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La guerra in Libia è una operazione Cia studiata già 30 anni fà
L’attivista David Icke, che mise in guardia sulla natura fittizia della “primavera araba” da quando iniziò e cioè ben 6 mesi fà, ha rispolverato un articolo del 3 agosto 1981, intitolato: “Un piano per rovesciare Gheddafi “.
‘I dettagli del piano erano imprecisi, ma sembrava essere una classica campagna di destabilizzazione della CIA. Un elemento per portare a termine la missione era un programma di “disinformazione”, progettato per mettere in imbarazzo Gheddafi e il suo governo. Un altro era la creazione di un “governo di opposizione” che sfidasse la sua pretesa di leadership nazionale. Un terzo – potenzialmente più rischioso – era una campagna paramilitare, probabilmente composta da cittadini libici delusi, di far saltare ponti, condotta su scala ridotta attraverso operazioni di guerriglia per dimostrare che a Gheddafi si opponeva una forza politica indigena “.
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Ovviamente questo piano è stato eseguito alla lettera, con la necessaria aggiunta di un intervento della NATO per salvare quei “paramilitari” citati nello spezzone sopra, dalle forze di sicurezza libiche – un piano di emergenza esplicitamente enunciato in un altro report dal titolo “Which Path to Persia?”, creato dalla Brookings Institution e sovvenzionata da Wall Street e da Londra.
Usare la forza militare per assistere le rivoluzioni popolari, pagina 109-110 (pagine 122-123 del pdf): “Di conseguenza, se gli Stati Uniti riuscissero mai ad innescare una rivolta contro il regime dei mullah, Washington potrebbe essere costretta ad intervenire fornendo una qualche forma di sostegno militare per evitare che Teheran la schiacci.” ” Questo requisito implica che una rivoluzione popolare in Iran non sembrerebbe adattarsi al modello delle “rivoluzioni di velluto” che si sono verificate altrove. Il punto è, che il regime iraniano non accetterà tranquillamente questa “buonanotte”, come invece, è accaduto con tanti regimi dell’Est europeo, potrebbe scegliere di combattere fino alla morte. In tali circostanze, se non c’è assistenza esterna militare per i rivoluzionari, potrebbero non solo perdere la battaglia, ma essere anche massacrati.
Di conseguenza, se gli Stati Uniti perseguono questa politica, Washington dovrà prendere in considerazione questa possibilità. Ci sono anche altri interessanti dettagli nei piani: è necessario includere sistemi per indebolire l’esercito iraniano, o indebolire la volontà dei leader del regime, oppure che gli Stati Uniti siano pronti ad intervenire per sconfiggere definitivamente il regime “.
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La campagna di disinformazione è iniziata in febbraio, come risaputo sono state dette molte falsità al pubblico, sia per quanto riguarda la natura della rivolta sia per quanto riguarda la reazione del governo libico ad essa. Mentre i carri solcavano le strade libiche, e i jet volavano nei cieli la battaglia si faceva più dura e i mercenari di Al Qaeda mossero guerra contro l’esercito libico, i media corporativi in tandem con gli stati membri della NATO si preparavano ad intervenire, ritraendo una rivolta costituita da attivisti pacifici che venivano crivellati dai colpi delle mitragliatrici e bombardati dagli aerei. Ci sono ora le prove che confermano che tali atrocità non sono mai avvenute, ma l’Onu citando questa DISinformazione ha autorizzato l’intervento della NATO.
La natura stessa dei ribelli Bengasi è stata presentata in maniera ingannevolmente al pubblico. In realtà, erano una miscellanea di estremisti e mercenari, molti dei quali avevano combattuto di recente in Iraq e in Afghanistan contro le forze Usa. Questi mercenari, pagati dalla CIA e dall’MI6 negli ultimi 30 anni (vedi linea del tempo), vengono raffigurati come “una forza politica indigena” di opposizione al governo libico. Recentemente è stato rivelato che il comandante dei ribelli che hanno tentato la conquista di Tripoli altro non è che Abdelhakim Belhadj, una pedina di Al Qaeda che venne precedentemente catturato in Malesia, torturato dalla Cia a Bangkok, in Thailandia nel 2003, prima di saltar fuori di nuovo in Libia dove sta ora combattendo per conto della NATO.
Un’altra via in cui è stata propagata disinformazione è stato il tentativo di rappresentare Gheddafi come un pazzo vagabondo che, nonostante la denigrazione, si rivelò essere uno dei pochi capi di stato “sinceri” sul conflitto che assediava la sua nazione. Dalle sue prime dichiarazioni sul fatto che la rivolta fosse fomentata dall’esterno e che fosse coinvolta Al Qaeda, alle affermazioni ormai certe del fatto che la ribellione servisse per inaugurare una nuova occupazione straniera assieme alla depredazione delle risorse della Libia, aveva colto nel segno.
