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Le marionette dei Rothschild destabilizzano la Siria
Proprio come abbiamo visto succedere in Libia, i terroristi vengono etichettati con il nome di “forze di opposizione” da parte dei media occidentali; difendersi contro un terrorista è considerato una violazione dei “diritti umani”.
Da quando la destabilizzazione della Siria iniziò circa nove mesi fa, la copertura mediatica occidentale ha messo in evidenza solo le proteste “pacifiche”
contro il presidente Bashar al-Assad, oltre a coloro che sono caduti vittime del suo regime.
Le fonti di queste affermazioni sono anonime o legate al denaro degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. Si è parlato molto poco delle violenze perpetrate dalle forze di opposizione come ad esempio dal Free Syrian Army in Siria. Anche le rimostranze pro-Assad sono state ignorate. [1]
Nel mese di novembre, Abdulhakim Belhadj, l’ex leader del Libyan Islamic Fighting Group che ha contribuito a rovesciare Muammar Gheddafi, ha incontrato in Turchia i leaders del Free Syrian Army accordandosi sull’invio di combattenti libici per allenare le truppe siriane. Le nuove autorità libiche, avevano, in precedenza, offerto del denaro e armi alimentando la crescente insurrezione contro Bashar al-Assad. [2]
Il Libyan Islamic Fighting Group (LIFG) fu addestrato e armato dalla NATO. Sono legati ad Al-Qaeda che opera sotto la CIA. Non c’è dubbio che vengano utilizzati attachi false flag contro il popolo siriano. Vengono commesse atrocità dando poi la colpa ad Assad. Assad afferma che i militanti islamici provenienti dall’estero sono la vera fonte di disordini e hanno ucciso circa 2.000 dei suoi uomini. [3]
Il Washington Post ha infatti rivelato che il “Free Syrian Army’ (FSA) nelle ultime settimante ha gonfiato le fila del suo esercito, incoraggiando i soldati a cambiare lato della trincea. Mentre il loro numero non è conosciuto, sappiamo che vengono guidati dal colonnello Riyad al-Asad, un ex colonnello della Air Force siriana che disertò nel mese di giugno. Da allora, l’esercito ha sempre utilizzato le tattiche di guerriglia per combattere le forze governative, portando a termine attacchi toccata e fuga o mettendo bombe sugli autobus “. [4]
Tutte le caratteristiche si adattano al modello di operazioni speciali occidentali ed è inoltre vero terrorismo. Aiutare questi terroristi è un atto di guerra. Proprio come abbiamo visto succedere in Libia, i terroristi vengono etichettati con il nome di “forze di opposizione” da parte dei media occidentali; difendersi contro un terrorista è considerato una violazione dei “diritti umani”.
Recentemente, La Lega araba ha inviato un piccolo gruppo di osservatori in Siria per verificare se il presidente Bashar al-Assad stia mantenendo la promessa di porre fine alla repressione della rivolta contro il suo governo. Gli osservatori hanno notato che la violenza è solamente aumentata dal loro arrivo.
Considerando la palese psy-op che è già in atto, la missione degli osservatori sembra avere come ulteriori fini:
1) Legittimare le future sanzioni economiche contro la Siria a livello internazionale, condannando Assad indipendentemente dal suo comportamento.
2) Monitorare eventualmente una zona cuscinetto che permettesse grandi spedizioni di armi e munizioni nelle aree controllate dai ribelli. Le spedizioni, naturalmente, arriverebbero sotto forma di “aiuti umanitari”, come abbiamo visto in Libia.
L’idea della Lega Araba che monitora una zona cuscinetto c’è stata precedentemente suggerita dai terroristi. [5]
I principali gruppi di opposizione hanno firmato un patto in cui “rifiutano qualsiasi intervento militare che danneggi la sovranità o la stabilità del paese, tuttavia l’intervento arabo non viene considerato straniero.”
Quindi, violare quindi la sovranità della Siria sembra cosa giusta fino a che a farlo sono gli arabi già finanziati dall’occidente. [3]
Inoltre, l’idea che la Lega Araba avesse in qualche modo offrire una valutazione obiettiva del regime di Assad è una buffonata.
L’Organizzazione ha dei registri dove condanna qualsiasi paese che si rifiuta di concedere la proprià sovranità agli interessi stranieri. I suoi membri sono stati accuratamente controllati in anticipo. Tutto ciò è naturalmente essenziale per stabilire una dittatura (globalista) delle multinazionali. Fino ad ora, la Siria è stata d’intralcio.
—
[1] http://www.sana.sy/index_eng.html
[3] http://www.reuters.com/article/2011/12/31/us-syria-idUSTRE7BO0B620111231
La guerra in Libia è una operazione Cia studiata già 30 anni fà
L’attivista David Icke, che mise in guardia sulla natura fittizia della “primavera araba” da quando iniziò e cioè ben 6 mesi fà, ha rispolverato un articolo del 3 agosto 1981, intitolato: “Un piano per rovesciare Gheddafi “.
‘I dettagli del piano erano imprecisi, ma sembrava essere una classica campagna di destabilizzazione della CIA. Un elemento per portare a termine la missione era un programma di “disinformazione”, progettato per mettere in imbarazzo Gheddafi e il suo governo. Un altro era la creazione di un “governo di opposizione” che sfidasse la sua pretesa di leadership nazionale. Un terzo – potenzialmente più rischioso – era una campagna paramilitare, probabilmente composta da cittadini libici delusi, di far saltare ponti, condotta su scala ridotta attraverso operazioni di guerriglia per dimostrare che a Gheddafi si opponeva una forza politica indigena “.
