere, mentre ci sono delle “mele marce”, cioè alcune grosse banche che fanno cattivo uso del sistema finanziario, per portare a termine le loro attivitù illegali.

R: Sì. Le grandi banche formano il loro personale con i valori anglo-sassoni. Li formano ad essere avidi e spietati. Avidità e spietatezza che stanno distruggendo la Svizzera e tutti gli altri paesi europei e mondiali. Come paese abbiamo, se si guardano le banche piccole e medie, la maggior correttezza finanziaria al mondo. Sono le banche grandi che operano a livello mondiale che sono fonte di problemi. Esse non sono più svizzere e non si considerano tali.

D: Pensi che sia una buona cosa che la gente stia esponendo il Bilderberg e mostrando chi siano veramente i suoi componenti?

R: Il caso Strauss-Kahn dimostra quanto queste persone siano corrotte, mentalmente instabili, sature di vizi, vizi che vengono tenuti nascosti dagli ordini a cui appartengono. Alcuni di loro come Strauss-Kahn stuprano le donne, altri praticano il sado maso, altri ancora si dedicano alla pedofilia, molti si appassionano al satanismo. Quando andate in alcune banche potete vedere chiaramente questi simboli satanisti, come nella Banca dei Rothschild a Zurigo. Queste persone vengono controllate tramite il ricatto data la loro debolezza mentale. Devono seguire ordini o saranno svergognati pubblicamente, distrutti o addirittura uccisi.

D: Da quando Ackermann è nel comitato direttivo del Bilderberg, pensa che abbia preso delle decisioni importanti?

R: Sì. Ma ce ne sono molti altri, come Lagarde, che probabilmente sarà il prossimo capo del FMI, ed è anche un membro del Bilderberg, poi Sarkozy e Obama. Hanno un nuovo piano per censurare Internet, perché Internet è ancora libero. Vogliono controllare e usare il terrorismo per creare il motivo. Potrebbero anche inventarsi qualcosa di orribile per avere la scusa.

D: Quindi è questa la sua paura?

A: Non è solo paura, ne sono certo. Come ho detto, hanno dato l’ordine di uccidere, sono quindi in grado di compiere azioni terribili. Se avessero la sensazione che stanno per perdere il controllo, come nelle rivolte in Grecia e in Spagna, con l’Italia che probabilmente sarà la prossima, allora faranno un altro Gladio. Ero vicino alla rete Gladio. Come sapete istigarono il terrorismo pagandolo con soldi americani per controllare il sistema politico in Italia e in altri paesi europei. Per quanto riguarda l’assassinio di Aldo Moro, il pagamento è stato fatto attraverso lo stesso sistema come ti ho detto su.

D: Ackermann faceva parte di questo sistema di pagamenti?

A: (Sorriso) … E’ lei il giornalista. Guardì come la sua carriera è arrivata rapidamente alla cima.

D: Cosa pensa si possa fare per impedirglielo?

R: Beh ci sono molti buoni libri là fuori che spiegano il contesto e fanno chiarezza sull’argomento, come quello che ho citato di Perkins. Queste persone hanno veramente sicari che vengono pagati per uccidere. Alcuni di loro ricevono i soldi attraverso le banche svizzere. Ma non solo, hanno un sistema capillarizzato in tutto il mondo. Per evitare che esso venga scoperto sono addestrate a fare di tutto. Quando dico di tutto intendo tutto proprio.

D: Attraverso l’informazione si potrebbero sgominare?

R: Sì, bisogna dire la verità. Siamo di fronte a criminali davvero spietati, compresi grandi criminali di guerra. Sono pronti e in grado di uccidere milioni di persone solo per restare al potere e avere il controllo.

D: Può spiegarci dal suo punto di vista, perché i mass media in Occidente se ne stanno più o meno completamente in silenzio per quanto riguarda il gruppo Bilderberg?

R: Perche’ esiste un accordo tra loro e i proprietari dei mezzi di comunicazione. Alle riunioni vengono invitate anche alcune personalità di spicco del mondo dei media, ma viene detto loro di non riferire nulla di ciò che vedono o sentono.

D: Nella struttura del Bilderberg, vi è una cerchia interna che conosce i piani e poi c’è una maggioranza che segue solo gli ordini?

R: Sì. Hai la cerchia interna dedita al satanismo ci sono poi le persone ingenue o meno informate. Alcuni addirittura pensano di fare qualcosa di buono, nella cerchia esterna.

D: Secondo i documenti esposti e le stesse dichiarazioni, il Bilderberg ha deciso nel 1955 di creare l’Unione europea e l’Euro, quindi hanno preso importanti decisioni.

R: Sì e deve sapere che il Bilderberg è stato fondato dal principe Bernardo, ex membro delle SS e del partito nazista lavoro infine anche per la IG Farben, che era una sussidiaria della Cyclone B. L’altro tipo che ha fondato il gruppo era a capo della Occidental Petroleum, che aveva stretti rapporti con i comunisti dell’Unione Sovietica. Lavorarono per entrambe le parti, in realtà, però, queste persone sono fascisti che vogliono controllare tutto e tutti quelli che si frappongono sulla loro strada vengono “rimossi”.

D: Come fanno a mantenere queste operazioni fuori del sistema internazionale Swift?

R: Beh, alcune delle liste Clearstream erano vere in pricipio. Inserirono solo dei nomi falsi per far credere alla gente che l’intero elenco fosse falso. Anche loro fanno degli errori. Il primo elenco era vero e si possono estrapolare un sacco di cose. Vedete, ci sono delle persone in giro che scoprono le irregolarità e poi trasmettono agli altri la verità. Verranno poi ovviamente costituiti disegni di legge che ridurranno al silenzio questo genere di persone. Il miglior modo per fermarli è quello di dire la verità, portando alla luce le loro malefatte. Se non riusciamo a fermarli diventeremo i loro schiavi.

D: Grazie per questa intervista.

Fonte

 

Libia: La verità nascosta

Uno Studio del 2007 condotto dalla West Point dimostra come l’area di Darnah-Bengasi-Tobruk svoglesse un ruolo di primo piano nel reclutamento di kamikaze per Al Qaeda

Washington DC, 24 marzo 2011 -Il corrente attacco militare alla Libia è stato motivato dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU del 1973, che sanciva la necessità di proteggere i civili. Le dichiarazioni del presidente Obama, del primo ministro britannico Cameron, del presidente francese Sarkozy, e di altri leader hanno sottolineato la natura umanitaria dell’intervento, cercando di prevenire un massacro tra i difensori della democrazia e i difensori dei diritti umani da parte del regime di Gheddafi.

Allo stesso tempo però, molti commentatori hanno espresso preoccupazione per il mistero che circonda il governo transitorio anti-Gheddafi che è emerso agli inizi di marzo nella città di Bengasi, situato in un quartiere di Cirenaica nel nord-est della Libia. Questo governo è già stato riconosciuto dalla Francia e dal Portogallo, come unico rappresentante legittimo del popolo libico. Il consiglio dei ribelli sembra essere composto da poco più di 30 delegati, molti dei quali sconosciuti. Inoltre, i nomi di più di una dozzina di membri del consiglio dei ribelli sono stati tenuti segreti, presumibilmente per proteggerli dalla vendetta di Gheddafi. Ci possono essere però, altre ragioni per l’anonimato di questi individui. Nonostante le molte incertezze, le Nazioni Unite e numerosi dei paesi chiave della NATO, tra cui gli Stati Uniti, si sono precipitati in soccorso delle forze armate del regime ribelle con attacchi aerei, fatto il quale ha causato la perdita di uno o due aerei della coalizione e la probabile prospettiva di molte altre perdite per il futuro, soprattutto se ci dovessere essere una invasione. E’ ora che il pubblico americano ed europeo impari qualcosa di più su questo regime ribelle, il quale dovrebbe rappresentare un’alternativa democratica e umanitaria a Gheddafi.

I ribelli non sono chiaramente dei civili, ma una forza armata. Ma di che tipo di armata stiamo parlando?

Poiché molti dei capi dei ribelli sono difficili da raggiungere se si è lontani dalle zone di guerra, ma soprattutto perchè è difficile stilare un profilo sociologico dei ribelli nel bel mezzo di una guerra, possono esserci forse d’aiuto i metodi della storia sociale. Esiste un modo che ci permetta di raggiungere una miglior comprensione dell’opinione che prevale nelle città del nord-est libico come Bengasi, Tobruk, e Darnah, i principali centri abitati in cui ci sono le colonne della ribellione?

E’ venuto fuori che esiste, sotto forma di uno studio della West Point del dicembre del 2007, che studia il background dei gueriglieri stranieri, jihadisti o mujahedin che siano, inclusi gli attentatori suicidi – che attraversarono la frontiera tra la Siria e l’Iraq durante il periodo 2006-2007, sotto l’egida “dell’organizzazione terroristica internazionale di Al Qaeda”. Questo studio si basa su un campione di circa 600 file personali di membri di Al Quarda che sono stati sottratti dalle forze statunitensi, nell’autunno del 2007, e analizzati dalla West Point, secondo una metodologia di cui parleremo dopo aver presentato le principali conclusioni. I risultati dello studio unoci permettono di fare importanti scoperte sulle strutture mentali e sulla coscienza della popolazione del nord-est libico che fornisce le basi per la ribellione, permettendo importanti conclusioni circa la natura politica della rivolta anti-Gheddafi in questi settori.

Darnah, nord-est della Libia: Capitale Mondiale dei jihadisti

La scoperta più sorprendente che emerge dallo studio della West Point è che il corridoio che va da Bengasi a Tobruk, passando per la città di Darnah (traslitterato anche come Derna) rappresenta una delle zone di maggiore concentrazione di terroristi jihadisti al mondo, e da alcuni facili calcoli può essere considerata come una delle fonti principali di kamikaze del pianeta. Darnah, con un  terrorista ogni 1000 – 1500 persone del posto inviato in Iraq per uccidere gli “infedeli” americani,dimostra come questo luogo sia il paradiso degli attentatori suicidi, superando facilmente il concorrente più immediato, cioè Riyad, in Arabia Saudita.

Secondo gli autori della West Point Joseph Felter e Brian Fishman, l’Arabia Saudita, è al primo posto per quanto riguarda il numero assoluto di jihadisti inviati a combattere gli Stati Uniti e gli altri membri della coalizione in Iraq, durante il periodo di tempo che si sta analizzando. La Libia, un paese che ha un quarto della popolazione dell’Arabia Saudita, si piazza al secondo posto. L’Arabia Saudita ha inviato il 41% dei combattenti. Secondo Felter e Fishman, ” La Libia è stata il secondo paese con percentuale più alta, con il 18,8% cioè con (112) combattenti che hanno affermato di essere di origine libica” Altri paesi molto più grandi erano di gran lunga alle spalle: “La Siria, lo Yemen, e l’Algeria seguono con l’8,2% (49), l’8,1% (48), e il 7.2% (43), rispettivamente. I marocchini hanno rappresentato il 6,1% (36). ” 2

Questo significa che quasi un quinto dei combattenti stranieri che sono entrati in Iraq attraverso il confine siriano venivano dalla Libia, un paese di poco più di 6 milioni di persone. Una percentuale comparativamente superiore, rispetto a qualsiasi altro paese che supporta i mujahedin, di libici fremeva per intervenire in Iraq. Felter e Fishman sottolineano: “Quasi il 19 per cento dei combattenti registrati nei Sinjar Records provengono dalla Libia. Inoltre, la Libia ha contribuito con più combattenti  pro capite di qualsiasi altra nazionalità registrata nei Sinjar Records, tra cui l’Arabia Saudita stessa. “(Vedi il grafico della relazione della West Point, a pagina 9) 3

Combattenti stranieri pro capite

Dal momento però che i files del personale di Al Qaeda contengono sia la residenza che la città natale dei combattenti stranieri di cui stiamo parlando, possiamo determinare che “il desiderio di recarsi in Iraq per uccidere  gli americani” non è distribuito uniformemente in tutta la Libia, ma risulta molto concentrato proprio in quelle zone intorno a Bengasi, che sono oggi gli epicentri della rivolta contro il colonnello Gheddafi, che gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia, e altri paesi stanno avidamente supportando.

Gamage Daya una giornalista del Tribune Asia commenta così, in un recente articolo, lo studio condotto dal West Point: “… purtroppo, per i politici occidentali, la maggior parte dei combattenti proveniene dalla Libia orientale, il centro della rivolta che è in corso contro Muammar el-Gheddafi. La città orientale libica di Darnah ha inviato combattenti in Iraq più di qualsiasi altra città o paese, secondo il rapporto della West Point.  Nel rapporto si afferma anche che 52 militanti inviati in Iraq da Darnah, una città di appena 80.000 persone (la seconda più grande fonte di combattenti era Riyadh, in Arabia Saudita, che possiede una popolazione di oltre 4 milioni di abitanti). Bengasi, la capitale del governo provvisorio della Libia, proclamato dai ribelli anti-Gheddafi, ha inviato 21 combattenti, ancora una volta un numero sproporzionato.”4 L’oscura Darnah ha battuto la metropoli di Riyadh 52 combattenti a 51. La roccaforte di Gheddafi a Tripoli, invece, a fatica compare nelle statistiche. (Vedi grafico del report della West Point, a pagina 12)

Che cosa spiega questa straordinaria concentrazione di guerriglieri anti-americani a Bengasi e a Darnah? La risposta sembra essere legata alle scuole estremiste di teologia e politica, che fiorirono in queste aree. Come osserva la relazione della West Point: “Sia Darnah che Bengasi sono state a lungo associate alla militanza islamica in Libia.” Queste aree sono in conflitto teologico e tribale con il governo centrale del colonnello Gheddafi, oltre ad essere politicamente opposte a lui. Se un tale conflitto teologico vale ancora la morte di soldati americani ed europei è un problema che ha urgente bisogno di una risposta.