Quello a cui stiamo assistendo in Libia è una di aggressione orchestrata da finanziatori/capi corporativi per i loro interessi. Hanno cospirato apertamente sul fatto di effettuare una campagna di conquista militare ed economica in tutto il Medio Oriente (e oltre), includendo il Nord Africa e specificamente anche la Libia. Dal discorso di Wesley Clark nel 2007, all’articolo del Newsweek del 1981, ci sono state consegnate delle confessioni firmate sul fatto che sono i “nostri” governi i veri nemici da cui l’umanità si deve liberare, mascherano la loro agenda con la sottile patina della giustificazione morale. Ancora una volta, dobbiamo impegnarci ad individuare i veri interessi che hanno messo in moto questo conflitto, guardando dietro i leader militari e politici meri esecutori della “politica internazionale.”
Dottor Megalommatis: Macchinazioni massoniche nel nord Africa
Uomo di sinistra, storico, politico e scienziato, il dottor Megalommatis, 54 anni, è un cittadino greco di origine turca, residente al Cairo, è autore di 12 libri, decine di articoli scientifici, centinaia di voci enciclopediche, e di migliaia di articoli. Parla, legge e scrive più di 15 lingue, antiche e moderne.
Quando dei giornali noti come Le Figaro, il New York Times, il Frankfurter Allgemeine, Le Monde, il Washington Post, il Times e il Corriere della Sera sostengono con entusiasmo i manifestanti tunisini e gli insorti, ci si chiede se gli stessi giornali sosterrebbero i rivoltosi e i manifestanti se portassero il caos in città come Parigi, Londra, Berlino, New York o Roma. Certamente no!
Se il regime massonico, che governa tirannicamente l’Occidente e (attraverso l’occidente) quasi tutto il mondo e che controlla ogni parola scritta dai giornali sopra citati, supporta gli sviluppi di queste rivolte, dobbiamo capire subito che le manifestazioni in strada a Tunisi sono state semplicemente orchestrate in modo efficace per realizzare l’agenda di questa associazione segreta.
Eppure sono in molti, sia nel mondo arabo che in qualsiasi altra parte del pianeta, a credere che questo scenario di proteste rappresenti una genuina manifestazione popolare, non orchestrata da alcun chi. Le persone che ci credono o sono estremamente ingenue o drammaticamente senza speranza.
D’altra parte, sono in pochi coloro che non hanno accettato l’interpretazione dei mass media gestiti dagli Illuminati – secondo la quale gli eventi a Tunisi sono il risultato di una rivolta popolare. Il caso più eclatante è stato quello di Muammar Gheddafi (Gheddafi), che ha disprezzato il popolo tunisino in generale e in particolare i manifestanti.
In realtà, non è stato il popolo tunisino a costringere l’ex presidente alla fuga: sono stati i suoi generali – usando come pretesto le pesanti perdite occorse durante le violente rivolte. In un incontro con dei generali di alto grado, Zine Ben Ali al Abedine perse ogni effettivo elemento di potere. Lasciando il comando subito dopo.
Tuttavia, i dettagli degli sviluppi rivelano un mero atto teatrale, organizzato da una sorta di associazione clandestina, composta prevalentemente da studenti tunisini di sinistra e da dei lavoratori che trascorsero alcuni anni in Francia, che si riuniorono inizialmente come gruppo di supporto per poi dare vita alle prime manifestazioni.
Allo stesso tempo, alcune persone che avevano ruoli chiave nella polizia e nell’amministrazione chiesero che queste prime manifestazioni avessero una risposta forte da parte della polizia e dell’esercito. Anche queste persone hanno trascolto molti anni in Francia dove ricevettero un’istruzione coloniale e l’iniziazione massonica.
Con il controllo e una superba gestione sul campo, di questi due diversi gruppi, il secondo atto (cioè il deterioramento della situazione nelle strade e le preoccupazioni dei mass media nazionali controllati) e il terzo atto (cioè il deciso intervento dei generali tunisini, che vennero, in tempi passati, iniziati alla Loggia massonica Apostata francese) vennero messi in scena. Questo fù sufficiente per far scappare Zine al Abedine Ben Ali e sua moglie con 1,5 tonnellate di oro lasciando il paese.
Questa catena degli eventi potrebbe avere avuto luogo in un qualsiasi momento nel passato, ma sembra che l’intera storia abbia a che fare con un grande accordo politico tra gli Stati Uniti (un ex paese sostenitore di Zine al Abedine Ben Ali) e la Francia (acerrima nemica di Ben Ali, che – guarda caso – non venne mai accettato da questa nazione!); in cambio di un sincero supporto francese nell’impegno in Afghanistan, il regime degli Stati Uniti ha venduto l’idiota tunisino che pensava di meritare il supporto statunitense per sempre.
