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Un programma per computer decifra una lingua morta, i linguisti allo sbaraglio
La lingua perduta degli Ugarit fu parlata per l’ultima volta 3.500 anni fa. Sopravvive solo grazie alle tavolette che ci sono pervenute, i linguisti avrebbero potuta tradurla in alcuni anni e con un bel pò di fortuna. Un computer è riuscito a decifrarla nel giro di poche ore.
Il programma informatico si basa su pochi assunti di base al fine di capire la struttura della lingua. Il punto fondamentale però è che la “lingua perduta” deve essere strettamente collegata ad una lingua nota, che nel caso di quella ugaritica, è l’ ebraico. In secondo luogo, gli alfabeti delle due lingue devono condividere correlazioni coerenti tra le singole lettere o simboli.
Tutto ciò fa pensare che ci vogliano un sacco di istruzioni perchè il sistema funzioni , ma anche con tutto ciò non vi è garanzia sulla possibilità di traduzione. Dopo che l’ugaritico fu scoperto nel 1929, rimase intraducibile per anni. Ha finalmente svelato alcuni dei suoi segreti al crittografo tedesco Hans Bauer, i quali progressi sostanziali arrivarono solo quando capì che il disegno di un’ascia, si trovava accanto alla parola ugaritica che stava per “ascia”. Anche questa scoperta non fu un completo successo, perché, anche se l’intuizione di Bauer era corretta sbagliò ad associare suoni e lettere assieme, provocando un errore di traduzione.
Il programma ha lavorato attraverso la ricerca di correlazioni e corrispondenze a vari livelli tra le lingue descritte sopra – i singoli suoni e le lettere, i diversi segmenti delle parole, e le affinità tra le lingue. Il software ha poi mappato le somiglianze tra ebraico e ugaritico, a partire dai suoni inserendoli in più contesti per trovare una correlazione. Incrociando queste diverse parti della lingua e ripetendo il processo centinaia di migliaia di volte, il programma arriva ad una completa decifratura dell’ugaritico.
I risultati sono stati sbalorditivi. Delle trenta lettere dell’alfabeto ugaritico, il computer ne ha identificate correttamente 29.
Ugaritico è di per sé un linguaggio incredibilmente affascinante. Parlato 3.500 anni fa nella città di Ugarit, che si trova nella moderna Siria,parente stretto dell’ebraico, anche se il suo alfabeto era molto simile al cuneiforme usato nell’antica Sumeria. I testi ugaritici rimasti raccontano le storie di una religione cananea che è simile ma non identica a quella registrata nel Vecchio Testamento, fornendo agli studiosi della Bibbia un’opportunità unica per esaminare come la Bibbia e l’antica cultura israelita si siano sviluppate nei confronti delle popolazioni vicine.