Luoghi di provenienza dei gueriglieri libici

Felter e Fishman sottolineano che “La stragrande maggioranza dei combattenti libici che hanno scritto la loro città natale nei Records Sinjar risiede nel nord-est del paese, in particolare nelle città costiere del Darnah 60,2% (52) e di Bengasi 23,9% (21).Sia Darnah che Bengasi sono state a lungo associate con la militanza islamica in Libia, in particolare per una rivolta da parte delle organizzazioni islamiste a metà degli anni 90. Il governo libico ha mosso accuse nei confronti della rivolta puntando il dito contro “inflitrati dal Sudan e dall’Egitto” e un di questi gruppi -il Libyan Fighting Group (JAMA-ah al-libiyah al-muqatilah)- ha affermato di avere dei veterani afghani nei suoi ranghi. Le rivolte libiche divennero incredibilmente violente. ” 5

Nord-est della Libia: La più alta densità di kamikaze

Un altro aspetto importante del contributo libico alla guerra contro le forze Usa in Iraq è la spiccata propensione dei libici del nord-est a scegliere il ruolo di kamikaze come metodo privilegiato per la lotta. Come afferma lo studio della West Point, “dei 112 soldati libici delle registrazioni, il 54,4% (61) hanno segnalato il loro ‘lavoro’. Circa l’85,2% (51) di questi combattenti libici sono elencati sotto la sigla “kamikaze”. 6 Ciò significa che i libici nord-orientali erano molto più inclini a scegliere il ruolo di kamikaze di quelli di qualsiasi altro paese:”I combattenti libici avevano molte più possibilità di essere scelti come attentatori suicidi (85% per i libici, 56% per tutti gli altri).” 7

Il Libyan Islamic Fighting Group (LIFG) anti – Gheddafi si fonde con al Qaeda, nel 2007

La base istituzionale specifica per il reclutamento dei guerriglieri nel nord-est della Libia è associata ad una organizzazione che in precedenza si chiamava Libyan Islamic Fighting Group(LIFG). Nel corso del 2007, il LIFG si è dichiarato una filiale ufficiale di al Qaeda, assumendo poi il nome di Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM). Come risultato di questa fusione del 2007, un maggior numero di guerriglieri è arrivato in Iraq dalla Libia. Secondo Felter e Fishman, “L’apparente aumento delle reclute libiche spedite in Iraq può essere legato al rapporto, sempre più collaborativo, dell’Libyan Islamic Fighting Group (LIFG) con al-Qaeda, che culminò nell’unione ufficiale tra LIFG e al-Qaeda il 3 Novembre 2007 . ” 8 Questa fusione è confermata da altre fonti: In una dichiarazione del 2008 attribuita ad Ayman al-Zawahiri si afferma che il Libyan Islamic Fighting Group si è unito ad al-Qaeda.9

I soldati del terrorista “Emiro” un ruolo chiave a Bengasi e Darnah

Lo studio della West Point stabilisce chiaramente che le colonne portanti dell’LIFG e della successiva AQIM erano le città gemelle di Bengasi e Darnah. Ciò è documentato in una dichiarazione di Layth Abu al-Libi, il sedicente “emiro” della LIFG, che in seguito divenne un alto funzionario di Al Qaeda. Al momento della fusione del 2007, “Abu Layth al-Libi, l’Emiro della LIFG, ha rifocalizzato l’importanza di Bengasi e di Darnah nel suo anniuncio ai jihadisti libici che LIFG si era unito ad al-Qaeda, dicendo:” E ‘con la grazia di Dio che stiamo issando la bandiera della jihad contro questo regime apostata sotto la guida del Libyan Islamic Fighting Group, che sacrifica l’elite dei suoi figli e comandanti nella lotta contro questo regime, il cui sangue è stato versato sui monti della Darnah, sulle strade di Bengasi, nella periferia di Tripoli, sul deserto di Sabha, e sulla sabbia delle spiaggie. ‘” 10

Questa fusione del 2007 ha fatto si che le reclute libiche di Al Qaeda diventassero una parte sempre più importante dell’attività di questa organizzazione, spostando il centro di gravità ad una certa distanza dai sauditi e dagli egiziani i cui sforzi erano precedentemente stati più cospiqui. Come commento Felter e Fishman, affermano: “Le fazioni libiche (in primo luogo il Libyan Islamic Fighting Group) sono sempre più importanti in al-Qaeda. Le registrazioni di Sinjar offrono alcuni elementi di prova sul fatto che ci sia stato un aumento di libici in Iraq a partire dal maggio 2007. La maggior parte delle reclute libiche provenivano da città a nord-est della Libia, una zona molto conosciuta per la militanza  jihadista. ” 11

Lo studio della West Point si conclude con la formulazione di alcune scelte politiche per il governo degli Stati Uniti. Un approccio, suggeriscono gli autori, sarebbe quello che gli Stati Uniti collaborassero con gli attuali governi arabi nella lotta contro i terroristi. Felter e Fishman scrivono: “I governi siriano e libico condividono con gli USA il dissenso circa la violenta ideologia salafita-jihadista e le violenze perpetrate dai suoi sostenitori’.Questi governi, come altri in Medio Oriente, temono la violenza all’interno dei propri confini e per loro è molto meglio che gli elementi radicali vadano in Iraq, piuttosto che provocare disordini in casa. Gli sforzi degli Stati Uniti e della coalizione per arginare il flusso di combattenti in Iraq sarà rafforzato se esso coprirà l’intera catena logistica che supporta il movimento di questi individui, a partire dal loro paesi di origine – e non solo dai loro punti di ingresso siriani. Gli Stati Uniti potrebbero essere in grado di aumentare la cooperazione tra i governi medio orientali per arginare il flusso di combattenti in Iraq in modo da rispondere alle loro preoccupazioni circa la violenza domestica jihadista. ” 12 Dato il corso degli eventi successivi, possiamo affermare con certezza che questa opzione non è stata presa in considerazione, né negli anni di chiusura dell’amministrazione Bush, né durante la prima metà dell ‘amministrazione Obama.

Lo studio della West Point offre anche un altro punto di vista più sinistro. Il suggerimento di Felter e Fishman punta sul fatto che gli ex membri dell’LIFG componenti di Al Qaeda venissero schierati contro il governo del colonnello Gheddafi in Libia, in sostanza creando un alleanza de facto tra gli Stati Uniti e un segmento di un’organizzazione terroristica. La relazione del West Point rileva:”Lo sposalizio tra il Libyan Islamic Fighting Group e al-Qaeda e la sua decisione di dare una apparente priorità al supporto logistico allo Stato Islamico dell’Iraq è probabilmente controverso anche all’interno dell’organizzazione. E’ probabile che alcune fazioni dell’LIFG vogliano ancora dare la massima priorità alla lotta contro il regime libico, piuttosto che alla lotta in Iraq. Potrebbero avvenire degli scismi all’interno dell’LIFG, tra i leader dell’LIFG e all’interno di al-Qaeda: egiziani conservatori contro quelli supportati dai sauditi. ” 13 Ciò suggerisce che la politica degli Stati Uniti, sia quella di allearsi, in Libia, con dei fanatici oscurantisti e reazionari sotto l’egira di al Qaeda contro la modernizzatore nasseriana di Gheddafi.

Armare i ribelli: l’esperienza dell’Afghanistan

Guardando indietro, alla tragica esperienza degli Stati Uniti nell’incitare la popolazione dell’Afghanistan a ribellarsi all’occupazione sovietica negli anni successivi al 1979, dovrebbe essere chiaro che la politica della Casa Bianca, condotta da Reagan, per armare i mujaheddin afghani con missili Stinger e altre armi moderne si sia rivelata altamente distruttiva per gli Stati Uniti. Come ha fatto l’attuale Segretario alla Difesa Robert Gates che nelle sue memorie si avvicina ad ammettere, che Al Qaeda venne creata in quegli anni dagli Stati Uniti come “Legione Araba” contro la presenza sovietica, con risultati a lungo termine imprevisti e dannosi.

Oggi, è chiaro che gli Stati Uniti stanno fornendo armi moderne ai ribelli libici attraverso l’Arabia Saudita e attraverso il confine egiziano con la partecipazione attiva dell’esercito egiziano e dell’appena installata giunta filo – Usa. 14 Questa è una diretta violazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu del 1973, che prevede un embargo totale sulle armi alla Libia. Il presupposto è che queste armi verranno usate contro Gheddafi nelle prossime settimane. Ma, dato il carattere violentemente anti-americano della popolazione del nord-est della Libia, la quale viene ora armata, non vi è alcuna certezza che queste armi verranno presto usate contro coloro che le hanno fornite.

Un problema più ampio è rappresentato dal comportamento del futuro governo libico dominato dal Consiglio ribelle attuale con la sua larga maggioranza attuale di islamisti del nord-est, o di un governo simile nello stato della Cirenaica. Nella misura in cui tali regimi avranno accesso ai proventi del petrolio, allo stesso modo verranno sottoposti ad evidenti problemi di sicurezza internazionale. Gamage si chiede: ” se la ribellione riuscirà a rovesciare il regime di Gheddafi avrà accesso diretto alle decine di miliardi di dollari che Gheddafi, si pensa, abbia nascosto nei conti all’estero durante i suoi quattro decenni di regime. 15 Data la mentalità del nord est libico, possiamo immaginare per cosa potrebbero essere utilizzate tali entrate.

Che cosa è al Qaeda e perché la CIA la ha utilizzata

Al Qaeda non è un’organizzazione centralizzata, ma piuttosto un branco o meglio una congrega di fanatici, creduloni, psicotici, disadattati, spie, provocatori, mercenari, e altri elementi. Come è noto, Al Qaeda è stata fondata dagli Stati Uniti e dagli inglesi durante la lotta contro i sovietici in Afghanistan. Molti dei suoi leader, come il rinomato, secondo in comando, Ayman Zawahiri e l’attuale stella nascente Anwar Awlaki, sono evidentemente spie dell’MI-6 e / o della CIA. La credenza di base di Al Qaeda è che tutti gli attuali governi arabi e musulmani sono illegittimi e devono essere distrutti, perché non rappresentano il califfato che Al Qaeda crede sia descritto dal Corano. Ciò significa che l’ideologia di Al Qaeda offre un modo facile e pronto per le agenzie segrete di intelligence anglo-americane di attaccare e destabilizzare gli attuali governi arabi e musulmani “come parte della necessità incessante” di imperialismo e di colonialismo atto a saccheggiare e attaccare le nazioni in via di sviluppo. Questo è precisamente ciò che sta accadendo in Libia oggi.

Al Qaeda è emersa dal conglobato culturale e politico dei Fratelli musulmani o Ikhwan, essi stessi sono una creazione dei servizi segreti britannici in Egitto alla fine del 1920. Gli Stati Uniti e gli inglesi hanno usato la Fratellanza musulmana egiziana per opporsi alle politiche anti-imperialiste del presidente egiziano Nasser, che ha riportato vittorie immense per il suo paese come la nazionalizzazione del Canale di Suez e la costruzione della diga di Assuan, senza i quali, l’Egitto moderno, sarebbe semplicemente impensabile . I Fratelli Musulmani hanno fornito una quinta colonna attiva e capace di agenti stranieri, contro Nasser, allo stesso modo in cui il sito ufficiale di Al Qaeda nel Maghreb islamico sta oggi sbandierando il suo sostegno alla ribellione contro il colonnello Gheddafi.

E ‘sufficiente dire che non abbiamo bisogno di credere in tutte le mitologie fantastiche che propongono il governo degli Stati Uniti come associato di Al Qaeda, al fine di riconoscere il fatto che i militanti di base o i capri espiatori che spontaneamente hanno aderito ad al Qaeda sono spesso sinceramente motivati da un profondo odio per gli Stati Uniti e da un ardente desiderio di uccidere gli americani, così come gli europei. La politica dell’amministrazione Bush ha usato la presunta presenza di Al Qaeda come pretesto per attacchi militari diretti in Afghanistan e in Iraq. L’amministrazione Obama sta facendo qualcosa di diverso, intervenendo sul lato di una ribellione, in cui Al Qaeda ed i suoi co-pensatori sono fortemente rappresentati mentre attaccano il governo laico autoritario del colonnello Gheddafi. Entrambe queste politiche sono fallimentari, e devono essere abbandonate.

I leader ribelli Jalil e Younis, assieme alla maggior parte del Consiglio dei ribelli, sono membri della Tribù Harabi collegata all’organizzazione di Al Qaeda.