Nessuno ha mai detto a Zine al Abedine Ben Ali che non ci si può fidare della parola data da quei satanisti massoni caini? Questo è stato il suo errore. Sfortunatamente, purtroppo, molti altri hanno fanno lo stesso errore: è ora che si sveglino prima di volare in Arabia Saudita …..
GHEDDAFI
Ma allora, come è possibile spiegare lo sfogo di Muammar Gheddafi? Se assumiamo che, dopo lunghi anni di scontri contro molti paesi occidentali, il dittatore libico riuscì a creare dei rapporti di amicizia con l’Occidente, collaborando con diversi governi europei (grazie alla sua dissolutezza del figlio Seifulislam a Parigi), perchè attaccò così aspramente gli sviluppi delle rivolte?
Essendo un alleato degli europei, avrebbe dovuto “scaricare” la sua controparte tunisina ed avviare una democratizzazione della Libia, ma non lo fece. Perché?
Il motivo è semplice: i membri dei regimi Massonici hanno bisogno di amici e collaboratori, alleati e interlocutori in tutto il mondo, così successe quando ci fù la questione Libia da affrontare. Ma i massoni hanno bisogno di interlocutori e alleati al fine di confonderli e ingannarli! Non diranno mai loro la verità ….
L’amara realtà è piuttosto semplice; stringendo amicizie con i regimi massonici occidentali, Gheddafi si è esposto alle loro sofisticate falsità, agli schemi ingannevoli, alle menzogne che servono ai malvagi gangster massonici che governano l’Inghilterra, la Francia e l’America per manipolare facilmente gli sviluppi che vogliono attivare mettendo in scena il teatro della distruzione globale.
Alcuni problemi sono prettamente personali…la peggior offesa che si può fare ad un massone è quella di essere “fregati” (economicamente, politicamente) da un non iniziato, queste persone se la prendono veramente a male, perché il denaro è il loro unico ‘dio’ e perché hanno la radicata e ignorante convinzione di essere intellettualmente superiori. In tali casi, si vendicano, sempre. Il costo delle perdite, in vite umane, diventa improvvisamente nullo, per questi oscuri potenti.
Perché tra tutti i parenti di Zine al Abedine Ben Ali, suo nipote, Imed Trabelsi, è stato massacrato in modo spietato? Perché preoccuparsi di uccidere – con tanta passione, con tanta determinazione, e con tanto odio – qualcuno che non era in prima linea nella vita politica tunisina, essendo un semplice uomo d’affari?
Sembra strano solo a chi non ha mai sentito parlare di sionisti e massoni, in realtà, Imed Trabelsi aveva rubato il lussuoso yacht ad un massone franco-ebreo, Bruno Roger, il presidente della ditta francese Lazard, il ragazzo è un ben noto trafficante d’armi (della peggior specie). Per i satanisti che governano la Francia, il caso doveva essere regolato – anche nel bel mezzo della rivolta.
Wikileaks: La famiglia Gheddafi una rete di avidità e nepotismo
I figli di Muammar Gheddafi negli ultimi mesi sono stati impegnati a coprire scandali che sembrano intessere la trama per una “soap opera libica”, tra cui pubblicità negativa derivante da un uso stravagante della ricchezza, come per il concerto privato da un milione di dollari della diva pop Beyonce, stando ad un nuovo lotto di “cables” segreti rilasciati mercoledì.
Le valutazioni dei diplomatici statunitensi sono state pubblicate dal sito web di WikiLeaks dopo che Gheddafi si era pronunciato sul fatto che avrebbe combattuto fino “all’ultima goccia di sangue” per sedare una rivolta contro i 42 anni del suo regime dittatoriale. Almeno 300 manifestanti (ora il numero si attesta attorno ai 10 000 morti e i 50000 feriti) si ritengono stati uccisi dalle forze filo-governative nell’ultima settimana di scontri.
La rabbia crescente sul comportamento grossolano della prole di Gheddafi, come ad esempio con il figlio Annibale che nel 2.008 venne arrestato per aver picchiato i dipendenti di un hotel in Svizzera, può aver contribuito ad accendere la scintilla che ha fatto infiammare la rivolta. “La famiglia è stata una spina nel fianco di recente,” valuta un “cable” di un anno fa.
I diplomatici presso l’ambasciata Usa nella capitale libica di Tripoli descrivono come i figli di Gheddafi si sono impossessati di molto potere e di influenza, apparentemente trattando il paese come loro feudo personale.