….
Ovviamente questo piano è stato eseguito alla lettera, con la necessaria aggiunta di un intervento della NATO per salvare quei “paramilitari” citati nello spezzone sopra, dalle forze di sicurezza libiche – un piano di emergenza esplicitamente enunciato in un altro report dal titolo “Which Path to Persia?”, creato dalla Brookings Institution e sovvenzionata da Wall Street e da Londra.
Usare la forza militare per assistere le rivoluzioni popolari, pagina 109-110 (pagine 122-123 del pdf): “Di conseguenza, se gli Stati Uniti riuscissero mai ad innescare una rivolta contro il regime dei mullah, Washington potrebbe essere costretta ad intervenire fornendo una qualche forma di sostegno militare per evitare che Teheran la schiacci.” ” Questo requisito implica che una rivoluzione popolare in Iran non sembrerebbe adattarsi al modello delle “rivoluzioni di velluto” che si sono verificate altrove. Il punto è, che il regime iraniano non accetterà tranquillamente questa “buonanotte”, come invece, è accaduto con tanti regimi dell’Est europeo, potrebbe scegliere di combattere fino alla morte. In tali circostanze, se non c’è assistenza esterna militare per i rivoluzionari, potrebbero non solo perdere la battaglia, ma essere anche massacrati.
Di conseguenza, se gli Stati Uniti perseguono questa politica, Washington dovrà prendere in considerazione questa possibilità. Ci sono anche altri interessanti dettagli nei piani: è necessario includere sistemi per indebolire l’esercito iraniano, o indebolire la volontà dei leader del regime, oppure che gli Stati Uniti siano pronti ad intervenire per sconfiggere definitivamente il regime “.
….
La campagna di disinformazione è iniziata in febbraio, come risaputo sono state dette molte falsità al pubblico, sia per quanto riguarda la natura della rivolta sia per quanto riguarda la reazione del governo libico ad essa. Mentre i carri solcavano le strade libiche, e i jet volavano nei cieli la battaglia si faceva più dura e i mercenari di Al Qaeda mossero guerra contro l’esercito libico, i media corporativi in tandem con gli stati membri della NATO si preparavano ad intervenire, ritraendo una rivolta costituita da attivisti pacifici che venivano crivellati dai colpi delle mitragliatrici e bombardati dagli aerei. Ci sono ora le prove che confermano che tali atrocità non sono mai avvenute, ma l’Onu citando questa DISinformazione ha autorizzato l’intervento della NATO.
La natura stessa dei ribelli Bengasi è stata presentata in maniera ingannevolmente al pubblico. In realtà, erano una miscellanea di estremisti e mercenari, molti dei quali avevano combattuto di recente in Iraq e in Afghanistan contro le forze Usa. Questi mercenari, pagati dalla CIA e dall’MI6 negli ultimi 30 anni (vedi linea del tempo), vengono raffigurati come “una forza politica indigena” di opposizione al governo libico. Recentemente è stato rivelato che il comandante dei ribelli che hanno tentato la conquista di Tripoli altro non è che Abdelhakim Belhadj, una pedina di Al Qaeda che venne precedentemente catturato in Malesia, torturato dalla Cia a Bangkok, in Thailandia nel 2003, prima di saltar fuori di nuovo in Libia dove sta ora combattendo per conto della NATO.
Un’altra via in cui è stata propagata disinformazione è stato il tentativo di rappresentare Gheddafi come un pazzo vagabondo che, nonostante la denigrazione, si rivelò essere uno dei pochi capi di stato “sinceri” sul conflitto che assediava la sua nazione. Dalle sue prime dichiarazioni sul fatto che la rivolta fosse fomentata dall’esterno e che fosse coinvolta Al Qaeda, alle affermazioni ormai certe del fatto che la ribellione servisse per inaugurare una nuova occupazione straniera assieme alla depredazione delle risorse della Libia, aveva colto nel segno.
Quello a cui stiamo assistendo in Libia è una di aggressione orchestrata da finanziatori/capi corporativi per i loro interessi. Hanno cospirato apertamente sul fatto di effettuare una campagna di conquista militare ed economica in tutto il Medio Oriente (e oltre), includendo il Nord Africa e specificamente anche la Libia. Dal discorso di Wesley Clark nel 2007, all’articolo del Newsweek del 1981, ci sono state consegnate delle confessioni firmate sul fatto che sono i “nostri” governi i veri nemici da cui l’umanità si deve liberare, mascherano la loro agenda con la sottile patina della giustificazione morale. Ancora una volta, dobbiamo impegnarci ad individuare i veri interessi che hanno messo in moto questo conflitto, guardando dietro i leader militari e politici meri esecutori della “politica internazionale.”
Dottor Megalommatis: Macchinazioni massoniche nel nord Africa
Uomo di sinistra, storico, politico e scienziato, il dottor Megalommatis, 54 anni, è un cittadino greco di origine turca, residente al Cairo, è autore di 12 libri, decine di articoli scientifici, centinaia di voci enciclopediche, e di migliaia di articoli. Parla, legge e scrive più di 15 lingue, antiche e moderne.
Quando dei giornali noti come Le Figaro, il New York Times, il Frankfurter Allgemeine, Le Monde, il Washington Post, il Times e il Corriere della Sera sostengono con entusiasmo i manifestanti tunisini e gli insorti, ci si chiede se gli stessi giornali sosterrebbero i rivoltosi e i manifestanti se portassero il caos in città come Parigi, Londra, Berlino, New York o Roma. Certamente no!