Il risultato della presente indagine è che la filiale libica di Al Qaeda rappresenta un continuum del Libyan Islamic Fighting Group che ha come centri Darnah e Bengasi.La base etnica del Libyan Islamic Fighting Group è da ritrovare nella tribù anti-Gheddafi degli Harabi, la tribù che costituisce la stragrande maggioranza del consiglio ribelle ed è rappresentata dai due leader ribelli di spicco, Abdul Fatah Younis e Mustafa Abdul Jalil. I dati suggeriscono quindi che il Libyan Islamic Fighting Group, rappresentante l’elite della tribù deglu Harabi, e il Consiglio ribelle sostenuto da Obama siano tutti d’accordo per fini pratici. La ribellione contro Gheddafi è una miscela tossica composta dall’odio fanatico di Gheddafi, dall’islamismo, dal tribalismo e dal localismo. Da questo punto di vista, Obama ha stupidamente scelto di schierarsi in una guerra tribale.

Quando Hillary Clinton andò a Parigi per essere introdotta ai ribelli libici dal presidente francese Sarkozy, incontrò il leader dell’opposizione (educato negli Stati Uniti), Abu Jibril, già noto ai lettori di Wikileaks, come preferito degli Stati Uniti. 16

Mentre Jibril potrebbe essere considerato presentabile a Parigi, i veri capi della insurrezione libica sembrano essere Jalil e Younis, entrambi ex ministri sotto Gheddafi. Jalil sembra essere il primus inter pares, almeno per il momento: “Mustafa Abdul Jalil o Abdul-Jalil (in arabo: مصطفى عبد الجليل, anche trascritto Abdul-Jelil, Abd-al-Jalil, Abdel-Jalil o Abdeljalil e spesso ma erroneamente come Abud Al Jeleil) (nato nel 1952) è un politico libico. E’ stato il ministro della Giustizia (non ufficialmente, il segretario del Comitato generale del popolo) sotto il colonnello Muammar al-Gheddafi …. Abdul Jalil è stato identificato come il presidente del Consiglio nazionale di transizione con sede a Bengasi … anche se questa posizione è contestata da altri rivoltosi che puntano il dito sulle sue connessioni passate con il regime di Gheddafi. ” 17

Per quanto riguarda Younis, venne strettamente associato a Gheddafi dal colpo di stato del 1968-9: “Abdul Fatah Younis (in arabo: عبد الفتاح يونس) è un alto ufficiale militare in Libia. Ha ricoperto il grado di generale e la carica di ministro degli Interni, ma si dimise il 22 febbraio 2011 …. ” 18

Ciò che ci dovrebbe preoccupare maggiormente è che sia Jalil  che Younis provengono dalla tribù degli Haribi, quella dominante nel nord-est della Libia, che è culo e camicia con al Qaeda. Secondo Stratfor, la “tribù Harabi … è una tribù ombrello, storicamente potente nella parte orientale della Libia, che ha visto svanire la sua influenza sotto il colonnello Gheddafi. Il leader libico ne confiscò le terre e le ridistribuì alle tribù più deboli e fedeli …. Molti dei leader che stanno emergendo nella parte orientale della Libia della tribù degli Harabi, compreso il capo del governo provvisorio istituito a Bengasi, Mustafa Abdel Jalil, e Abdel Fatah Younis, che ha assunto un ruolo di leadership durante la ribellione dei ranghi militari nelle prime fasi del rivolta. ” 19 Questo è come un ticket presidenziale in cui entrambi i candidati provengono da uno stesso stato, salvo che le feroci rivalità tribali della Libia non rendano il problema infinitamente peggiore.

Il consiglio dei ribelli: Metà dei nomi vengono tenuti segreti, perché?

Questa immagine di una stretta base settaria, tribale e regionale non migliora quando si guarda al Consiglio dei ribelli nel suo complesso. Secondo una versione recente, il Consiglio ribelle è “presieduto dall’apprezzato ex ministro della giustizia libico, Mustafa Abdul Jalil, [ed] è composto da 31 membri, apparentemente provenienti da tutta la Libia, molti dei quali non potranno essere nominati per “ragioni di sicurezza”…. “Gli attori più importanti del Consiglio, almeno quelli di cui sappiamo il nome, provengono tutti dalla tribù degli Harabi del nord – est. Queste tribù hanno forti collegamenti con Bengasi, collegamenti i quali risalgono a prima del 1969 data nella quale Gheddafi salì al potere.” 20 Altri reoconti concordano circa il numero dei rappresentanti: “Il Consiglio ha 31 membri, la identità dei vari membri non è stata resa pubblica per proteggere la loro sicurezza. ” 21 Dato ciò che sappiamo circa la densità straordinaria di LIFG e di tutti i fanatici di Qaeda nel nord-est della Libia, siamo autorizzati a chiederci se tanti membri del consiglio sono stati tenuti nell’anonimato al fine di proteggerli da Gheddafi, o se l’obiettivo è stato quello di impedire loro di essere riconosciuti in occidente come terroristi di al Qaeda o per lo meno di essere simpatizzanti di tale organizzazione. Quest’ultima teoria sembra essere una sintesi accurata dello stato reale delle cose.

I nomi rilasciati finora includono: Mustafa Abduljaleel; Ashour Hamed Bourashed della città di Darna, Suleiman Othman El-Megyrahi della zona di Batnan; Al Butnan del confine Egiziano, Ahmed Al-Abduraba Abaar della città di Bengasi; Mohamed Fathi Baja della città di Bengasi; Abdelhafed Abdelkader Ghoga della città di Bengasi, il signor Omar El-Hariri per gli Affari Militari, il dottor Mahmoud Jibril, Ibrahim El-Werfali e il dottor Ali Aziz Al-Eisawi per gli affari esteri. 22

Il Dipartimento di Stato ha bisogno di farsi delle domande su queste cifre, a partire magari da Ashour Bourashed Hamed, il delegato dalla roccaforte terrorista e attentatore suicida di Darnah.

Quanti membri di al Qaeda, veterani, o simpatizzanti ci sono nel Consiglio Ribelle?

Vedendo nel modo più chiaro possibile tra le nebbie della guerra, sembra che solo poco più di una dozzina dei membri del Consiglio dei ribelli abbiano avuto i loro nomi pubblicati ufficialmente – in ogni caso, questi nominativi non superano la metà dei 31 membri segnalati. Gli Stati Uniti e i media europei non hanno ritenuto necessario investigare sui nomi noti e soprattutto non hanno richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica, sulla gran parte del Consiglio dei ribelli che sono ancora nell’ombra dell’anonimato. Sarebbe proficuo conoscere il numero di membri dell’LIFG e / o di al Qaeda, dei veterani, o dei simpatizzanti che attualmente detengono seggi nel consiglio ribelle.

Stiamo quindi assistendo a un tentativo, intrapreso dalla tribù Harabi, di ritagliarsi un posto dominante tra le 140 tribù della Libia. Gli Harabi sono già tecnicamente la tribù egemone della Cirenaica. Al centro della Confederazione degli Harabi vi è la tribù Obeidat, che è suddivisa in 15 sotto-tribù. 23 Tutto questo discorso, potrebbe suscitare un mero interesse etnografico, se non fosse per il fatto della notevole sovrapposizione tra le tribù Harabi l’LIFG e al Qaeda.

Il Movimento dei Senussi della Libia – Una Democrazia Monarchica?

La tradizione politico-religiosa del nord-est della Libia rende questa zona un terreno fertile per le sette musulmane più estreme preferendo una struttura di potere di tipo monarchico, piuttosto che a delle forme più moderne di governo, tanto apprezzate da Gheddafi. La più importante tradizione regionale è quella dei Senussi od ordine dei Sanussi, una setta anti-occidentale musulmana. In Libia l’ordine dei Senussi è strettamente associato con la monarchia, dal momento che il re Idris, il sovrano installato, dagli inglesi nel 1951 rovesciato poi da Gheddafi nel 1969, era anche il capo dell’ordine dei Senussi. I Senussi hanno diretto la ribellione contro il colonialismo italiano che, nel 1930, era personificato nel maresciallo Rodolfo Graziani e nel suo esercito. Oggi, i ribelli utilizzano la bandiera monarchica, e sostengono il ritorno al trono di uno dei due pretendenti al trono di Idris. Sono molto più vicini alla monarchia che alla democrazia

Re Idris, venerato dai guerriglieri libici di oggi

Ecco qui il punto di vista di Stratfor sul re Idris e sui Senussi  ” il re Idris proveniva da una dinastia di capi del’ordine dei Sanussi, un ordine religioso sufi fondato nel 1842 ad Al Bayda, il quale pratica una forma conservatrice e austera dell’Islam. Il Sanussiyah rappresenta una forza politica in Cirenaica che ha preceduto la creazione del moderno stato della Libia, e i cui riverberi continuano a farsi sentire anche ai giorni nostri. Non è un caso che questa regione sia la patria del jihadismo libico, con gruppi come il Libyan Islamic Fighting Group (LIFG). La famiglia Gheddafi ha chiamto la rivolta in corso, una elaborata trama islamista …. ” 24 Sotto la monarchia, la Libia è stata secondo alcune stime, il più povero paese del mondo in assoluto. Oggi, la Libia si piazza al 53esimo, nell’Indice di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite e si qualifica come il paese più sviluppato dell’Africa, davanti a Russia, Brasile, Ucraina e Venezuela. La gestione di Gheddafi ha meriti oggettivi che non possono essere negati.

Glen Ford nel suo libro Black Agenda Report ha giustamente cercato di mostrare il carattere reazionario e razzista dell’insurrezione libica. La tribù del sud della Libia, nota come Fezzan, è di carnagione scura. La base tribale del regime di Gheddafi fù una alleanza delle tribù dell’Occidente, del centro e del sud con i Fezzan, contro gli Harabi e gli Obeidat, che si identificano con la classe dirigente ex monarchica. Gli Harabi e gli Obeidat sono noti per nutrire un profondo odio razzista contro i Fezzan. Odio che è stato espresso frequentemente nelle notizie dei media filo-imperialisti all’inizio della ribellione, evidentemente ispirate dai resoconti Harabi, secondo cui i neri in Libia dovevano essere trattati come i mercenari che lavorano per Gheddafi – con la chiara implicazione che dovevano venire sterminati. E in effetti, un gran numero di africani neri provenienti dal Ciad e da altri paesi che lavorano in Libia sono stati sistematicamente linciati e massacrati dalle forze anti-Gheddafi. La Casa Bianca di Obama, con i suoi discorsi vuoti, sul fatto di voler evitare un massacro come quello in Ruanda, ha convenientemente ignorato questa storia sconvolgente di genocidio perpetrata dai nuovi amici razzisti in Cirenaica.

Contro l’oscurantismo dei Senussi, Gheddafi ha avanzato l’equivalente musulmano del sacerdozio per tutti i credenti, sostenendo che non è necessario un califfato al fine di scoprire il significato del Corano. Ne completa la prospettiva, la sua idea di un’Africa unita. Gerald A. Perreira nel  Black Agenda Report scrive, a proposito della divisione teologica che vi è tra Gheddafi e i neo-Senussi del nord-est della Libia, allo stesso modo di altri oscurantisti: “Al Qaeda ha i suoi confini nel Sahara e la International Union of Muslim Scholars chiede a [Gheddafi] di essere giudicato in un tribunale …. [Gheddafi] ha messo in dubbio l’Islam dei Fratelli Musulmani e di Al Qaeda da una prospettiva teologico – coranica, ed è stato uno dei pochi leader politici attrezzati per farlo …. Bengasi è sempre stata al centro della contro-rivoluzione in Libia, nella promozione dei movimenti reazionari islamici, come i wahabiti e salafiti. È questa gente che ha fondato il Libyan Islamic Fighting Group con sede a Bengasi che si alleò con Al Qaeda e che è stato, nel corso degli anni, responsabile per l’assassinio di molti esponenti di spicco dei comitati rivoluzionari libici. ” 25 E quale sarebbe ad esempio la condizione delle donne sotto i neo-Senussi o il Consiglio ribelli di Bengasi?