Muhammad, il figlio maggiore, magnate della telecomunicazioni, l’altro figlio, Muatassim, è stato Consigliere della Sicurezza Nazionale, Annibale era influente nella navigazione marittima, Khamis comandava una unità militare d’elite, mentre la figlia Aisha gestiva una organizzazione semi-governativa. Ad un altro figlio, Saadi, è stato dato il compito di istituire una Export Free Trade Zone in Libia occidentale.
Seif al-Islam Gheddafi ha coltivato un’immagine rispettabile, come volto della Libia verso l’Occidente, c’è gente del posto che mira a succederli, si legge in un “cable” del 2010. Tuttavia, tale immagine è stata distrutta in un solo istante all’inizio di questa settimana quando è apparso in tv per minacciare i manifestanti anti-governativi, se fosse persistita la rivolta.
I confidenti descrivono i figli di Gheddafi come delinquenti, dicendo che “nessuno può mettersi in mezzo o rifiutare queste persone senza soffrirne le conseguenze, in particolare quando la questione ha a che fare con il denaro”, espone il “cable”.
Un altro dispaccio del 2008 descrive come il finanziamento pubblico sia stato utilizzato per capitalizzare la società di trasporto marittimo di Annibale. La “stretta integrazione di interessi privati e pubblici in molti degli elementi chiave dell’economia della Libia” sono diventanti evidenti quando la Libia ha rapidamente interroto le spedizioni di petrolio in risposta alla detenzione in Svizzera per aver picchiato gli inservienti dell’albergo.
Due anni più tardi, il “cable” citato riferisce che Annibale maltrattati fisicamente la moglie Aline.
Nel 2009, Aline minacciò di lasciare Annibale e fuggì a Londra, a quanto riporta il “cable”. “Hannibal a seguito Aline a Londra, e l’incontro terminò con un assalto”, dice il “cable”. La madre di Annibale, Safiya e la sorella Aisha, hanno poi convinto Aline a riferire alla polizia che si fosse ferita in un incidente non parlando dell’abuso, secondo i diplomatici.
Saadi venne descritto come persona dal passato travagliato, tra gli scontri con la polizia in Europa, l’abuso di droghe e alcool, e l’eccessiva festa, da quanto ci riferisce un “cable” del 2009. E ‘stato un obiettivo importante per il regime creare “un’apparenza di utilità” ai bambini di Gheddafi, ci dice il rapporto.
L’ostentazione di ricchezza stava iniziando a danneggiare l’immagine della famiglia, ci dicono i diplomatici. Questi ultimi ci dicono anche che Muatassim “ha trascorso la fine del 2010, nella stessa maniera in cui ha trascorso quello del 2009 – con un viaggio di Capodanno a St. Bart’s – assieme ad abbondanti quantità di alcool e con una spese milionaria un concerto personale di Beyonce, Usher e altri musicisti.”
“La famiglia ha fornito agli osservatori locali abbastanza lordura per mettere su una soap opera libica”, conclude il cable del 2010.
I diplomatici hanno anche osservato una “acuta discordia” tra i fratelli Gheddafi. La rivalità crescente – in assenza di un meccanismo di successione e tra le voci sui problemi di salute di Gheddafi – “questo potrebbe svolgere un importante, se non un determinante, ruolo nella maniera in cui la famiglia riuscirà a mantere il potere dopo che l’autore della rivoluzione sarà uscito dalla scene politiche “, da un dispaccio del 2009.
CableGate: I punti chiave
Afghanistan: Karzai e la corruzione
“Cables” da Karl Eikenberry, ambasciatore statunitense in Afghanistan, rivelano preoccupazione sia da parte degli Stati Uniti che da parte degli altri capi di stato stranieri circa l’idoneità nel governare del presidente Hamid Karzai.
In un “cable” del luglio 2009 pubblicato dal Guardian, il signor Eikenberry descrive Karzai come “un individuo paranoico che non ha familiarità con le basi del “Nation-building” e che è “troppo egocentrico “, egocentrismo che avrebbe fatto perdere lui il favore della comunità internazionale.
Ma viene anche considerato un “politico scaltro che vede se stesso come un eroe nazionalista”.
Diversi funzionari afgani e stranieri reputano Karzai come un “debole” che sta perdendo la sua influenza.
Il Signor Eikenberry scrive anche di una diffusa corruzione tra i funzionari afghani, citando come esempi le grandi quantità di denaro portate fuori dal paese.
In un rapporto dell’ottobre 2009, parla del fratello di Karzai, Ahmad Wali Karzai, definendolo come “palesemente corrotto e un trafficante di stupefacenti”, aggiunge inoltre che la richiesta di finanziamento del capo di stato per progetti su larga scala “deve essere studiata con una sana dose di scetticismo “.