Se il regime massonico, che governa tirannicamente l’Occidente e (attraverso l’occidente) quasi tutto il mondo e che controlla ogni parola scritta dai giornali sopra citati, supporta gli sviluppi di queste rivolte, dobbiamo capire subito che le manifestazioni in strada a Tunisi sono state semplicemente orchestrate in modo efficace per realizzare l’agenda di questa associazione segreta.
Eppure sono in molti, sia nel mondo arabo che in qualsiasi altra parte del pianeta, a credere che questo scenario di proteste rappresenti una genuina manifestazione popolare, non orchestrata da alcun chi. Le persone che ci credono o sono estremamente ingenue o drammaticamente senza speranza.
D’altra parte, sono in pochi coloro che non hanno accettato l’interpretazione dei mass media gestiti dagli Illuminati – secondo la quale gli eventi a Tunisi sono il risultato di una rivolta popolare. Il caso più eclatante è stato quello di Muammar Gheddafi (Gheddafi), che ha disprezzato il popolo tunisino in generale e in particolare i manifestanti.
In realtà, non è stato il popolo tunisino a costringere l’ex presidente alla fuga: sono stati i suoi generali – usando come pretesto le pesanti perdite occorse durante le violente rivolte. In un incontro con dei generali di alto grado, Zine Ben Ali al Abedine perse ogni effettivo elemento di potere. Lasciando il comando subito dopo.
Tuttavia, i dettagli degli sviluppi rivelano un mero atto teatrale, organizzato da una sorta di associazione clandestina, composta prevalentemente da studenti tunisini di sinistra e da dei lavoratori che trascorsero alcuni anni in Francia, che si riuniorono inizialmente come gruppo di supporto per poi dare vita alle prime manifestazioni.
Allo stesso tempo, alcune persone che avevano ruoli chiave nella polizia e nell’amministrazione chiesero che queste prime manifestazioni avessero una risposta forte da parte della polizia e dell’esercito. Anche queste persone hanno trascolto molti anni in Francia dove ricevettero un’istruzione coloniale e l’iniziazione massonica.
Con il controllo e una superba gestione sul campo, di questi due diversi gruppi, il secondo atto (cioè il deterioramento della situazione nelle strade e le preoccupazioni dei mass media nazionali controllati) e il terzo atto (cioè il deciso intervento dei generali tunisini, che vennero, in tempi passati, iniziati alla Loggia massonica Apostata francese) vennero messi in scena. Questo fù sufficiente per far scappare Zine al Abedine Ben Ali e sua moglie con 1,5 tonnellate di oro lasciando il paese.
Questa catena degli eventi potrebbe avere avuto luogo in un qualsiasi momento nel passato, ma sembra che l’intera storia abbia a che fare con un grande accordo politico tra gli Stati Uniti (un ex paese sostenitore di Zine al Abedine Ben Ali) e la Francia (acerrima nemica di Ben Ali, che – guarda caso – non venne mai accettato da questa nazione!); in cambio di un sincero supporto francese nell’impegno in Afghanistan, il regime degli Stati Uniti ha venduto l’idiota tunisino che pensava di meritare il supporto statunitense per sempre.
Nessuno ha mai detto a Zine al Abedine Ben Ali che non ci si può fidare della parola data da quei satanisti massoni caini? Questo è stato il suo errore. Sfortunatamente, purtroppo, molti altri hanno fanno lo stesso errore: è ora che si sveglino prima di volare in Arabia Saudita …..
GHEDDAFI
Ma allora, come è possibile spiegare lo sfogo di Muammar Gheddafi? Se assumiamo che, dopo lunghi anni di scontri contro molti paesi occidentali, il dittatore libico riuscì a creare dei rapporti di amicizia con l’Occidente, collaborando con diversi governi europei (grazie alla sua dissolutezza del figlio Seifulislam a Parigi), perchè attaccò così aspramente gli sviluppi delle rivolte?
Essendo un alleato degli europei, avrebbe dovuto “scaricare” la sua controparte tunisina ed avviare una democratizzazione della Libia, ma non lo fece. Perché?
Il motivo è semplice: i membri dei regimi Massonici hanno bisogno di amici e collaboratori, alleati e interlocutori in tutto il mondo, così successe quando ci fù la questione Libia da affrontare. Ma i massoni hanno bisogno di interlocutori e alleati al fine di confonderli e ingannarli! Non diranno mai loro la verità ….
L’amara realtà è piuttosto semplice; stringendo amicizie con i regimi massonici occidentali, Gheddafi si è esposto alle loro sofisticate falsità, agli schemi ingannevoli, alle menzogne che servono ai malvagi gangster massonici che governano l’Inghilterra, la Francia e l’America per manipolare facilmente gli sviluppi che vogliono attivare mettendo in scena il teatro della distruzione globale.
Alcuni problemi sono prettamente personali…la peggior offesa che si può fare ad un massone è quella di essere “fregati” (economicamente, politicamente) da un non iniziato, queste persone se la prendono veramente a male, perché il denaro è il loro unico ‘dio’ e perché hanno la radicata e ignorante convinzione di essere intellettualmente superiori. In tali casi, si vendicano, sempre. Il costo delle perdite, in vite umane, diventa improvvisamente nullo, per questi oscuri potenti.