Al Qaeda da demone ad alleato degli Stati Uniti in Libia

Per coloro che cercano di seguire i pro e i contro della gestione CIA delle sue varie e strampalate organizzazioni, all’interno del presunto regno del terrore islamico, può essere utile analizzare la trasformazione che ha portato l’LIFG/AQIM da nemico mortale a stretto alleato. Questo fenomeno è fortemente collegato alla generale inversione dei fronti ideologici dell’imperialismo statunitense che fa da spartiacque tra le amministrazioni Bush-Cheney (neoconservatori) e l’attuale Obama-Brzezinski (regime dell’ International Crisis Group). L’approccio di Bush era quello di utilizzare la presunta presenza di Al Qaeda come ragione per un’attacco militare diretto. Il metodo di Obama è quello di utilizzare al-Qaeda per rovesciare i  governi indipendenti, e, da quel momento,  balcanizzare e partizionare i paesi in questione, oppure usarli come marionette kamikaze contro nemici ben più grandi come la Russia, la Cina o l’Iran. Questo approccio implica una fraternizzazione più o meno ampia con i gruppi terroristici, la quale venne sancita in maniera generale, al Cairo,  da Obama in un famoso discorso del 2009. I collegamenti tra la campagna di Obama per le organizzazioni terroristiche messa in atto dalla CIA contro la Russia erano già note al pubblico tre anni fa. 26

Ma una tale inversione di marcia non può essere improvvisata durante il corso di una notte; ci sono voluti diversi anni di preparazione. Il 10 luglio 2009, il London Daily Telegraph ha riferito che il Libyan Islamic Fighting Group si divise da Al Qaeda. Questo venne deciso quando gli Stati Uniti decisero di de-enfatizzare la guerra in Iraq, e di prepararsi anche ad utilizzare la Fratellanza musulmana sunnita e la sua propaggine sunnita di Al Qaeda per la destabilizzazione dei principali Stati arabi che si stavano preparando alla svolta contro l’Iran sciita. Paolo Cruikshank scrisse in quel periodo sul New York Daily News, che uno dei capi dell’LIFG volle rialacciare nuovamente i rapporti con al Qaeda e con il famigerato Osama Bin Laden, colui di cui si sta parlando è “Noman Benotman”, ex leader del Libyan Islamic Fighting Group. Mentre la maggior parte dei leader Musulmani hanno a lungo criticato Al Qaeda, queste critiche hanno le credenziali jihadiste per diventare morsi per l’organizzazione “. 27 Ma a questo punto alcuni boss dell’LIFG si sono trasferiti ad al Qaeda: il London Daily Telegraph riferì che gli alti membri di Al Qaeda Abu Yahya al-Libi e Abu Laith al-Libi erano membri anche dell’LIFG. In questo periodo, Gheddafi rilasciò alcuni combattenti dell’LIFG in un gesto umanitario mal calcolato.

I Jihadisti libici del Nord – est stanno uccidendo le forze NATO e Statunitensi in Afghanistan, proprio ora!

Una delle contraddizioni fatali nella politica attuale del Dipartimento di Stato e della CIA è che essa punta ad una alleanza cordiale con gli assassini di Al Qaeda nel nord-est della Libia, nello stesso periodo in cui gli Stati Uniti e la NATO bombardano senza pietà i civili a nord-ovest del Pakistan a nome di una guerra totale contro Al Qaeda. Forze statunitensi e forze della NATO sono state uccise dai guerriglieri di Al Qaeda in quello stesso teatro di guerra Afghano/Pakistano. La forza di questa clamorosa contraddizione causa il collasso dell’intero palazzo propagandistico costruito per giustificare gli attacchi in questi paesi. Gli Stati Uniti hanno da tempo perso qualsiasi fondamento morale che guidi le forze militari.

Secondo un resoconto, un alto militare di Al Qaeda è stato ucciso nel Pakistan nord-occidentale da una recente azione militare degli Stati Uniti nell’ottobre 2010: “Un leader anziano di al Qaeda che servì come ambasciatore di al Qaeda in Iran, braccato dagli Stati Uniti, venne ucciso da un raid aereo in un territorio del Pakistan controllato dai talebani ….[Questo era] Atiyah Abd al Rahman, un cittadino libico che abitò in Iran e servì come ambasciatore di Osama bin Laden nei confronti dei vari mullah. Notizie di stampa non confermate indicano che Rahman è stato ucciso in un raid aereo …. ” 28 Atiyah reclutò e facilitò i colloqui con gli altri gruppi islamici, fù anche un membro del Libyan Islamic Fighting Group e dell’Ansar al Sunna. ” 29 Rahman raggiunse un alto livello all’interno di al Qaeda per essere in grado di dare ordini ad Abu Musab al- Zarqawi, il capo di al Qeada in Iraq, nel 2005.

Un altro libico del nord est venne ucciso in Pakistan, si tratta di Khalid al Harabi, la cui scelta del nome di battaglia può ben collegato all’organizzazione jihadista presente nella tribù Harabi in Cirenaica. Secondo un resoconto, Khalid al Harabi è un alias per Khalid Habib, ex comandante militare di Al Qaeda che è stato ucciso in un raid americano nel mese dell’ottobre 2008.” 30

Lo scenario scoperto da Shayler Affair nel 1995 è operativo oggi

Nel 1995, David Shayler, un funzionario dell’organizzazione controspionistica britannica MI-5, si accorse che il suo omologo presso l’organizzazione britannica di spionaggio all’estero, MI-6 aveva pagato la somma di £ 100.000 ad un affiliato di Al Qaeda in cambio di un tentativo di assassinare Gheddafi. L’attentato si è verificato, vennero uccisi molti passanti innocenti, ma non ha avuto gli esiti sperati sul sovrano libico. Shayler capì quello che stava succedendo nell’MI-6, in primis, la liquidazione di Gheddafi, seguita dalla discesa, della Libia, nel caos e nelle guerre tribali, con una possibile, ulteriore, opzione e cioè la presa di potere di Al Qaeda. Questa situazione potrebbe quindi fornire un pretesto per la Gran Bretagna, probabilmente ma non necessariamente in concerto con gli Stati Uniti o con altri paesi, di invadere la Libia e prendere il controllo dei giacimenti petroliferi, probabilmente, istituendo un protettorato permanente sulle regioni del petrolio, sugli oleodotti, e sulla costa. 31 Questo rimane l’obiettivo ancora oggi.

In coincidenza con il tentativo di assassinare Gheddafi, l’MI-6 e altre agenzie segrete di intelligence occidentali hanno fomentato un’insurrezione considerevole nel nord-est della Libia, quasi esattamente nelle stesse aree in cui oggi avvengono le rivolte. Le insurrezioni vennero schiacciate con successo dalle forze di Gheddafi alla fine del 1996. Gli eventi del 2011 sono semplicemente una ripresa degli attacchi imperialisti sulla Libia di 15 anni fa, con l’aggiunta di un intervento esterno.

La guerra contro gli Stati Nazionali

L’attuale attacco sulla Libia si colloca nel quadro di un attacco alle istituzioni dello Stato nazionale stesso, come venne descritto nel Trattato di Westfalia del 1648. Gli Stati Uniti e i britannici sono profondamente preoccupati per il gran numero di nazioni che cercano di fuggire dall’egemonia anglo-americana attivamente perseguendo una cooperazione su vasta scala con la Russia in materia di sicurezza, con la Cina sulle questioni economiche, e con l’Iran per le considerazioni geopolitiche. La risposta della CIA/MI-6 è stata una selvaggia orgia di destabilizzazioni, colpi di stato popolari, rivoluzioni colorate, e sommosse di palazzo, segnalati nei documenti riservati pubblicati dall’organizzazione patrocinata dalla CIA conosciuta come Wikileaks, che ha preso di mira nomi della CIA che spaziano tra Ben Ali a Gheddafi. La strategia di Obama era quella di far passare la storia che la “primavera araba” fosse veramente una questione portata avanti da giovani idealisti visionari radunatisi in piazza per lodare la democrazia, lo Stato di diritto, e i diritti umani. Questa non fù mai la realtà: le decisioni effettive venivano prese dalle brutali cricche di generali e di alti funzionari corrotti o ricattati dalla CIA, che si mossero dietro le quinte per cacciare personaggi come Ben Ali e Mubarak. Qualunque altra cosa Gheddafi abbia fatto, egli ha indubbiamente costretto la CIA e la NATO a far cadere la piacevole maschera dell’idealismo giovanile e dei diritti umani, rivelando il volto orribile dei droni Predator, dei bombardamenti terroristici, dei massacri diffusi, e dell’arroganza colonialista. Gheddafi ha anche strappato la maschera del “Yes We Can” di Obama, rivelando un intento cinico e guerrafondaio che continua le politiche infami di Bush chiamate “Dead or Alive” e “Bring it on”, anche se con altri mezzi.

Uno specchio lontano per gli imperialisti in Libia: La Farsaglia di Lucano

Gli imperialisti moderni al posto di essere desiderosi di invadere la Libia dovrebbero meditare sulla Farsaglia di Lucano, la quale tratta della guerra nel deserto libico durante la guerra tra Giulio Cesare e Pompeo Magno, alla fine della Repubblica Romana. Un passaggio fondamentale in questo testo epico latino è il discorso di Catone di Utica, ad un seguace di Pompeo, che esorta i suoi soldati ad intraprendere una missione suicida in Libia, dicendo: “Serpenti, sete, caldo e sabbia … la Libia da sola può presentare una moltitudine di guai che dovrebbero spingere gli uomini a tenersene alla larga “. Catone va avanti, e trova “Una piccola tomba in cui vi era scritto il suo nome, la Libia assicurò la morte di Catone …. ” 32

Cerchiamo di non imitare questa follia.

Lo studio della West Point: un appello agli studiosi

Lo studio della West Point, come noto, è stato condotto sulla base di quasi 700 file personali di Al Qaeda catturati dalle forze della coalizione in Iraq. 33 Gli autori dello studio hanno promesso di tenere a disposizione online la base documentaria di questa indagine, sia in lingua araba 34 , che anche in Inglese.35 Supponendo che questo materiale rimanga a disposizione, potrebbe essere possibile per i ricercatori e i giornalisti, specialmente per quelli che hanno dimestichezza con l’arabo, di svolgere una indagine sui combattenti libici andati in Iraq, al fine di determinare se qulcuno di essi sia un familiare, un vicino di casa, o anche un associato politico del consiglio ribelle di Bengasi o di altre forze anti-Gheddafi. Tale procedura potrebbe contribuire a facilitare la comprensione della natura di questa missione in Libia ai cittadini europei e americani, ed acquisire una conoscenza più specifica di chi siano i ribelli libici in realtà, in modo anche da distinguerli da quelli controllati dall’occidente.

Fonte

Continuano le operazioni di cover up in Giappone

Reattore 1: La parte superiore risulta danneggiata da un esplosione; Reattore 2: Si possono ancora vedere fumi fuoriuscire da un buco sulla parete; Reattore 3: Non è più visibile la fuoriuscita di fumo; Reattore 4: In pessime condizioni;

In Giappone, persistono le operazioni di insabbiamento e negazionismo. In una conferenza stampa, il 18 marzo, il portavoce della Tokyo Electric (TEPCO) ha affermato che il dossaggio di radiazioni nell’acqua si è abbassato passando da 312 microsieverts per ora a 289. Tuttavia, 48 ore prima, il capo di gabinetto Yukido Edano disse che i livelli furono erroneamente interpretati utilizzando come unità di misura i microsieverts al posto dei millisierverts – che sarebbero 1.000 volte più forti!

Contrariamente agli altri report, il portavoce della TEPCO ha anche detto TEPCO che l’acqua di raffreddamento del reattore numero 4 è rimasta nella vasca. In realtà, non ce ne è neanche una goccia. Nulla di ciò che questa azienda dice è credibile.

Al contrario, l’acclamata esperta nucleare Helen Caldicott ha descritto quella di Fukushima come una “catastrofe assoluta”, parecchie volte peggiore di quella di Chernobyl. “La situazione è molto triste e non solo per il popolo giapponese. Se entrambi i reattori esplodessero tutto l’emisfero settentrionale potrebbe essere colpito. A Chernobyl, si guastò un unico reattore, con solo tre mesi di vita e con una quantità di radiazioni relativamente basse. Fukushima sta operando da 40 anni, e contiene circa 30 volte le radiazioni di Chernobyl. ”

Dal disastro del 1986 a oggi sono morte 1 milione di persone e il conto rimane ancora aperto, secondo la New York Academy of Sciences (NYAS). Eppure, la cifra ufficiale della AIEA è 4.000. Il seguente spezzone è tratto dalla relazione della NYAS:

“Questa è una raccolta di documenti tradotti dal russo assieme ad alcuni contributi. Scritta dalle alte autorità dell’Europa dell’Est, il volume traccia la storia della salute e le conseguenze ambientali del disastro di Chernobyl. Secondo gli autori, i dibattiti ufficiali della (AIEA) e dell’ (ONU) hanno in gran parte minimizzato o ignorato molti dei fatti riportati nella letteratura scientifica dell’Est europeo, di conseguenza hanno commesso un errore non includendo queste valutazioni “.

In realtà, le agenzie della AIEA e delle Nazioni Unite hanno mentito, in quello che sta succedendo a Fukushima potrebbe nascondersi la più grande catastrofe umana/ambientale mai registrata. Definendola una “catastrofe diabolica” Caldicott, infatti, ritiene che “Potrebbe essere molto, molto peggio di una Cernobyl moltiplicata x30.” Nell’emisfero settentrionale, molti milioni di persone potrebbero ammalarsi di cancro.” Ampie parti del Giappone potrebbero definitivamente essere contaminate, rendendo impossibile la vita.

Aggiungendo una nota speranzosa, l’esperta afferma che “l’industria nucleare è finita in tutto il mondo. Dissi già, purtroppo, che l’unica cosa in grado di fermare questa malvagia industria sia una grande catastrofe, sembra che tale verità si stia dispiegando proprio ora”.

In una dichiarazione del 16 marzo del “Destroyer of Worlds“, aggiunge:

“Il mondo ora sta pagando – e pagherà comunque vada la crisi di Fukushima. Un prezzo salato per l’arroganza e l’avidità che hanno alimentato la loro voglia di costruire sempre più reattori. Facendola bere a politici ingenui, spingendo sui  media, e portando una gran parte del pubblico a pensare che il nucleare sia una soluzione ‘verde e pulita’ per il problema del riscaldamento globale, l’industria nucleare ha costruito strutture in modo improprio, con poco o nessun riguardo per le norme di sicurezza, e lo hanno fatto spesso con il nulla osta delle autorità di governo”.