Cina: Missili e Hacking
Nel novembre del 2007, gli Stati Uniti hanno esortato Pechino a fermare la spedizione di componenti per missili balistici della Corea del Nord all’Iran, secondo un “cable” pubblicato dal Guardian.
Le merci venivano spostate attraverso Pechino e Washington ha preteso una “risposta sostanziale” alla loro richiesta.
“Abbiamo valutato che il modo migliore per prevenire queste spedizioni in futuro è che le autorità cinesi prendano provvedimenti … che renderanno l’aeroporto di Pechino un punto per il trasferimento meno ospitale”, afferma il “cable”.
La Cina è stata citata in un altro “cable”, ha riferito il New York Times, riguardo alla preoccupazione per il suo presunto, crescente utilizzo della pirateria informatica su larga scala.
Il “cable” sostiene che la Cina dal 2002 ha assunto una rete di hacker ed esperti di sicurezza privata che sono riusciti ad accedere ai computer del governo degli Stati Uniti, a quelli delle imprese, a quelli degli alleati occidentali e a quelli del Dalai Lama.
Il “cable” cita un “contatto cinese” che ci dice che il governo cinese era il deus ex machina dietro l’hacking dei sistemi informatici di Google del paese, nel mese di gennaio.
Germania: Tecniche di persuasione
Nel 2004, un cittadino tedesco è stato rapito in Macedonia e presumibilmente portato in una prigione segreta della CIA. Gli agenti lo avevano scambiato per un sospetto di al-Qaeda.
Un “cable” del 2007 dall’ambasciata americana a Berlino spiega nel dettaglio gli sforzi compiuti dagli Stati Uniti al fine di convincere la Germania a non emettere mandati di arresto internazionale per gli agenti della CIA coinvolti nella cattura.
In un resoconto di una riunione ad alto livello tra i funzionari statunitensi e tedeschi, i “cables” ci dicono che i diplomatici Usa “hanno sottolineato che la nostra intenzione non era quella di minacciare la Germania, ma piuttosto di sollecitare il governo tedesco nel pesare attentamente ogni passo in modo da evitare implicazioni che potrebbero danneggiare le relazioni con gli Stati Uniti “
Guantanamo
I “cables” sembrano rivelare le discussioni tra i vari paesi su come quest’ultimi si sarebbero comportati riguardo la vicenda dei prigionieri liberati dalla struttura di detenzione di Guantanamo Bay.
Alla Slovenia è stata offerta la possibilità di incontrare il presidente Barack Obama, se avesse accolto un prigioniero, mentre a Kiribati, nel Pacifico del Sud, vennero offerti milioni di dollari di incentivi. Bruxelles ha espresso ottimismo nell’accogliere i prigionieri in quanto potrebbe essere “un metodo a basso costo per il Belgio per assumere maggior importanza a livello europeo”.
Altri dispacci suggeriscono che Pechino si infuriò per il rifiuto degli Stati Uniti di inviare i prigionieri Uiguri da Guantanamo alla Cina, il loro ambasciatore in Kirghizistan chiamò questo atto “uno schiaffo in faccia”. La Germania e la Finlandia sono state presumibilmente messe in guardia da parte della Cina su un possibile danno bilaterale alle relazioni, qualora avessero accettato di prendere uno qualsiasi dei prigionieri.
L’attacco all’Iran
Molti leader arabi e i loro rappresentanti vengono segnalati in quanto esortarono gli Stati Uniti a condurre un attacco contro l’Iran per porre fine al sospetto programma nucleare.
In un telegramma dell’aprile del 2008, l’ambasciatore saudita a Washington, Adel al-Jubeir, ricordò le “frequenti esortazioni” del re Abdullah affinchè gli Stati Uniti attaccassero l’Iran.
L’ambasciatore Al-Jubeir riferì come il re volesse che gli Stati Uniti “tagliassero la testa al serpente”, il telegramma riferisce anche che il ministro degli esteri saudita era meno estremo, chiedendo infatti “solo” sanzioni più severe contro Teheran.
Durante un incontro tra il re Hamad bin Isa al-Khalifa del Bahrain e il generale americano David Petraeus, il re disse agli Stati Uniti che dovevano fermare il programma nucleare iraniano “con ogni mezzo necessario”.
“Il pericolo di lasciarlo proseguire è maggiore del pericolo che si potrebbe avere nel fermarlo”, citazione dal telegramma dell’ambasciatore Adam Ereli, datato novembre 2009.
In un telegramma del 2006, il principe ereditario di Abu Dhabi, lo sceicco Mohammad bin Zayed, disse agli Stati Uniti che era fermamente convinto che il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad “volesse scatenare una guerra contro di loro”.