Perché tra tutti i parenti di Zine al Abedine Ben Ali, suo nipote, Imed Trabelsi, è stato massacrato in modo spietato? Perché preoccuparsi di uccidere – con tanta passione, con tanta determinazione, e con tanto odio – qualcuno che non era in prima linea nella vita politica tunisina, essendo un semplice uomo d’affari?
Sembra strano solo a chi non ha mai sentito parlare di sionisti e massoni, in realtà, Imed Trabelsi aveva rubato il lussuoso yacht ad un massone franco-ebreo, Bruno Roger, il presidente della ditta francese Lazard, il ragazzo è un ben noto trafficante d’armi (della peggior specie). Per i satanisti che governano la Francia, il caso doveva essere regolato – anche nel bel mezzo della rivolta.
Da chi siamo realmente governati?
Questo è il tuo vero governo, un governo che trascende qualsiasi organo elettivo, che permea ogni partito politico, che sancisce ogni posizione ed aspetto del cittadino medio americano o europeo. In tempi in cui la “sinistra” americana supporta due guerre di matrice “Neo-Conservatrice”, facendone iniziare un’altra sulla base delle stesse bugie, promossa dagli stessi media che ci hanno venduto la bugia delle armi di distruzione di massa in Iraq, il mondo non si può permettere il lusso della scelta, certo, c’è sempre la dissonanza cognitiva, forse però, prima di arrivare a tanto, bisogna realizzare che c’è qualcosa che non va.
Ciò che non va, è un sistema completamente controllato da un oligarchia finanziario/aziendale con imperi finanziari, industriali e mediatici, capillarmente insediati in tutto il mondo. Se non ci rendiamo conto di essere impotenti e dipendenti da queste imprese che regolano ogni aspetto della nostra nazione politicamente e ogni aspetto della nostra vita personalmente, nulla potrà mai cambiare.
L’elenco che segue, per quanto ampio, non è completo. Tuttavia, dopo questi esempi, dovrebbe diventare evidente un modello in cui gli stessi nomi e le stesse società si ripetono. Dovrebbe essere ovvio per i lettori quanto pericolosamente invasive sono diventate queste aziende, nella nostra vita quotidiana. Infine, risulta chiaro come il piano sarebbe quello di eliminare dalle nostre vite, dalle nostre famiglie, dalle nostre comunità, queste corporazioni, con ogni mezzo possibile.
GRUPPO DI CRISI INTERNAZIONALE
Curriculum: Mentre l’International Crisis Group (ICG) afferma di essere “impegnato a prevenire e risolvere conflitti mortali”, la realtà è che sono impegnati a offrire soluzioni, predisposte con largo anticipo, a problemi che essi stessi hanno creato, al fine di perpetuare la propria agenda.
Nessun luogo lo può testimoniare meglio della Thailandia a cui si è aggiunto più recentemente l’Egitto.Il membro dell’ICG, Kenneth Adelman ha sostenuto da sempre il primo ministro della Thailandia, Thaksin Shinwatra, un ex consigliere del gruppo Carlyle, che si piazzò letteralmente davanti alla CFR a New York alla vigilia della sua cacciata dal potere nel 2006 durante un colpo di stato militare. Dal 2006, l’ingerenza di Thaksin in Thailandia è stata sostenuto da un collega della Carlyle, James Baker e dal suo studio legale Baker Botts, dal consigliere del Belfer Center, Robert Blackwill della Barbour Griffith & Rogers, e adesso da Robert Amsterdam della Amsterdam & Peroff, un membro di spicco della Chatham House.
Con la Thailandia ormai impantanata in un tumulto politico guidato da Thaksin Shinwatra e dalla sua “rivoluzione colorata” delle camice rosse, l’ICG è pronta a sfornare “soluzioni” immediate. Tali soluzioni generalmente comprendono, il legare le mani al governo tailandese, con argomenti che cercheranno di fermare l’abuso dei diritti umani di Thaksin, nella speranza di permettere alla rivoluzione finanziata dai globalisti di ritornare sotto controllo.
I disordini in Egitto, naturalmente, sono stati interamente provocati dal membro dell’ICG Mohamed ElBaradei e dal suo “April 6 Youth Movement”, finanziato, supportato e “reclutato” interamente dal Dipartimento di Stato americano coordinato poi da Wael Ghonim della Google. Mentre l’agitazione venne dipinta come spontanea, alimentata dalla precedente rivolta tunisina, ElBaradei e Ghonim, e il loro movimento giovanile erano in Egitto dal 2010 impegnati ad assemblare il loro “Fronte Nazionale per il Cambiamento” e porre le basi per la rivolta del 25 gennaio 2011.
George Soros, membro dell’ICG, andò poi a finanziare le ONG egiziane che erano al lavoro per riscrivere la costituzione egiziana dopo che il front-man ElBaradei ebbe successo nel rimuovere Hosni Mubarak. Questa costituzione finanziata da Soros e il servile governo che ne consegue rappresenta il modo in cui l’ICG intende “risolvere” la crisi che proprio ElBaradei ha contribuito a creare.