In effetti, l’energia nucleare non è “pulita e verde,” né è sicura o rinnovabile. “E’ invece una nemesi. ‘ E’ tempo che la comunità globale la ripudi …. Non c’è altra scelta per il bene delle generazioni future e il pianeta Terra. L’umanità è di fronte ad una scelta – l’energia nucleare o la vita stessa.

Gli addetti ai lavori stanno anche cercando di ripristinare l’alimentazione senza la garanzia che farlo potrà aiutare. Le esplosioni, gli incendi, e l’altissimo calore hanno distrutto la maggior parte se non tutte le apparecchiature, tra cui probabilmente anche le pompe dell’acqua.

Una fonte anonima ha detto: “Quello che state vedendo sono degli sforzi disperati – Non è un vero e proprio intervento è l’ultima speranza che qualcosa vada bene, al momento questa è più una preghiera che un piano di emergenza”

Più probabilmente, però, è l’inganno, cercando di convincere l’opinione pubblica che tutto può funzionare quando, in realtà, potrebbe già essere troppo tardi.

Neanche gli elicotteri della protezione civile, spruzzando acqua, sono riusciti a fare qualcosa. Venerdì scorso, i funzionari militari li fermarono per un giorno. Gli esperti nucleari pensano che tutto ciò sia inutile. Prove video hanno dimostrato che la maggior parte dell’acqua ha mancato il suo obiettivo o è evaporata prima di raggiungerlo. Il professor Akira Yamaguchi della Osaka University, ha affermato:

“Sono state scaricate 7.5 tonnellate di acqua. Non conosciamo le dimensioni della piscina, ma a giudicare da altri esempi probabilmente ha una capienza di 2.000 tonnellate. Ciò non significa che la piscina deve essere completamente piena, ma è necessario che circa 1/3 dellla capienza sia riempito

L’America crede che la TEPCO “stia costantemente sottovalutato il rischio e si muove troppo lentamente per contenere i danni.”

Il 18 marzo, Al Jazeera ha intitolato, “Il Giappone alza il livello di allerta nucleare”, dicendo:

L’agenzia di sicurezza nucleare giapponese ha alzato il livello di gravità dell’incidente presso lo stabilimento di Fukushima, a significare un rischio più elevato di radiazioni.”

Tuttavia, Al Jazeera ha equiparato la sua gravità all’evento di Three Mile Island e di Chernobyl. Fukushima non ha precedenti, forse è inarrestabile. Guenther Oettinger, il capo dell’energia dell’UE, ha definito il sito “effettivamente fuori controllo, sull’orlo dell’apocalisse.”

Al Jazeera ha affermato che i “venti trasporteranno qualsiasi fumo o vapore contaminato dalla zona densamente popolata di Tokyo all’Oceano Pacifico, in cui si dissiperanno .”

Falso! I livelli di radiazione a Tokyo sono pericolosamente elevati e in crescita. Sminuire la gravità del disastro è scandaloso e criminale. Oltre alle zone morte e permanente contaminate, sono probabili milioni di decessi e malattie, anche se passeranno anni prima che informazioni precise vengano rese note.

Non si illuda, il governo, la sua cabala con l’industria del nucleare ha la piena responsabilità per la più grande catastrofe umana/ambientale mai registrata, un crimine indiscutibile. Hanno le mani sporche di sangue come l’America, gli altri governi, e i “Distruttori di Mondi” che fanno proliferare questa tecnologia infernale. Nessun tentennamento è accettabile nella scelta di eliminarla dalle nostre vite.

Fonte

Gli esperti dell’ONU si discostano dalla versione ufficiale dell’11 settembre

NAZIONI UNITE – Gli Stati Uniti Martedì hanno chiesto il licenziamento di un esperto per i diritti umani delle Nazioni Unite per i commenti “negativi”, riguardo la questione 11 settembre, secondo lui essa sarebbe frutto di un complotto e non l’attentato di terroristi appartenenti ad una fantomatica associazione.
Il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon ha condannato i commenti di Richard Falk, relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei territori palestinesi, come “un affronto” alle vittime degli attacchi “terroristici” di Al Qaeda a New York e Washington.
L’ambasciatore Usa alle Nazioni Unite, Susan Rice, ha giudicato il punto di vista di Falk  “spregevole e profondamente offensivo” (Mi ricorda qualche politico italiano che chiama in trasmissioni tv) dicendo di aver richiesto il suo licenziamento.
Falk ha scritto nel suo blog personale, l’11 gennaio, che ci sono “vuoti goffi e contraddizioni nelle spiegazioni ufficiali” portate per giustificare gli attacchi dei jet dirottati che si schiantarono contro il World Trade Center a New York e contro il Pentagono a Washington.
Sostiene che ci sia stata “un’apparente cover-up” da parte del governo degli Stati Uniti sulla sua reale conoscenza degli attacchi orditi da Bin Laden.
Falk continua dicendo che i media statunitensi “non sono stati disposti a riconoscere i dubbi ben evidenziati nella versione ufficiale degli eventi: Un’operazione di Al-Qaeda di cui l’intelligence Usa non era a conoscenza”

Chi è il vero terrorista?

L’ambasciatrice statunitense dice di essere “scioccata” e vuole unirsi ad altri colleghi per licenziare Falk.
“Il signor Falk approva le storielle dei teorici del complotto che sostengono che gli attacchi terroristici dell 11 Settembre 2001, siano stati perpetrati e quindi coperti dal governo Usa e dai media”, ha detto in un comunicato.

“I commenti del signor Falk sono spregevoli e profondamente offensivi, e li condanno in maniera assoluta. Sono portavoce di una grande protesta a nome degli Stati Uniti”.
“A mio parere, l’ultimo commento del signor Falk è stato talmente nocivo che dovrebbe essere finalmente chiaro a tutti che non è più adeguato a ricoprire il posto che occupa alle Nazioni Unite”, ha detto la Rice.
“Gli Stati Uniti sono profondamente impegnati nella causa dei diritti umani e riteniamo che questo impegno sarà tanto più efficace se il signor Falk si farà da parte assieme al baldacchino di insensatezze che ha deciso di creare.”

I funzionari delle Nazioni Unite ha detto che Falk non è stato richiamato da Ban, ma dalla sede di Ginevra del consiglio sui diritti umani delle Nazioni Unite. Il Consiglio deciderà il futuro di Falk.
Parlando a Ginevra, il leader delle Nazioni Unite ha espresso lo shock per i commenti di Falk.
“Voglio dirvi chiaramente e direttamente che condanno questo tipo di retorica incendiaria…E ‘assurdo…Un affronto alla memoria delle oltre 3.000 persone che morirono in quel tragico attentato,” ha detto Ban.

“Vorrei far notare che Stati Uniti e molti altri diplomatici sono usciti dall’aula in segno di protesta, nel settembre 2010 quando il presidente iraniano, Ahmadinejad, fece osservazioni simili davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.”
Il leader iraniano mise in dubbio le cause degli attentati dell’11 settembre, nel suo discorso all’Assemblea Generale lo scorso anno.

Quelli che benpensano

“Sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi a far promesse senza mantenerle mai se non per calcolo, il fine è solo l’utile, in mezzo l’impossibile, la posta in gioco è massima, l’imperativo è vincere e non far partecipare nessun altro, nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro: niente scrupoli o rispetto verso i propri simili perchè gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili.” (Frankie hi nrg – Quelli che benpensano)

IL FINE E’ SOLO L’UTILE

 

Tante parole, tanti segnali forti, una metamorfosi che qualche settimana fa, faceva pensare a un Fini comunista, pronto a condurre una maggioranza di governo formata dal Pd e dall’Udc assieme ovviamente al suo partito, futuro e libertà. Già in questa maniera, la “crisi” di governo, sembrava più un asta al rialzo sull’assurdo, che il preambolo per un nuovo governo. Come si fa a credere in un personaggio che ha creato la legge Bossi-Fini, favorendo la xenofobia e limitando l’integrazione? Come si fa a credere al miglior alleato di colui che adesso critica?

Si tratta di una macchinazione bella e buona data dal fatto che Fini è stanco di essere l’eterno secondo, il figliastro di Berlusconi, il nostro principe Charles per intenderci. Fini ha sete di potere vuole governare, Berlusconi non può essere eliminato? Via al Berlusconi bis e ad una maggioranza allargata all’Udc, con l’amicone Casini, che tende spesso a sottolineare di essere in ottimi rapporti con Berlusconi.

 

Sono grandi illusionisti i nostri politici, in grado di scatenare un terremoto e uno tsunami allo stesso tempo, il problema è che nulla cambia, vengono mescolate le carte, ma il mazzo è quello.

NELLA LOGICA DEL GIOCO LA SOLA REGOLA E’ ESSER SCALTRI

Un enorme complotto dove TUTTI (tranne i fedelissimi) prostitute comprese, sono contro il Nano. Il maestro delle illusioni, sfodera sempre nuovi trucchi per illudere i suoi seguaci, senza mai abbassare i toni sul suo operato, definendosi un eroe per ciò che ha fatto nella sua vita. Ora si è aperto il mercato delle vacche (scusate dei parlamentari), per “salvarsi” ed avere la fiducia Berlusconi, sta spendendo centinaia di migliaia di euro. Ma non si chiama corruzione?

In una recente dichiarazione Berlusconi, si è posto dei “limiti” temporali, dicendo che lascerà ai giovani. Ma non siamo in una democrazia? Chi è lui per decidere a chi spetti salire al governo?

Io sono dell’idea che il parlamento andrebbe sciolto in toto. La corruzione è intrinsecamente legata alla struttura governativa di questi ultimi 20-25 anni. Non si può lavare una cosa con uno straccio sporco, non vi pare?

LA POSTA IN GIOCO E’ MASSIMA

Pannella sà benissimo che la posta in gioco è massima, Berlusconi cerca nove deputati, Pannella mette a disposizione il suo drappello di 6 deputati. Ma come, un radicale di sinistra che sostiene il governo di Berlusconi?

Il potere, purtroppo, non ha parti politiche e Pannella è stufo di fare scioperi della fame e della seta senza ottenere nulla. Ora che il grande capo ha bisogno di “amici” Pannella sfrutta l’occasione per subentrare e appendersi al vagone Berlusconi.

GLI ULTIMI SARANNO GLI ULTIMI SE I PRIMI SONO IRRAGGIUNGIBILI

E’ una opposizione servile, costituita da personaggi di facciata, che non sono in grado di competere con Berlusconi nè tantomeno di governare. Bersani e Veltroni sono 2 degli esponenti più in mostra del partito, pieni di idee e belle parole ma che non riescono a far cadere un governo se non grazie alla “pseudo” opposizione della destra stessa. C’è un personaggio, Vendola, che viene tenuto in gabbia da questi individui, anche se forse  è lui l’unico e nuovo vero leader del partito democratico. Non dimentichiamo l’Idv e il movimento a 5 stelle che rimangono partiti di nicchia incapaci di spiccare il volo in questa Italia delle macchinazioni. Ci vogliono partiti giovani in grado di rispondere alle domande di noi giovani, senza futuro e con un presente incerto. Siamo stanchi di lavorare per qualcosa che non si realizza, in condizioni sempre più pessime. L’Italia ha tutto e potrebbe essere uno dei paesi più potenti e competitivi al mondo. Possediamo moltissime menti eccellenti, moltissimi luoghi d’arte, coste e montagne favolose, ma siamo sempre e comunque il fanalino di coda del mondo sviluppato. Perchè? Perchè ci sono persone che ci mangiano sopra e le persone che dovrebbero combattere questa cosa sono li a pulire (non fare) le scarpe al “padrone”.

 

 

 

 

 

 

 

Vi lascio con il video di Frankie Hi Nrg – Quelli che benpensano….riflettete:

Italeaks

I DIPLOMATICI A MOSCA SI LAMENTANO DEL RAPPORTO BERLUSCONI – PUTIN

Questo Cable è controverso. In effetti sembra essere stato diramato dall’ambasciata americana a Mosca, però il The Guardian lo da come originario dall’Italia. Purtroppo vista la complessità nel trattare queste informazioni è difficile sapere se il The Guardian abbia fatto un errore, ma è probabile che sia così. Il cable racconta di una fonte (che è stata censurata) che, a pranzo con il diplomatico americano a Mosca, esprime frustrazione per il rapporto fin troppo stretto fra Berlusconi e Putin. Questo rapporto, secondo la fonte, terrebbe talvolta gli stessi diplomatici all’oscuro sulle scelte prese dai Primi Ministri. Il cable è datato 5 Febbraio 2010, è classificato come confidenziale ed è stato redatto probabilmente da John Beyrle, diplomatico americano a Mosca.