Nel frattempo, il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak ha utilizzato un maggio 2009 visita di una delegazione del Congresso di Tel Aviv per avvertire che il tempo stava scadendo per fermare il programma nucleare iraniano.
“Barak ha stimato una finestra compresa tra sei e 18 mesi da oggi, in cui fermare l’Iran si doti di armi nucleari potrebbe essere ancora valida”, dice un cavo inviato a Washington l’ambasciatore degli Stati Uniti il mese successivo.
“Dopo di che, ha detto qualsiasi soluzione militare potrebbe causare un danno collaterale accettabile”.
Le due coree: Relazioni con la Cina
Pechino è sempre più insoddisfatta dal comportamento della Corea del Nord, ciò è dimostrato dall’avvertimento di una ambasciatore cinese che giudica il programma nucleare di Pyongyang “una minaccia alla sicurezza del mondo intero”.
Secondo i vertici della Corea del Sud, molti funzionari cinesi stavano cominciando a pensare che la penisola coreana dovesse essere riunificata sotto il controllo di Seoul.
Gli stessi hanno aggiunto che la Cina era pronta ad “affrontare la nuova realtà” e cioè che il Nord Corea fosse di poco valore come stato cuscinetto per Pechino.
Il vice ministro degli Esteri cinese He Yafei avrebbe detto che Pyongyang si comportava come un “bambino viziato”.
I funzionari di Stati Uniti e Corea del Sud hanno discusso i piani per una Corea unita.
L’ambasciatore americano a Seoul ha detto che la Corea del Sud considera l’offerta di incentivi commerciali per la Cina per “aiutare a smussare” “le preoccupazioni di Pechino per la riunificazione della Corea”.
Pakistan:Paure per il nucleare
I diplomatici statunitensi e britannici temevano che il materiale nucleare del Pakistan potesse cadere nelle mani dei terroristi, il Guardian riporta alcuni dei “cables” rivelatori.
“Cables” riportati sul New York Times rivelano che gli Stati Uniti stanno provando a rimuovere dell’uranio altamente arricchito da un reattore per la ricerca in Pakistan dal 2007.
In un “cable” del maggio 2009, l’ambasciatore statunitense Anne W Patterson ha detto che il Pakistan rifiutò la visita di esperti dagli Stati Uniti. Lo fa citando gli stessi funzionari del Pakistan “la rimozione del carburante verrebbe vista in Pakistan, come un furto delle nostre armi atomiche da parte degli Stati Uniti.
Un altro cavo, relativa ad un briefing di intelligence degli Stati Uniti nel 2008, riportato sul Guardian, ha detto che il Pakistan era “produrre armi nucleari ad un ritmo più veloce di qualsiasi altro paese del mondo”.
Il funzionario del ministero degli Esteri russo, Yuri Korolev teme che gli estremisti islamici possano infiltrarsi nelle fila delle 120,000-130,000 persone direttamente coinvolte nei programmi nucleari e missilistici del Pakistan.
“Non vi è alcun modo per garantire che tutti siano leali e affidabili al 100%”, rivolgendosi ai funzionari Usa in febbraio.
Qatar: L’anti terrorismo
Lo stato del Qatar, che ha ospitato l’esercito americano per anni, viene descritto come il “peggiore nella regione” secondo l’anti-terrorismo.
Il “cable”, ha riferito il New York Times, dice che il servizio di sicurezza del Qatar è stato “esitante ad agire contro i terroristi noti per la preoccupazione di apparire allineati con gli Stati Uniti e provocare quindi rappresaglie”.
Russia: Virtualmente uno stato mafioso
La Russia è accusata di essere uno stato corrotto, autocratico con una leadeship incentrata sul primo ministro Vladimir Putin.
In un “cable” vi sono le direttive per i funzionari degli Stati Uniti, in cui un pubblico ministero spagnolo che si è specializzato sulle attività della mafia russa in Spagna, Jose “Pepe” Gonzales Grinda, dice che considera la Bielorussia, la Cecenia e la Russia di essere virtualmente degli “Stati mafiosi” e aggiunge che anche l’Ucraina è sulla buona strada per diventarlo.
In un altro “cable” del febbraio 2010, l’ambasciatore americano a Mosca, John Beyrle descrive in dettaglio il “mondo oscuro e corrotto delle pratiche commerciali” sotto l’ex sindaco di Mosca Yuri Luzhkov, “con i funzionari corrotti che richiedono tangenti dalle imprese che tentano di mettere radici nella città”.
“I collegamenti diretti tra il governo della città di Mosca e la criminalità organizzata hanno indotto alcuni a chiamarlo ‘disfunzionale’, e di affermare che il governo funziona più come una cleptocrazia che come un governo”, scrive Beyrle.