Membri del Consiglio di rilievo dell’ICG:
George Soros
Kenneth Adelman
Samuel Berger
Wesley Clark
Mohamed ElBaradei
Carla Hills
Consiglieri importanti dell’ICG:
Richard Armitage
Zbigniew Brzezinski
Stanley Fischer
Shimon Peres
Surin Pitsuwan
Fidel V. Ramos
Multinazionali e fondazioni che supportano l’ICG:
Carnegie Corporation di New York
Hunt Alternative Fund
Open Society Institute
Rockefeller Brothers Fund
Morgan Stanley
Gruppo Deutsche Bank
Soros Fund Management LLC
McKinsey & Company
Chevron
Shell
BROOKINGS INSTITUTE
Curriculum: All’interno della libreria del Brookings Institute, troverete i progetti per quasi tutti i conflitti avvenuti in Occidente nel recente passato. La cosa strana è che, mentre il pubblico sembra pensare che queste crisi nascano all’improvviso, quelli che seguono gli studi aziendali e le pubblicazioni finanziate dalla Brookings può vedere queste crisi arrivare con anni di anticipo. I suddetti sono conflitti premeditati, pianificati meticolosamente per permettere a delle soluzioni altrettanto premeditate e pianificate di entrare in azione.
Le operazioni in corso contro l’Iran, assieme alle rivoluzioni colorare sostenute dagli Usa, i terroristi supportati e addestrati dagli Usa in Iran, e le sanzioni paralizzanti erano tutte descritte nei minimi dettagli in un rapporto del Brookings Institute, “Quale via migliore per la Persia?” La più recente risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 1973 sulla Libia assomiglia stranamente al rapporto di Kenneth Pollack del 9 marzo 2011 intitolato “Le reali opzioni militari in Libia.”
Consiglieri di spicco della Brookings:
Dominic Barton: McKinsey & Company, Inc.
Alan R. Batkin: Eton Park Capital Management
Richard C. Blum: Blum Capital Partners, LP
Abby Joseph Cohen: Goldman, Sachs & Co.
Suzanne Nora Johnson: Goldman Sachs Group, Inc.
Richard A. Kimball Jr.: Goldman, Sachs & Co.
Tracy R. Wolstencroft: Goldman, Sachs & Co.
Paolo Desmarais Jr.: Power Corporation of Canada
Kenneth M. Duberstein: Il Duberstein Group, Inc.
Benjamin R. Jacobs: JBG Companies
Nemir Kirdar: Investcorp
Klaus Kleinfeld: Alcoa, Inc.
Philip H. Knight: Nike, Inc.
David M. Rubenstein: co-fondatore di The Carlyle Group
Sheryl Sandberg K.: Facebook
Larry D. Thompson: PepsiCo, Inc.
Michael L. Tipsord: State Farm Insurance Companies
Andrew H. Tisch: Loews Corporation
Alcuni Esperti del Brookings
(Clicca sui nomi per visualizzare un elenco di scritti recenti.)
Kenneth Pollack
Daniel L. Byman
Martin Indyk
Suzanne Maloney
Michael E. O’Hanlon
Bruce Riedel
Shadi Hamid
Fondazioni e governi
Ford Foundation
Bill & Melinda Gates Foundation
La Fondazione Rockefeller
Governo degli Emirati Arabi Uniti
Carnegie Corporation di New York
Rockefeller Brothers Fund
Banche e finanza
Bank of America
Citi
Goldman Sachs
H & R Block
Kohlberg Kravis Roberts & Co.
Jacob Rothschild
Nathaniel Rothschild
Standard Chartered Bank
Temasek Holdings Limited
Visa Inc.
Produttori di petrolio
Exxon Mobil Corporation
Chevron
Shell Oil Company
Complesso Militare Industriale e Industria
Daimler
General Dynamics Corporation
Lockheed Martin Corporation
Northrop Grumman Corporation
Siemens Corporation
The Boeing Company
General Electric Company
Westinghouse Electric Corporation
Raytheon Co.
Hitachi, Ltd.
Toyota
Telecomunicazioni e tecnologia
AT & T
Google Corporation
Hewlett-Packard
Microsoft Corporation
Panasonic Corporation
Verizon Communications
Xerox Corporation
Skype
Media
McKinsey & Company, Inc.
News Corporation (Fox News)
Beni di consumo e farmaceutici
GlaxoSmithKline
Target
PepsiCo, Inc.
Coca-Cola Company
Curriculum: Sarebbe più facile elencare i politici che non fanno parte di questo gruppo in quanto la maggior parte di essi, assieme ai loro consiglieri e tutti quelli che realmente contano sono membri del CFR. Molti dei libri, degli articoli delle riviste e dei giornali che leggiamo sono scritti da membri del CFR, similmente ai membri del Brookings Institute dettano, parola per parola, opinioni e punti di vista che promuovo la loro agenda del giorno.
Un buon esempio delle ali più attivi del CFR può essere illustrato al meglio prendendo in caso gli eventi dell’anno scorso e più precisamente la bufala della moschea costruita a “Ground Zero”, dove i membri del CFR sia quelli di destra che quelli di sinistra hanno finto un acceso dibattito sulla cosiddetta Cordoba House che si trova vicino ai 3 edifici abbattuti del World Trade Center. In realtà, la Cordoba House venne istituita dal compagno membro del CFR Feisal Abdul Rauf, che a sua volta venne finanziato dal braccio economico della CFR compresa la Carnegie Corporation di New York, presieduta dal capo della commissione del 9 / 11 Thomas Kean, e da varie fondazioni Rockefeller.
Supporto corporativo della CFR:
Banking & Finance
Bank of America Merrill Lynch
Goldman Sachs Group, Inc.
JPMorgan Chase & Co
American Express
Barclays Capital
Citi
Morgan Stanley
Blackstone Group L.P.
Deutsche Bank AG
New York Life International, Inc.
Prudential Financial
Standard & Poor’s
Rothschild North America, Inc.
Visa Inc.