Di cosa si parla in questo cable:

  • Una fonte di Beyrle si definisce “frustrata” per la “linea diretta” fra Berlusconi e Putin, che terrebbe anche gli stessi diplomatici all’oscuro sulle scelte prese.
  • I diplomatici non sarebbero a conoscenza dei retroscena, per quel che concerne le scelte prese nei rapporti Italia-Russia, l’unica informazione che avrebbero è “che Berlusconi e Putin approvano” le scelte in questione.
  • La burocrazia risentirebbe di questo comportamento in linea di massima, anche se a volte questa linea si rivela sbrigativa e positiva.
  • Un esempio citato è quello di Gazprom che avrebbe scelto di vendere in Italia mediante Eni (20% delle forniture Eni proverrebbero da Gazprom) a prezzo di mercato (e non sottoprezzo come inizialmente Gazprom aveva deciso di fare) solo dopo un colloquio privato fra Berlusconi e Putin
  • Il rappresentante di Eni a Mosca si rifiuterebbe di dialogare con ambasciate straniere, ma solo da due anni a questa parte
  • Secondo la fonte ‘censurata’ nel documenti il responsabile Eni a Mosca avrebbe ricevuto ordini di rispondere solo a Roma e di non parlare con “ambasciatori stranieri”
  • Enel avrebbe investito circa 6 miliardi di dollari in USA. Leggi l’originale

INCONTRO CON BERLUSCONI IN CONVALESCENZA

Questo documento è il sunto di un incontro per un pranzo privato fra Berlusconi e l’ambasciatore David H. Thorne. L’incontro è un pranzo fra il Presidente del Consiglio e l’ambasciatore italiano, all’incontro è presente anche Gianni Letta, che ha accompagnato l’ambasciatore nella residenza milanese di Berlusconi. Berlusconi è ancora in convalescenza in seguito all’aggressione subita a Milano da parte di Massimo Tartaglia. Il cable è datato 1 Gennaio 2010, l’incontro è avvenuto il 30 Dicembre 2010. L’autore del cable è David H. Thorne, Ambasciatore USA a Roma.

In questo cable si parla di:

  • Berlusconi è ancora ferito e fasciato per l’attacco subito in Dicembre, ma appare comunque ottimista e desideroso di mostrare i suoi progetti per “spingere” l’elite italiana, nonché di condividere pensieri su personaggi politici europei ed italiani
  • I progetti di Berlusconi prevedono la realizzazione di una scuola privata per “l’italian elite”.
  • Berlusconi è “depresso” per via dell’attentato di Tartaglia: lui è un imprenditore, vuole che tutti lo amino (parole di Gianni Letta)
  • Berlusconi ha “sfacciatamente dichiarato”, durante il pranzo, che l’Italia ha messo gli USA al primo posto nelle politiche internazionali e che l’Italia è pronta ad aiutare l’america in qualunque modo possibile
  • Secondo Berlusconi l’influenza ed il potere di Sarkozy sono molto scemati nell’ultimo anno e non ha più il potere che il leader francese aveva un anno prima
  • Berlusconi elogia il rapporto fra Putin e Medvedev e, neanche a dirlo, i saluti dopo pranzo vengono interrotti da una telefonata di Putin
  • Berlusconi esprime “sgomento” per le politiche repressive iraniane ed offre all’ambasciatore USA piena collaborazione sul trattamento delle dinamiche di Teheran, mettendo a disposizione anche i servizi italiani.
  • “Senza mezzi termini” Berlusconi descrive all’ambasciatore americano i magistrati italiani come “un grande problema” dicendosi pronto a stringere un alleanza con il centrosinistra pur di attuare la riforma della giustizia
  • Berlusconi e Letta mostrano un grande rispetto per i leader dell’opposizione, ed elogiano Pierluigi Bersani come un “duro avversario, dotato di una intelligenza superiore”
  • Letta, lontano da Berlusconi, si complimenta anche per l’operato di Massimo D’Alema che avrebbe fatto delle scelte positive molto difficili nei Balcani. L’efficienza di D’Alema è la ragione per cui Berlusconi avrebbe spinto pesantemente al fine di averlo come Ministro degli Esteri UE, nonostante le loro differenze.
  • Letta non esprime giudizio su Antonio Di Pietro, non avendo idea di quali saranno le scelte politiche di questo negli anni a venire
  • Berlusconi e Letta esprimono entrambi “preoccupazione” per l’evolversi della crisi economica nel 2010. I due valutano che l’Italia abbia reagito bene nell’anno decorso, ma sono preoccupati rispetto alla creazione di posti di lavoro nel 2010.
  • Berlusconi annuncia che guiderà l’ambasciatore personalmente in una visita a Roma, nello specifico gli mostrerà il suo progetto di un’Accademia per “l’elite italiana”. Il palazzo “Villa Gernetto”, completamente ristrutturato, ospiterà una scuola speciale per 100 giovani meritevoli e sarà interamente finanziata dalla fortuna personale di Silvio Berlusconi. L’apertura è prevista per Marzo 2010. Berlusconi in merito annuncia che sceglierà personalmente gli studenti. Leggi l’originale

PREPARAZIONE DELL’INCONTRO OBAMA – BERLUSCONI 15/06/2009

Questo documento è una relazione su Berlusconi ed il suo operato in vista dell’incontro fra il Premier italiano ed il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. L’autore del cable è Elizabeth L. Diddle, incaricato affari esteri all’ambasciata USA a Roma. Il cable è datato 9 Giugno 2009 ed è classificato come confidenziale.

In questo cable si parla di:

  • Berlusconi viene raccontato dal punto di vista delle scelte politiche
  • Gli atteggiamenti di Berlusconi spesso frivoli e le sue numerose gaffe avrebbero fatto sì che molti (anche all’interno del Governo USA) siano convinti che lui sia un leader europeo inefficiente, vanitoso ed inetto.
  • Berlusconi verrebbe descritto come arrogante ma prezioso alleato nelle vicende internazionali
  • La gestione della crisi economica sarebbe stata “prudente” sotto il Governo Berlusconi
  • Il parere di Berlusconi sarebbe stato favorevole rispetto alla chiusura della prigione di Guantanamo
  • Il parere di Berlusconi sull’operato della NATO sarebbe “distorto” dai rapporti molto intimi e proficui a livello economico e personale che il Presidente del Consiglio intrattiene con la Russia e Vladimir Putin
  • La posizione di Berlusconi rispetto a Vladimir Putin cozzerebbe con la politica ONU di ridurre la dipendenza energetica europea rispetto alla Russia
  • Bisogna, secondo chi scrive il cable, chiarire con Berlusconi che la politica di gestione del nucleare dev’essere trasparente ed onesta, affinché gli americani possano entrare in concorrenza leale con la Russia nell’appalto del know-how necessario alla realizzazione delle centrali
  • Berlusconi negozierebbe con la Libia al fine di ottenere non solo una riduzione del flusso migratorio verso l’Italia, ma anche in funzione dell’ingresso dell’Eni nel mercato del petrolio libico
  • Berlusconi si è fortemente impegnato nel mantenimento delle truppe in Afghanistan ma è sceso dal quarto al sesto posto sulla scala dei contribuenti ISAF. L’Italia sarebbe stata “anemica” in questo frangente tagliando fortemente il budget delle missioni ma gli americani sono certi che con le dovute “pressioni” verso Berlusconi otterrebbero certamente una risposta positiva.
  • La politica italiana sulla presenza di basi americane in Italia è ben vista da chi scrive il cable, vengono elogiate disponibilità e persecuzione di una linea che permetta agli americani una buona presenza sul suolo italiano, con oltre 15.000 unità.
  • Berlusconi fa molte gaffe, ha atteggiamenti frivoli e discutibili, ma tagliare i legami con lui sarebbe sbagliato. E’ un alleato fedele, ammira l’america e intende consolidare i rapporti con essa sempre di più. Nonostante i suoi difetti è stato una pietra miliare nella politica italiana degli ultimi 15 anni e tutto fa pensare che questa presenza durerà ancora a lungo. Leggi l’originale

 

LE RELAZIONI ITALIA – RUSSIA VISTE DA ROMA

Questo documento, diversamente dai due diramati in precedenza, non è il verbale di una riunione. E’ invece una relazione sui rapporti bilaterali fra Russia e Italia, fra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin. Il cable è datato 26 Gennaio 2009. L’autore del cable è l’allora ambasciatore americano a Roma, Ronald P. Spogli. Il cable è classificato come segreto.

Di cosa si parla in questo documento:

  • la scarsa influenza che Frattini avrebbe nei confronti di Berlusconi riguardo le politiche estere in Russia
  • l’ambasciatore della Georgia a Roma riporta al collega statunitense che secondo il loro Governo Putin avrebbe promesso a Berlusconi dei proventi nella costruzione di gasdotti
  • le percentuali di export italiano in Russia aumentano del 230%
  • Berlusconi e Putin si scambierebbero “costosi regali” secondo una fonte dell’ufficio della Presidenza del Consiglio
  • l’assistente particolare (definizione Wikipedia) di Berlusconi, Valentino Valentini, si recherebbe spesso in Russia e sarebbe il suo “uomo chiave” in territorio elvetico ma per l’ambasciata “non è chiaro” cosa andrebbe a fare
  • l’ambasciatore americano sarebbe “irritato” dalla presenza di Berlusconi nella costruzione di rapporti fra Russia e USA e riterrebbe di dovergli mandare “un segnale”.Leggi  l’originale

 

IL SEGRETARIO DELLA DIFESA AVVERTE FRATTINI: IMMINENTE GUERRA CON L’IRAN

Il Segretario alla Difesa Robert Gates (SecDef) si è incontrato con il Ministro degli Esteri italiano Franco Frattini nel corso di una visita ufficiale a Roma l’8 febbraio. Il Cable è datato 22 Gennaio 2010.

Di cosa si parla in questo cable:

  • Strategie in Afghanistan
  • Possibilità di guerra in Iran
  • Operazioni nel Corno d’Africa

Leggi l’originale

Fonte

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CableGate: I punti chiave

Afghanistan: Karzai e la corruzione

“Cables” da Karl Eikenberry, ambasciatore statunitense in Afghanistan, rivelano preoccupazione sia da parte degli Stati Uniti che da parte degli altri capi di stato stranieri circa l’idoneità nel governare del presidente Hamid Karzai.

In un “cable” del luglio 2009 pubblicato dal Guardian, il signor Eikenberry descrive Karzai come “un individuo paranoico che non ha familiarità con le basi del “Nation-building” e che è “troppo egocentrico “, egocentrismo che avrebbe fatto perdere lui il favore della comunità internazionale.

Ma viene anche considerato un “politico scaltro che vede se stesso come un eroe nazionalista”.

Diversi funzionari afgani e stranieri reputano Karzai come un “debole” che sta perdendo la sua influenza.

Il Signor Eikenberry scrive anche di una diffusa corruzione tra i funzionari afghani, citando come esempi le grandi quantità di denaro portate fuori dal paese.

In un rapporto dell’ottobre 2009, parla del fratello di Karzai, Ahmad Wali Karzai, definendolo come “palesemente corrotto e un trafficante di stupefacenti”, aggiunge inoltre che la richiesta di finanziamento del capo di stato per progetti su larga scala “deve essere studiata con una sana dose di scetticismo “.

Cina: Missili e Hacking

Nel novembre del 2007, gli Stati Uniti hanno esortato Pechino a fermare la spedizione di componenti per missili balistici della Corea del Nord all’Iran, secondo un “cable” pubblicato dal Guardian.

Le merci venivano spostate attraverso Pechino e Washington ha preteso una “risposta sostanziale” alla loro richiesta.

“Abbiamo valutato che il modo migliore per prevenire queste spedizioni in futuro è che le autorità cinesi prendano provvedimenti … che renderanno l’aeroporto di Pechino un punto per il trasferimento meno ospitale”, afferma il “cable”.

La Cina è stata citata in un altro “cable”, ha riferito il New York Times, riguardo alla preoccupazione per il suo presunto, crescente utilizzo della pirateria informatica su larga scala.

Il “cable” sostiene che la Cina dal 2002 ha assunto una rete di hacker ed esperti di sicurezza privata che sono riusciti ad accedere ai computer del governo degli Stati Uniti, a quelli delle imprese, a quelli degli alleati occidentali e a quelli del Dalai Lama.

Il “cable” cita un “contatto cinese” che ci dice che il governo cinese era il deus ex machina dietro l’hacking dei sistemi informatici di Google del paese, nel mese di gennaio.

Germania: Tecniche di persuasione

Nel 2004, un cittadino tedesco è stato rapito in Macedonia e presumibilmente portato in una prigione segreta della CIA. Gli agenti lo avevano scambiato per un sospetto di al-Qaeda.

Un “cable” del 2007 dall’ambasciata americana a Berlino spiega nel dettaglio gli sforzi compiuti dagli Stati Uniti al fine di convincere la Germania a non emettere mandati di arresto internazionale per gli agenti della CIA coinvolti nella cattura.

In un resoconto di una riunione ad alto livello tra i funzionari statunitensi e tedeschi, i “cables” ci dicono che i diplomatici Usa  “hanno sottolineato che la nostra intenzione non era quella di minacciare la Germania, ma piuttosto di sollecitare il governo tedesco nel pesare attentamente ogni passo in modo da evitare implicazioni che potrebbero danneggiare le relazioni con gli Stati Uniti “

Guantanamo

I “cables” sembrano rivelare le discussioni tra i vari paesi su come quest’ultimi si sarebbero comportati riguardo la vicenda dei prigionieri liberati dalla struttura di detenzione di Guantanamo Bay.

Alla Slovenia è stata offerta la possibilità di incontrare il presidente Barack Obama, se avesse accolto un prigioniero, mentre a Kiribati, nel Pacifico del Sud, vennero offerti milioni di dollari di incentivi. Bruxelles ha espresso ottimismo nell’accogliere i prigionieri in quanto potrebbe essere “un metodo a basso costo per il Belgio per assumere maggior importanza a livello europeo”.