In un altro messaggio, Michael Davenport, viene citato per aver chiamato la Russia un “autocrazia corrotta”.
Putin ha negato collegamenti con la criminalità organizzata.
Sri Lanka: Crimini di guerra
Un “cable” inviato nel gennaio 2010 dall’ambasciatore americano a Colombo, Patricia Butenis, rivela come ella credesse che il presidente dello Sri Lanka Mahinda Rajapaksa fosse stato responsabile per presunti crimini di guerra durante gli stadi finale della guerra civile del paese.
Come il movimento ribelle delle Tamil Tigers fù sconfitto, si ritiene che migliaia di civili Tamil siano stati uccisi nella penisola di Jaffna dalle forze governative.
La sig.ra Butenis ha detto uno dei motivi per cui ci fosse così poco slancio verso la formazione di una inchiesta dello Sri Lanka sulle varie morti, era perchè il presidente e la ex comandante dell’esercito, Sarath Fonseka, erano coinvolti.
“Non ci sono esempi conosciuti di un regime il quale svia le indagini sui crimini di guerra delle proprie truppe o degli alti funzionari durante il periodo in cui è al potere”, ha scritto.
“In Sri Lanka ciò è ulteriormente complicato dal fatto che la responsabilità per molti presunti crimini spetta al gruppo dirigente civile e militare del paese, tra cui il presidente Rajapaksa, i suoi fratelli e il candidato dell’opposizione il Generale Fonseka”, ha aggiunto.
Il Generale Fonseka ha perso contro il signor Rajapaksa nelle elezioni presidenziali di gennaio, ed è stato poi condannato per corruzione da una corte marziale.
Entrambi gli uomini hanno negato che le truppe governative hanno commesso crimini di guerra.
Uk: La guerra in Afghanistan
I funzionari Usa e afghani credevano che le forze britanniche non fossero “all’all’altezza del compito di rendere sicura Helmand”, senza il sostegno militare degli Stati Uniti, secondo un “cable” pubblicato sul quotidiano Guardian.
Altri “cables” ci trasmettono l’insoddisfazione del popolo afghano per come le truppe britanniche stiano conducendo le operazioni nelle varie provincie. Il presidente Karzai avrebbe detto nel 2009 che otto anni prima “anche Helmand era sicuro per le ragazze che andavano a scuola. Adesso, 4000 soldati britannici (stanchi) sono ad Helmand e il popolo non è più sicuro”.
Il governatore di Helmand, Gulab Mangal, ha detto a un gruppo di americani in visita, compreso il vice-presidente Joseph Biden, che l’intervento delle truppe Usa sarebbe urgente a Sangin poichè le truppe britanniche raramente lasciano la loro base in città.
In un altro “cable”, il generale americano Dan McNeill, ha detto di essere “particolarmente turbato per lo sforzo britannico” nella lotta al traffico di stupefacenti in Afghanistan.
Egli viene citato per dimostrare che le truppe britanniche hanno “fatto un pasticcio” con le operazioni antidroga a Helmand attraverso l’impiego di tattiche “sbagliate”.
Un accordo con i talebani che ha permesso alle truppe britanniche il ritirio dalla Musa Qala nel 2006 “, aprì la porta ai narco-trafficanti in quella zona, e ora impossibile capire la differenza tra i trafficanti e gli insorti”, ha aggiunto.
Uk: Le bombe a grappolo
Il Regno Unito ha taciuto una scappatoia che permette agli Usa di continuare ad immagazzinare le bombe a grappolo nel proprio territorio nonostante un divieto internazionale sulle armi.
La Gran Bretagna fù uno dei 90 paesi che firmarono la Convenzione sulle munizioni a grappolo (CCM) nel dicembre 2008. Il trattato vieta l’uso delle bombe a grappolo e vieta i firmatari di aiutare i paesi che le usano, di stoccarli o di trasferirli.
Uk: La famiglia reale
Il principe Andrea, Duca di York, ha criticato un presunto accordo militare tra tra BAE e l’Arabia Saudita in un brunch nella capitale del Kirghizistan, Bishkek, in un “cable” del 2008 dalla ambasciata a Bishkek ..
Ha anche criticato i giornalisti, “che ficcano il naso dappertutto”.
Il principe ha detto che il Regno Unito, insieme con l’Europa occidentale e gli Stati Uniti erano “di nuovo nel mezzo del Grande Gioco” – un riferimento alla lotta del 19 ° secolo fra gli imperi britannici e russi per il controllo dell’Asia Centrale.
“E questa volta puntiamo a vincere”, ha aggiunto.