Soros Fund Management
Standard Chartered Bank
Bank of New York Mellon Corporation
Veritas Capital LLC
Kohlberg Kravis Roberts & Co.
Moody’s Investors Service
Multinazionali del petrolio
Chevron Corporation
Exxon Mobil Corporation
BP p.l.c.
Shell Oil Company
Hess Corporation
ConocoPhillips Company
TOTAL S.A.
Marathon Oil Company
Aramco Services Company
Complessi militari e industriali
Lockheed Martin Corporation
Airbus Americas, Inc.
Boeing Company
DynCorp International
General Electric Company
Northrop Grumman
Raytheon Company
Hitachi, Ltd.
Caterpillar
BASF Corporation
Alcoa, Inc.
Pubbliche relazioni, lobbisti e studi legali
McKinsey & Company, Inc.
Omnicom Group Inc.
BGR Group
Editori e case editrici
Bloomberg
Economist Intelligence Unit
News Corporation (Fox News)
Thomson Reuters
Time Warner Inc.
McGraw-Hill Companies
Beni di consumo
Walmart
Nike, Inc.
Coca-Cola Company
PepsiCo, Inc.
HP
Toyota Motor North America, Inc.
Volkswagen Group of America, Inc.
De Beers
Telecomunicazioni e tecnologia
AT & T
Google, Inc.
IBM Corporation
Microsoft Corporation
Sony Corporation of America
Xerox Corporation
Verizon Communications
L’industria farmaceutica
GlaxoSmithKline
Merck & Co., Inc.
Pfizer Inc.
CHATHAM HOUSE
Curriculum: La Chatham House inglese, come il CFR e l’Istituto Brookings in America, è composta da membri importanti ed è coinvolta in attività di gestione, pianificazione, coordinazionione e realizzazione dell’agenda collettiva dei membri che la compongono.
I singoli membri che popolano le file dei consiglieri anziani sono costituite dai fondatori, dagli amministratori delegati e dai presidenti di appartenenza delle imprese che compongono la Camera di Chatham. Gli esperti della Chatham vengono generalmente pescati dal mondo accademico e le loro “recenti pubblicazioni” vengono generalmente utilizzate internamente al circolo. Che gli esperti della Chatham House stiano presentando delle domande a delle riviste mediche è particolarmente allarmante considerando che GlaxoSmithKline e Merck sono entrambi membri della Chatham House.
Membri notevoli della ChatHam House:
Amsterdam & Peroff
BBC
Bloomberg
Coca-Cola Gran Bretagna
Economista
GlaxoSmithKline
Goldman Sachs International
HSBC Holdings plc
Lockheed Martin UK
Merck & Co Inc
Mitsubishi Corporation
Morgan Stanley
Royal Bank of Scotland
Saudi Petroleum Overseas Ltd
Standard Bank London Limited
Standard Chartered Bank
Tesco
Thomson Reuter
United States of America Embassy
Vodafone Group
Amnesty International
BASF
Boeing UK
CBS News
Daily Mail and General Trust plc
De Beers Group Services UK Ltd
G3 Good Governance Group
Google
Guardian
Hess Ltd
Lloyd’s di Londra
McGraw-Hill Companies
Prudential plc
Telegraph Media Group
Times Newspapers Ltd
World Bank Group
British Petroleum
Chevron Ltd
Deutsche Bank
Exxon Mobil Corporation
Royal Shell olandese
Statoil
Toshiba Corporation
Total Holdings UK Ltd
Unilever plc
CONCLUSIONE
Queste organizzazioni rappresentano gli interessi collettivi delle più grandi aziende al mondo. Non solo possiedono uno schieramento di politici e ricercatori che articolano la loro agenda e promuovono il loro consenso nella popolazione, ma utilizzano anche la loro massiccia influenza per andare ad influire sui media, nell’industria, nella finanza e produrre un consenso internazionale.
Credere che questa oligarchia finanziaria/corporativa metta in disparte i propri interessi per supportare e promuovere gli interessi e i capricci del popolini sarebbe alquanto naive. Hanno più volte assicurato che non è importante, in qualsiasi paese ci si trova, da quale parte in guerra, il petrolio, la ricchezza e il potere continueranno a fluire perennemente nelle loro mani. Niente, rivendica meglio questa situazione, che il presidente degli Stati Uniti, che nonostante le belle parole fa gli stessi interessi che faceva Bush, oltre che alle stesse guerre.
Allo stesso modo, non importa quanto sia sanguinosa la tua rivoluzione, se l’equazione delle aziende rimane invariata, verrano fatti solamente i cambiamenti più superficiali, come è accaduto in Egitto con il tirapiedi dell’International Crisis Group Mohamed ElBaradei.
La rivoluzione vera e propria inizierà quando capiremo questa equazione,si deve cercare di rimuovere la nostra dipendenza dalle aziende sopra citate. L’oligarchia globale corporativa/finanziaria ha bisogno di noi, noi però non abbiamo bisogno di loro, l’indipendenza da loro è la chiave per la nostra libertà.
Per ulteriori informazioni in materia di economia alternativa, informati da solo:
The Lost Key to Real Revolution
Boycott the Globalists
Alternative Economics
Self-Sufficiency
Rivoluzione Libica: Quello che non vi dicono
L’OPPOSIZIONE LIBICA MANOVRA LETTERALMENTE LE PROTESTE DA WASHINGTON
Da notare l’indirizzo web “EnoughGaddafi.com”. Il webmaster di EnoughGaddafi.com
è segnalato nella lista di Movements.org del Dipartimento di Stato come
il “Twitter” da seguire.