Altri dispacci suggeriscono che Pechino si infuriò per il rifiuto degli Stati Uniti di inviare i prigionieri Uiguri da Guantanamo alla Cina, il loro ambasciatore in Kirghizistan chiamò questo atto “uno schiaffo in faccia”. La Germania e la Finlandia sono state presumibilmente messe in guardia da parte della Cina su un possibile danno bilaterale alle relazioni, qualora avessero accettato di prendere uno qualsiasi dei prigionieri.

L’attacco all’Iran

Molti leader arabi e i loro rappresentanti vengono segnalati in quanto esortarono gli Stati Uniti a condurre un attacco contro l’Iran per porre fine al sospetto programma nucleare.

In un telegramma dell’aprile del 2008, l’ambasciatore saudita a Washington, Adel al-Jubeir, ricordò le “frequenti esortazioni” del re Abdullah affinchè gli Stati Uniti attaccassero l’Iran.

L’ambasciatore Al-Jubeir riferì come il re volesse che gli Stati Uniti “tagliassero la testa al serpente”, il telegramma riferisce anche che il ministro degli esteri saudita era meno estremo, chiedendo infatti “solo” sanzioni più severe contro Teheran.

Durante un incontro tra il re Hamad bin Isa al-Khalifa del Bahrain e il generale americano David Petraeus, il re disse agli Stati Uniti che dovevano fermare il programma nucleare iraniano “con ogni mezzo necessario”.

“Il pericolo di lasciarlo proseguire è maggiore del pericolo che si potrebbe avere nel fermarlo”, citazione dal telegramma dell’ambasciatore Adam Ereli, datato novembre 2009.

In un telegramma del 2006, il principe ereditario di Abu Dhabi, lo sceicco Mohammad bin Zayed, disse agli Stati Uniti che era fermamente convinto che  il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad “volesse scatenare una guerra contro di loro”.

Nel frattempo, il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak ha utilizzato un maggio 2009 visita di una delegazione del Congresso di Tel Aviv per avvertire che il tempo stava scadendo per fermare il programma nucleare iraniano.

“Barak ha stimato una finestra compresa tra sei e 18 mesi da oggi, in cui fermare l’Iran si doti di armi nucleari potrebbe essere ancora valida”, dice un cavo inviato a Washington l’ambasciatore degli Stati Uniti il mese successivo.

“Dopo di che, ha detto qualsiasi soluzione militare potrebbe causare un danno collaterale accettabile”.

Le due coree: Relazioni con la Cina

Pechino è sempre più insoddisfatta dal comportamento della Corea del Nord, ciò è dimostrato dall’avvertimento di una ambasciatore cinese che giudica il programma nucleare di Pyongyang “una minaccia alla sicurezza del mondo intero”.

Secondo i vertici della Corea del Sud, molti funzionari cinesi stavano cominciando a pensare che la penisola coreana dovesse essere riunificata sotto il controllo di Seoul.

Gli stessi hanno aggiunto che la Cina era pronta ad “affrontare la nuova realtà” e cioè che il Nord Corea fosse di poco valore come stato cuscinetto per Pechino.
Il vice ministro degli Esteri cinese He Yafei avrebbe detto che Pyongyang si comportava come un “bambino viziato”.

I funzionari di Stati Uniti e Corea del Sud hanno discusso i piani per una Corea unita.

L’ambasciatore americano a Seoul ha detto che la Corea del Sud considera l’offerta di incentivi commerciali per la Cina per “aiutare a smussare” “le preoccupazioni di Pechino per la riunificazione della Corea”.

Pakistan:Paure per il nucleare

I diplomatici statunitensi e britannici temevano che il materiale nucleare del Pakistan potesse cadere nelle mani dei terroristi, il Guardian riporta alcuni dei “cables” rivelatori.

“Cables” riportati sul New York Times rivelano che gli Stati Uniti stanno provando a rimuovere dell’uranio altamente arricchito da un reattore per la ricerca in Pakistan dal 2007.

In un “cable” del maggio 2009, l’ambasciatore statunitense Anne W Patterson ha detto che il Pakistan rifiutò la visita di esperti dagli Stati Uniti. Lo fa citando gli stessi funzionari del Pakistan “la rimozione del carburante verrebbe vista in Pakistan, come un furto delle nostre armi atomiche da parte degli Stati Uniti.


Un altro cavo, relativa ad un briefing di intelligence degli Stati Uniti nel 2008, riportato sul Guardian, ha detto che il Pakistan era “produrre armi nucleari ad un ritmo più veloce di qualsiasi altro paese del mondo”.

Il funzionario del ministero degli Esteri russo, Yuri Korolev teme che gli estremisti islamici possano infiltrarsi nelle fila delle 120,000-130,000 persone direttamente coinvolte nei programmi nucleari e missilistici del Pakistan.

“Non vi è alcun modo per garantire che tutti siano leali e affidabili al 100%”, rivolgendosi ai funzionari Usa in febbraio.

Qatar: L’anti terrorismo

Lo stato del Qatar, che ha ospitato l’esercito americano per anni, viene descritto come il “peggiore nella regione” secondo l’anti-terrorismo.

Il “cable”, ha riferito il New York Times, dice che il servizio di sicurezza del Qatar è stato “esitante ad agire contro i terroristi noti per la preoccupazione di apparire allineati con gli Stati Uniti e provocare quindi rappresaglie”.

Russia: Virtualmente uno stato mafioso

La Russia è accusata di essere uno stato corrotto, autocratico con una leadeship incentrata sul primo ministro Vladimir Putin.

In un “cable” vi sono le direttive per i funzionari degli Stati Uniti, in cui un pubblico ministero spagnolo che si è specializzato sulle attività della mafia russa in Spagna, Jose “Pepe” Gonzales Grinda, dice che considera la Bielorussia, la Cecenia e la Russia di essere virtualmente degli “Stati mafiosi” e aggiunge che anche l’Ucraina è sulla buona strada per diventarlo.

In un altro “cable” del febbraio 2010, l’ambasciatore americano a Mosca, John Beyrle descrive in dettaglio il “mondo oscuro e corrotto delle pratiche commerciali” sotto l’ex sindaco di Mosca Yuri Luzhkov, “con i funzionari corrotti che richiedono tangenti dalle imprese che tentano di mettere radici nella città”.

“I collegamenti diretti tra il governo della città di Mosca e la criminalità organizzata hanno indotto alcuni a chiamarlo ‘disfunzionale’, e di affermare che il governo funziona più come una cleptocrazia che come un governo”, scrive Beyrle.

In un altro messaggio, Michael Davenport,  viene citato per aver chiamato la Russia un “autocrazia corrotta”.

Putin ha negato collegamenti con la criminalità organizzata.

Sri Lanka: Crimini di guerra

Un “cable” inviato nel gennaio 2010 dall’ambasciatore americano a Colombo, Patricia Butenis, rivela come ella credesse che il presidente dello Sri Lanka Mahinda Rajapaksa fosse stato responsabile per presunti crimini di guerra durante gli stadi finale della guerra civile del paese.

Come il movimento ribelle delle Tamil Tigers fù sconfitto, si ritiene che migliaia di civili Tamil siano stati uccisi nella penisola di Jaffna dalle forze governative.

La sig.ra Butenis ha detto uno dei motivi per cui ci fosse così poco slancio verso la formazione di una inchiesta dello Sri Lanka sulle varie morti, era perchè il presidente e la ex comandante dell’esercito, Sarath Fonseka, erano coinvolti.

“Non ci sono esempi conosciuti di un regime il quale svia le indagini sui crimini di guerra delle proprie truppe o degli alti funzionari durante il periodo in cui è al potere”, ha scritto.

“In Sri Lanka ciò è ulteriormente complicato dal fatto che la responsabilità per molti presunti crimini spetta al gruppo dirigente civile e militare del paese, tra cui il presidente Rajapaksa, i suoi fratelli e il candidato dell’opposizione il Generale Fonseka”, ha aggiunto.

Il Generale Fonseka ha perso contro il signor Rajapaksa nelle elezioni presidenziali di gennaio, ed è stato poi condannato per corruzione da una corte marziale.

Entrambi gli uomini hanno negato che le truppe governative hanno commesso crimini di guerra.

Uk: La guerra in Afghanistan

I funzionari Usa e afghani credevano che le forze britanniche non fossero “all’all’altezza del compito di rendere sicura Helmand”, senza il sostegno militare degli Stati Uniti, secondo un “cable” pubblicato sul quotidiano Guardian.

Altri “cables” ci trasmettono l’insoddisfazione del popolo afghano per come le truppe britanniche stiano conducendo le operazioni nelle varie provincie. Il presidente Karzai avrebbe detto nel 2009 che otto anni prima “anche Helmand era sicuro per le ragazze che andavano a scuola. Adesso, 4000 soldati britannici (stanchi) sono ad Helmand e il popolo non è più sicuro”.

Il governatore di Helmand, Gulab Mangal, ha detto a un gruppo di americani in visita, compreso il vice-presidente Joseph Biden, che l’intervento delle truppe Usa sarebbe urgente a Sangin poichè le truppe britanniche raramente lasciano la loro base in città.

In un altro “cable”, il generale americano Dan McNeill, ha detto di essere “particolarmente turbato per lo sforzo britannico” nella lotta al traffico di stupefacenti in Afghanistan.

Egli viene citato per dimostrare che le truppe britanniche hanno “fatto un pasticcio” con le operazioni antidroga a Helmand attraverso l’impiego di tattiche “sbagliate”.

Un accordo con i talebani che ha permesso alle truppe britanniche il ritirio dalla Musa Qala nel 2006 “, aprì la porta ai narco-trafficanti in quella zona, e ora impossibile capire la differenza tra i trafficanti e gli insorti”, ha aggiunto.

Uk: Le bombe a grappolo

Il Regno Unito ha taciuto una scappatoia che permette agli Usa di continuare ad immagazzinare le bombe a grappolo nel proprio territorio nonostante un divieto internazionale sulle armi.

La Gran Bretagna fù uno dei 90 paesi che firmarono la Convenzione sulle munizioni a grappolo (CCM) nel dicembre 2008. Il trattato vieta l’uso delle bombe a grappolo e vieta i firmatari di aiutare i paesi che le usano, di stoccarli o di trasferirli.

Uk: La famiglia reale

Il principe Andrea, Duca di York, ha criticato un presunto accordo militare tra  tra BAE e l’Arabia Saudita in un brunch nella capitale del Kirghizistan, Bishkek, in un “cable” del 2008 dalla ambasciata a Bishkek ..

Ha anche criticato i giornalisti, “che ficcano il naso dappertutto”.

Il principe ha detto che il Regno Unito, insieme con l’Europa occidentale e gli Stati Uniti erano “di nuovo nel mezzo del Grande Gioco” – un riferimento alla lotta del 19 ° secolo fra gli imperi britannici e russi per il controllo dell’Asia Centrale.

“E questa volta puntiamo a vincere”, ha aggiunto.

Un altro “cable” cita un alto funzionario del Commonwealth che esprime il suo dissenso nei confronti del principe Carlo, erede al trono “non trasmette lo stesso rispetto della Regina”.

Nazioni Unite: Spiate dagli Stati Uniti

Un “cable” destinato ai diplomatici statunitensi rilasciato dal segretario di Stato Hillary Clinton dice loro di raccogliere informazioni “anagrafiche e biometriche” – comprese le scansioni dell’iride, campioni di DNA e impronte digitali – dei principali funzionari alle Nazioni Unite.

Ai diplomatici è stato anche ordinato di trovare i dettagli della carta di credito, gli indirizzi e-mail e le password e le chiavi di crittografia utilizzate per le reti informatiche e nelle comunicazioni ufficiali.

I funzionari sotto copertura includono “sottosegretari, direttori di agenzie specializzate e i loro principali consiglieri, i capi delle operazioni di pace e delle missioni sul campo politico”.

Almeno nove direttive simili che coprono diversi paesi sono incluse nella release di Wikileaks, sia sotto il nome della signora Clinton che del suo predecessore, Condoleezza Rice.

I leaders mondiali

Vari leader mondiali sono stati colpiti dal ciclone Wikileaks – mostrando le poco lusinghiere opinioni che gli ambasciatori hanno di loro.

Il Primo Ministro italiano Silvio Berlusconi viene indicato come “irresponsabile, inutile, inefficace  come leader europeo moderno” da un diplomatico degli Stati Uniti a Roma.

I diplomatici statunitensi rimasero poco impressionati dal cancelliere tedesco Angela Merkel, la descrivono come “poco propensa al rischio e raramente creativa”.

L’ex primo ministro britannico Gordon Brown tentò di trovare un accordo su Gary McKinnon, che è ricercato da Washington per l’hacking di sistemi informatici negli Stati Uniti, riporta il Guardian. Il giornale continua a descrivere il rifiuto dell’affare da parte degli Stati Uniti come un “rifiuto umiliante”.

Il capo della Banca d’Inghilterra, Mervyn King, ha descritto l’attuale primo ministro britannico David Cameron e il Cancelliere George Osborne come privi di esperienza e ha criticato la “tendenza a riflettere su questioni solo in termini di politica e su come potrebbero influire l’elettorato Tory”.