Un altro “cable” cita un alto funzionario del Commonwealth che esprime il suo dissenso nei confronti del principe Carlo, erede al trono “non trasmette lo stesso rispetto della Regina”.
Nazioni Unite: Spiate dagli Stati Uniti
Un “cable” destinato ai diplomatici statunitensi rilasciato dal segretario di Stato Hillary Clinton dice loro di raccogliere informazioni “anagrafiche e biometriche” – comprese le scansioni dell’iride, campioni di DNA e impronte digitali – dei principali funzionari alle Nazioni Unite.
Ai diplomatici è stato anche ordinato di trovare i dettagli della carta di credito, gli indirizzi e-mail e le password e le chiavi di crittografia utilizzate per le reti informatiche e nelle comunicazioni ufficiali.
I funzionari sotto copertura includono “sottosegretari, direttori di agenzie specializzate e i loro principali consiglieri, i capi delle operazioni di pace e delle missioni sul campo politico”.
Almeno nove direttive simili che coprono diversi paesi sono incluse nella release di Wikileaks, sia sotto il nome della signora Clinton che del suo predecessore, Condoleezza Rice.
I leaders mondiali
Vari leader mondiali sono stati colpiti dal ciclone Wikileaks – mostrando le poco lusinghiere opinioni che gli ambasciatori hanno di loro.
Il Primo Ministro italiano Silvio Berlusconi viene indicato come “irresponsabile, inutile, inefficace come leader europeo moderno” da un diplomatico degli Stati Uniti a Roma.
I diplomatici statunitensi rimasero poco impressionati dal cancelliere tedesco Angela Merkel, la descrivono come “poco propensa al rischio e raramente creativa”.
L’ex primo ministro britannico Gordon Brown tentò di trovare un accordo su Gary McKinnon, che è ricercato da Washington per l’hacking di sistemi informatici negli Stati Uniti, riporta il Guardian. Il giornale continua a descrivere il rifiuto dell’affare da parte degli Stati Uniti come un “rifiuto umiliante”.
Il capo della Banca d’Inghilterra, Mervyn King, ha descritto l’attuale primo ministro britannico David Cameron e il Cancelliere George Osborne come privi di esperienza e ha criticato la “tendenza a riflettere su questioni solo in termini di politica e su come potrebbero influire l’elettorato Tory”.
Nel 2009 un “cable” dalla ambasciata Usa a Tripoli sostiene che il leader libico Muammar Gheddafi “sembra avere un’intensa antipatia o la paura di restare ai piani superiori”.
Il “cable” dice anche che Gheddafi “fa affidamento pesantemente” sulla sua infermiera ucraina, descritta come un “voluttuosa bionda”, e si ipotizza che i due siano coinvolti in una relazione romantica.
Il primo ministro dello Zimbabwe Morgan Tsvangirai viene lodato come un ” uomo coraggioso, impegnato” in un “cable” del 2007 scritto dall’allora ambasciatore di Harare, Christopher Dell.
Ma le lusinghe non durano, e il signor Dell prosegue dicendo: “. Tsvangirai è anche una figura imperfetta, non facilmente aperta a consigli, indeciso e che sceglie discutibilmente le persone che lo affiancano.”
In un altro “cable”, un ministro sudafricano spara a zero sul presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe, descrivendolo come “un vecchio pazzo”.
Nel 2008, l’ambasciata di Mosca descrive il presidente russo Dmitry Medvedev come Robin e il primo ministro Vladimir Putin come il suo Batman.
I “cables” riguardano anche una relazione molto stretta tra Berlusconi e Putin.
Kim Jong della Corea del Nord è un “tipo flaccido e vecchio” che soffre di un trauma da ictus, mentre il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad viene chiamato “Hitler”.
Il presidente afghano Hamid Karzai ha liberato pericolosi detenuti e ha perdonato i sospetti trafficanti di droga, perché erano legati a personaggi potenti o storicamente significativi, viene riferito da un dispaccio del 2009.
Ecco un simpaticissimo video che descrive la situazione dei nostri leader
Yemen l’attacco dei droni
Un “cable” del gennaio 2010 ha registrato un incontro tra il presidente yemenita Abdullah Saleh e Gen Petraeus, comandante Usa in Medio Oriente. Il “cable” mostra che gli Stati Uniti stanno conducendo bombardamenti clandestini su presunti obiettivi di al-Qaeda nello Yemen, con l’approvazione del governo yemenita a Sanaa.
Il Signor Saleh critica l’uso di missili cruise contro obiettivi e ha detto che le truppe statunitensi non possono operare sul campo, ma dà il permesso ai bombardieri del Generale Petraeus di volare attorno al territorio dello Yemen, in attesa di informazioni sulla destinazione da attaccare.