Quando il figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, accusò gruppi dell’opposizione e stranieri di fomentare i disordini in Libia, fù uno dei rari momenti in cui la verità veniva espressa in tutta la sua interezza. Non sorprende che la BBC e il resto dei media di proprietà delle corporazioni abbiano fatto di tutto per screditare il suo discorso.
Sono state portate alla luce incredibili rivelazioni per quanto riguarda i disordini in Libia. Il leader del gruppo di opposizione della Libia organizza le proteste sia all’interno che all’esterno della Libia, attualmente si trova a Washington DC da quando lui e la sua organizzazione dirigono lo sconvolgimento e il pandemonio che sta investendo la nazione del Nord Africa.
Una intervista con Ibrahim Sahad del Fronte Nazionale per la Salvezza della Libia (NFSL) su ABC Australia, tocca ogni punto delle discussioni portate avanti dai media mainstream corporativi dalla scorsa settimana, il tutto con la Casa Bianca e il Washington Monument che incombono sullo sfondo.
Sahad fa da eco alla chiamata dell’ International Crisis Group di Soros/Brzezinski per convocare Il consiglio di sicurezza per le nazioni unite e discutere su un intervento da attuare contro Gheddafi.
Sahad Ibrahim e il suo NFLS formarono la National Conference of the Libyan Opposition (NCLO) nel 2005 a Londra. Questo gruppo specifico ha cambiato il suo modo di apparire per non sembrare influenzato o sostenuto dagli Stati Uniti. Forse per cementare questa nozione, l‘Huffington Post ha messo in evidenza i documenti rilasciati dalla NCLO con una mossa stile Wikileaks che dimostravano il sostegno degli Stati Uniti a Gheddafi. Naturalmente, come per tutti i disordini in Medio Oriente, così anche per i fatti che vengono fuori scopriamo che ciò non servì ad evitare la confusione, bensì ad evitare la verità.
L’NCLO di Sahad iniziò con l’organizzare la “Giornata della Rabbia” del 17 Febbraio non appena l’Egitto cadde così l’apparato dei media avrebbe potuto spostarsi e spostare l’attenzione sulla Libia. Per comodità, i mezzi di comunicazione ebbero solo bisogno di spostarsi dal Cairo al confine occidentale dell’Egitto e aspettare che gli uomini di Sahad disposti sul territorio, garantissero loro una base operativa, presumibilmente nella città orientale libica di Bengasi. Gheddafi capisce a quanto pare il ruolo delle ONG e dei media stranieri, è per questo che non sono presenti per le strade delle città della Libia, lo scoraggiante risultato è stato addirittura ammesso dagli stessi.
Si scopre che sia gli organi delle news di proprietà delle corporazioni e Movements.org del Dipartimento di Stato USA / finanziato anch’esso dalle corporazioni, ottengono i loro reportage interamente dalla NCLO di Sahad a Washington, la quale sostiene di garantire notizie fresche, di “prima mano” dalla Libia. Anche altri membri della NFSL uno dei quali a Dubai, stanno fornendo il loro supporto con queste informazioni di “prima mano”. Questi reportage sono diventati la base per le accuse di “genocidio”, la convocazione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, le sanzioni economiche, le minacce dirette verso le forze di sicurezza libiche che tentano di reprimere i manifestanti, e la forzata no-flyzone imposta dalla NATO.
La National Endowment for Democracy infesta da neoconservatori e il suo esercito di ONG finanziate dagli USA ha recentemente rilasciato una dichiarazione ufficiale esortando gli Stati Uniti e l’Unione europea di affrontare il tema del “massacro” libico al Consiglio di sicurezza dell’ONU e al Consiglio dei Diritti Umani. Anche questa volta la BBC cade in fallo ammettendo che tali reportage sono “impossibili da verificare” sulla base di informazioni provenienti da Movements.org e dal leader dei manifestanti libici stanziato a Washington.
Va inoltre rilevato che un blogger libico stile Ghonim è stato segnalato da Movements.org società finanziata dagli USA come “utente Twitter da seguire”. Va sotto il nome di “EnoughGaddafi” ed è il webmaster di LibyaFeb17.com. Il lavoro di EnoughGaddafi può anche essere trovato archiviato sul sito della NFSL di Ibrahim Sahad (EnoughGaddafi.com è stato violato dagli hacker secondo Movements.org).
Ancora una volta ci viene detto che le proteste sono spontanee, ispirate dalle rivolte tunisine ed egiziane. Ancora una volta ci viene detto che è il desiderio dei giovani per la libertà e per la “democrazia”. Ma quando alziamo il velo, vediamo ancora una volta un altro vecchio di Washington che tira i fili, sistema la scena e manovra l’insieme.
Se sei religioso, prega per la gente per le strade della Libia, molti dei quali potrebbero essere semplicemente spazzati via in questa beffa crudele. Gli Stati Uniti e i loro tirapiedi non saranno scoraggiati se la loro trama non avrà buon fine. I fiumi di sangue che scorreranno garantiranno che non ci saranno risultati negativi.
E’ tempo di svegliarsi e capire come ci danno in pasto informazioni montate e false per farci assumere un determinato atteggiamento nei confronti di un argomento. L’imperialismo britannico/americano non si è mai fermato e stiamo assistendo in questi anni ad una sua ulteriore espansione in Africa e Medio Oriente. Spero che queste informazioni girino il più possibile così da avere uno spettro di 360 gradi su ciò che sta accadendo in queste zone del pianeta.