Nel 2009 un “cable” dalla ambasciata Usa a Tripoli sostiene che il leader libico Muammar Gheddafi “sembra avere un’intensa antipatia o la paura di restare ai piani superiori”.

Il “cable” dice anche che Gheddafi “fa affidamento pesantemente” sulla sua infermiera ucraina, descritta come un “voluttuosa bionda”, e si ipotizza che i due siano coinvolti in una relazione romantica.

Il primo ministro dello Zimbabwe Morgan Tsvangirai viene lodato come un ” uomo coraggioso, impegnato” in un “cable” del 2007 scritto dall’allora ambasciatore di Harare, Christopher Dell.

Ma le lusinghe non durano, e il signor Dell prosegue dicendo: “. Tsvangirai è anche una figura imperfetta, non facilmente aperta a consigli, indeciso e che sceglie discutibilmente le persone che lo affiancano.”

In un altro “cable”, un ministro sudafricano spara a zero sul presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe, descrivendolo come “un vecchio pazzo”.

Nel 2008, l’ambasciata di Mosca descrive il presidente russo Dmitry Medvedev come Robin e il primo ministro Vladimir Putin come il suo Batman.

I “cables” riguardano anche una relazione molto stretta tra Berlusconi e Putin.

Kim Jong della Corea del Nord è un “tipo flaccido e vecchio” che soffre di un trauma da ictus, mentre il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad viene chiamato “Hitler”.

Il presidente afghano Hamid Karzai ha liberato pericolosi detenuti e ha perdonato i sospetti trafficanti di droga, perché erano legati a personaggi potenti o storicamente significativi, viene riferito da un dispaccio del 2009.

Ecco un simpaticissimo video che descrive la situazione dei nostri leader


Yemen l’attacco dei droni

Un “cable” del gennaio 2010 ha registrato un incontro tra il presidente yemenita Abdullah Saleh e Gen Petraeus, comandante Usa in Medio Oriente. Il “cable” mostra che gli Stati Uniti stanno conducendo bombardamenti clandestini su presunti obiettivi di al-Qaeda nello Yemen, con l’approvazione del governo yemenita a Sanaa.

Il Signor Saleh critica l’uso di missili cruise contro obiettivi e ha detto che le truppe statunitensi non possono operare sul campo, ma dà il permesso ai bombardieri del Generale Petraeus di volare attorno al territorio dello Yemen, in attesa di informazioni sulla destinazione da attaccare.

L’edificio 7 una prova schiacciante per il caso 11 settembre

Le fiamme non erano abbastanza forti per far crollare l’edificio numero 7

Poco prima delle 5 del pomeriggio dell’11 settembre 2001, la reporter della BBC World, Jane Standley disse al pubblico televisivo che l’edificio numero 7 del World Trade Center era appena crollato, il terzo a cadere quel giorno a causa di “presunti” attacchi terroristici.

Il problema fù che la torre di 47 piani era ancora ben visibile sopra la spalla sinistra della giornalista durante l’intero servizio dal vivo. Circa 23 minuti dopo questo “errore” l’edificio crollò effettivamente. Come faceva la BBC a sapere che tutto ciò sarebbe successo? Da dove proviene il rapporto che indicava la prematura caduta dell’edificio?

Mentre la BBC affermò che si trattasse solo di un errore, gli stessi, non hanno fatto alcuno sforzo per fornire al pubblico la fonte delle loro informazioni (Standley dice di non ricordare cosa disse in camera durante il servizio). E ‘anche interessante notare che la diretta di Standley si interruppe circa alle 5:14, togliendo agli spettatori la prova visiva del crollo in diretta (e ovviamente salvare la faccia).La BBC dice di non essere più in possesso dei nastri originali dell’11 settembre.

Incredibilmente, questo non è l’unico esempio di una emittente che informa del crollo quando in realtà non è ancora avvenuto. Una giornalista donna della ITN disse che la seconda torre cadeva a pezzi e che “era quasi collassata” quando chiaramente era ancora in piedi. Successivamente un collega di sesso maschile disse che c’erano “crolli” nella 2a torre quando invece non ce ne erano stati. Non ancora.

Fox News ha anche riferito alcuni minuti prima del collasso:

“… Stiamo ricevendo informazioni da New York che dicono che un altro edificio è crollato e da quanto ci risulta aveva 47 piani … quello è il fumo che proviene dal terzo crollo? Date un’occhiata alla parte destra dello schermo. Sta andando giù adesso. “

Se si ascoltano le testimonianze dei molti che erano presenti durante la scena, si può scoprire che i giornalisti inglesi non erano gli unici a sapere in anticipo del crollo. I filmati delle News mostrano un poliziotto di New York che si sbraccia per allontanare le persone dal palazzo, dicendo loro: “. State attenti, l’edificio crollerà a momenti”. L’ex medico dell’aviazione Kevin McPadden riferì di aver sentito gli ultimi tre secondi di un conto alla rovescia da una radio tenuta da un operatore della Croce Rossa, che si concluse con il crollo dell’edificio. Questo episodio non è stato confermato da altre fonti.

Ancora più bizzarra fù la dichiarazione di Larry Silverstein, che acquistò il contratto di locazione per il World Trade Center, incluso l’edificio 7, un paio di mesi prima. Silverstein guadagnò miliardi di dollari dopo aver ricevuto l’assicurazione per i danni al World Trade Center.

Silverstein, in un’intervista televisiva con PBS, disse:

“Mi ricordo di avere ricevuto una chiamata dal comandante dei vigili del fuoco che mi disse che non erano sicuri di domare l’incendio. Dissi: ‘Abbiamo avuto terribile perdita di vite, la cosa più intelligente da fare sarebbe quella di demolirlo. Presero la decisione, e poi abbiamo assistito al crollo dell’edificio “.

Sembra evidente che Silverstein stesse dicendo che era stata presa una decisione per far crollare le torri gemelle attraverso una demolizione controllata. Ma come potrebbe essere inserito questo fatto nello scenario di un attacco terroristico? Sarebbero occorse certamente delle settimane per piazzare dell’esplosivo in tutto il palazzo. Non è qualcosa che si possa fare in un giorno.

Se gli esplosivi sono stati collocati nell’edificio 7 prima degli attentati, potrebbero essere stati collocati anche nelle torri gemelle?

Silverstein fa poi marcia indietro, dicendo di non riferirsi all’edificio bensì al fatto di tirare fuori la squadra di vigili del fuoco all’interno del palazzo. Bel tentativo. A tutti i vigili del fuoco era stato ordinato di uscire dall’edificio alcune ore prima. Avendo fatto demolire parecchi edifici prima dell’11 settembre, Silverstein era ben consapevole del significato di “pull it” nel gergo del settore.

Perchè l’edificio 7 è sempre rimasto in sordina negli eventi dell’11 settembre riportati dai maggiori media?

Consideriamo inoltre una dichiarazione fatta dal reporter di Fox News Jeff Scott Shapiro (che gestisce un sito web che loda George W. Bush). Sostiene che non vi è alcuna cospirazioni governativa dietro gli attentati, ma finisce solo col gettare ancora più benzina sul fuoco. Ecco quello che ha detto:

“Poco prima che l’edificio crollasse, alcuni ufficiali del NYPD e dei lavoratori Con-Edison mi dissero che Larry Silverstein, il promotore del One World Financial Center è stato al telefono con la sua compagnia assicurativa per vedere se fosse possibile ottenere l’autorizzazione per la demolizione dell’edificio – poichè era instabile fin dalla sua edificazione. Una demolizione controllata avrebbe minimizzato i danni causati dal crollo imminente dell’edificio e avrebbe potenzialmente salvato molte vite umane. Parecchio personale delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e altri giornalisti erano al corrente che questa opzione era una possibilità. Non c’era nessun segreto. Non c’era alcuna cospirazione. “

Shapiro disse di non aver sentito alcun rumore di esplosioni prima della caduta dell’edificio, il che sembra andare contro la teoria della demolizione controllata. Ma ciò che sentì dalla polizia fù che probabilmente era stato fatto cadere intenzionalmente. Shapiro non sembra cogliere la contraddizione. Non sembra neanche rendersi conto che non si può organizzare una demolizione controllata in 2 ore.

Se avete dubbi nel credere che le Torri Gemelle furono abbattute in una demolizione controllata, provate a guardare l’edificio 7. Osservate tutti gli aspetti improbabili della distruzione di questo edificio con telaio in acciaio. Tutta la storia sull’11 settembre è piena di enormi lacune.

Di tutti gli edifici del World Trade Center, il numero 7 ha ricevuto il minor danno – Ci sono stati incendi su pochi piani e lievi danni strutturali alla facciata provocati dalla caduta di detriti. Ma non ci fù nulla che potesse causarne il crollo a velocità di caduta libera. Anche il National Institute of Standards and Technology (NIST), che supporta la versione ufficiale su tutta la linea, ammette che la caduta di detriti non ha svolto alcun ruolo nel crollo dell’Edificio 7.

Tra l’altro, la prima parte della costruzione che è iniziata a cadere è stata l’attico sul tetto. Crolla nonostante non fosse stato danneggiato da detriti e non fosse incendiato.

A proposito, il fuoco – anche se fù provocato dall’esplosione del carburante all’interno degli aerei – non brucia ad una temperatura abbastanza alta da fondere l’acciaio. Sono moltissime le costruzioni in acciaio che hanno subito gravi e prolungati danni da incendi senza crollare. In effetti, solo tre edifici in acciaio sono crollati a causa del fuoco – tutti l’11 settembre 2001.

Ah, per finire: la distruzione del l’edificio 7 non fu nemmeno menzionata nel testo ufficiale del 9 / 11 Commission Report!

I nuovi dollari

Il passaggio all’Amero sembra più vicino che mai e gli Stati Uniti per prepararsi all’evento decidono di rinnovare il look all’obsoleto dollaro. Il Boston Globe ha scritto un pezzo su questo evento definendolo una teoria della cospirazione. Questo look “accattivante” si pensa serva a rendere più simile il dollaro alla moneta del blocco messicano, che è in definitiva molo sgargiante. La riflessione di un autore:

“In pratica, con la NAU, le multinazionali avranno a che fare con una moneta (l’Amero), un solo ente di controllo (governo) e una serie di regole uguali per tutti. E il beneficio dove sta? Semplice. Mettere in moto la vendita, l’acquisto e la circolazione delle merci attraverso la ex tre nazioni senza fatica e con poca spesa. E non dimentichiamo la creazione di una forza lavoro super-economica e la distruzione finale della classe media (che sta già accadendo).

Il dollaro americano ha bisogno di un profondo rinnovamento. Grazie al Dollar ReDe$ign Project, abbiamo delle opzioni.

Organizzato da Richard Smith, il Dollar ReDe$ign Project sollecità la mente dei creativi per i dollari del futuro. “Il nostro grande ‘rivale’, l’euro, sembra così forte in confronto, l’unica maniera per uscire da questa recessione globale è quella di ridisegnare il dollaro”, si può leggere dal suo sito web.

Fisher ha iniziato il progetto con l’intento di “cercare di trovare un catalizzatore per riavviare la nostra economia” ha detto a Fox News. Il concoroso è ormai chiuso, e il termine per le votazioni sarà il 30 settembre.

Il progetto che ha ricevuto + voti arriva dal duo britannico Duncan Dowling, notare il design verticale:


It was claimed a while back that this is all part of a push into the NAU (North American Union) in an effort to remake America they would push a colorful new currency to get us warmed up for the switch to the Amero. The Boston Globe wrote a piece about it calling it a Conspiracy theory.   It was also thought that by making our currency more colorful it would make it more appealing to the South American block whose money is similarly designed. One author at the time described it as..

“Basically, with the NAU, multinationals are dealing with one currency (the Amero), one controlling entity (government) and one set of rules for all. And the benefit? Simple. To enable the sale, purchase and movement of goods across the former three nations effortlessly and cheaply. And let’s not forget the creation of a super-cheap workforce and the eventual destruction of the middle class (which is already happening).

As you can tell, I’m clearly not a supporter of the NAU. But I’m not a supporter of any policy that seeks to make the rich even richer, and make a profit at the expense of the public. As Tom DeWeese wrote in his article for the American Policy Center, “The SPP is not about free trade. Its use of public/private partnerships creates an elite of certain, chosen global corporations which basically become part of government at the expense of their competition and our national independence.”

If that is truly the case then it looks likes things are moving right along as planned.  snippet

The American dollar is in bad need of a makeover. Thanks to the Dollar ReDe$ign Project, we may now have some options.

Organized by creative strategy consultant Richard Smith, the Dollar ReDe$ign Project is soliciting ideas for the dollar bill of the future. “Our great ‘rival’, the Euro, looks so spanky in comparison it seems the only clear way to revive this global recession is to rebrand and redesign,” the project notes on its website.

Fisher started the project in with the intent of “trying to find a catalyst to restart our economy” he told Fox NewsThe recent competition is now closed, and voting ends on September 30. “This has touched people’s hearts,” Fisher said, and “people feel the dollar touches their lives.”

The leading vote-getter for this year’s competition (pictured below) was submitted by British duo Dowling Duncan, which features a unique vertical design.