Fatelo per i libici, gli egiziani, i tunisini, e fatelo per voi stessi. L’incendio che sta consumando il Medio Oriente e il Nord Africa adesso, potrebbe presto divampare anche nel nostro mondo agiato.
Partecipazioni societarie e sostenitori dell’agenda globalista anglo-americano:
CFR Corporate Membership
Chatham House Major Corporate Membership
Chatham House Standard Corporate Membership
International Crisis Group Supporters
Movements.org Supporters
Wikileaks: La famiglia Gheddafi una rete di avidità e nepotismo
I figli di Muammar Gheddafi negli ultimi mesi sono stati impegnati a coprire scandali che sembrano intessere la trama per una “soap opera libica”, tra cui pubblicità negativa derivante da un uso stravagante della ricchezza, come per il concerto privato da un milione di dollari della diva pop Beyonce, stando ad un nuovo lotto di “cables” segreti rilasciati mercoledì.
Le valutazioni dei diplomatici statunitensi sono state pubblicate dal sito web di WikiLeaks dopo che Gheddafi si era pronunciato sul fatto che avrebbe combattuto fino “all’ultima goccia di sangue” per sedare una rivolta contro i 42 anni del suo regime dittatoriale. Almeno 300 manifestanti (ora il numero si attesta attorno ai 10 000 morti e i 50000 feriti) si ritengono stati uccisi dalle forze filo-governative nell’ultima settimana di scontri.
La rabbia crescente sul comportamento grossolano della prole di Gheddafi, come ad esempio con il figlio Annibale che nel 2.008 venne arrestato per aver picchiato i dipendenti di un hotel in Svizzera, può aver contribuito ad accendere la scintilla che ha fatto infiammare la rivolta. “La famiglia è stata una spina nel fianco di recente,” valuta un “cable” di un anno fa.
I diplomatici presso l’ambasciata Usa nella capitale libica di Tripoli descrivono come i figli di Gheddafi si sono impossessati di molto potere e di influenza, apparentemente trattando il paese come loro feudo personale.
Muhammad, il figlio maggiore, magnate della telecomunicazioni, l’altro figlio, Muatassim, è stato Consigliere della Sicurezza Nazionale, Annibale era influente nella navigazione marittima, Khamis comandava una unità militare d’elite, mentre la figlia Aisha gestiva una organizzazione semi-governativa. Ad un altro figlio, Saadi, è stato dato il compito di istituire una Export Free Trade Zone in Libia occidentale.
Seif al-Islam Gheddafi ha coltivato un’immagine rispettabile, come volto della Libia verso l’Occidente, c’è gente del posto che mira a succederli, si legge in un “cable” del 2010. Tuttavia, tale immagine è stata distrutta in un solo istante all’inizio di questa settimana quando è apparso in tv per minacciare i manifestanti anti-governativi, se fosse persistita la rivolta.
I confidenti descrivono i figli di Gheddafi come delinquenti, dicendo che “nessuno può mettersi in mezzo o rifiutare queste persone senza soffrirne le conseguenze, in particolare quando la questione ha a che fare con il denaro”, espone il “cable”.
Un altro dispaccio del 2008 descrive come il finanziamento pubblico sia stato utilizzato per capitalizzare la società di trasporto marittimo di Annibale. La “stretta integrazione di interessi privati e pubblici in molti degli elementi chiave dell’economia della Libia” sono diventanti evidenti quando la Libia ha rapidamente interroto le spedizioni di petrolio in risposta alla detenzione in Svizzera per aver picchiato gli inservienti dell’albergo.
Due anni più tardi, il “cable” citato riferisce che Annibale maltrattati fisicamente la moglie Aline.
Nel 2009, Aline minacciò di lasciare Annibale e fuggì a Londra, a quanto riporta il “cable”. “Hannibal a seguito Aline a Londra, e l’incontro terminò con un assalto”, dice il “cable”. La madre di Annibale, Safiya e la sorella Aisha, hanno poi convinto Aline a riferire alla polizia che si fosse ferita in un incidente non parlando dell’abuso, secondo i diplomatici.
Saadi venne descritto come persona dal passato travagliato, tra gli scontri con la polizia in Europa, l’abuso di droghe e alcool, e l’eccessiva festa, da quanto ci riferisce un “cable” del 2009. E ‘stato un obiettivo importante per il regime creare “un’apparenza di utilità” ai bambini di Gheddafi, ci dice il rapporto.
L’ostentazione di ricchezza stava iniziando a danneggiare l’immagine della famiglia, ci dicono i diplomatici. Questi ultimi ci dicono anche che Muatassim “ha trascorso la fine del 2010, nella stessa maniera in cui ha trascorso quello del 2009 – con un viaggio di Capodanno a St. Bart’s – assieme ad abbondanti quantità di alcool e con una spese milionaria un concerto personale di Beyonce, Usher e altri musicisti.”
“La famiglia ha fornito agli osservatori locali abbastanza lordura per mettere su una soap opera libica”, conclude il cable del 2010.
I diplomatici hanno anche osservato una “acuta discordia” tra i fratelli Gheddafi. La rivalità crescente – in assenza di un meccanismo di successione e tra le voci sui problemi di salute di Gheddafi – “questo potrebbe svolgere un importante, se non un determinante, ruolo nella maniera in cui la famiglia riuscirà a mantere il potere dopo che l’autore della rivoluzione sarà uscito dalla scene politiche “, da un dispaccio del 2009.